Da un anno a questa parte, la sensazione che i mesi scorrano simili si sta rafforzando: il tempo sospeso della pandemia resta spesso inutilizzato, dimenticato, lasciato da parte. Si ha la sensazione di essere sempre in attesa del prossimo, elettrizzante capitolo delle nostre vite, in cui tutte le rinunce, i distanziamenti e le precauzioni saranno solo un ricordo.
Ma troppo spesso dimentichiamo che essere speranzosɜ non significa solo aspettare: mentre si aspetta ci si può mettere in moto verso orizzonti nuovi, rendendo memorabili settimane che desideriamo solo trascorrano più in fretta.
In un periodo come questo, fare esperienze nuove e uscire dalla propria comfort zone è quasi impossibile: per questo motivo, in questi mesi, ho deciso di dire di sì a (quasi) tutto. Non un sì folle e incondizionato alla Yes man, ma un sì spontaneo e immediato alle cose che mi avrebbero creato molti dubbi se ci avessi riflettuto più di una frazione di secondo.
Non posso dire che sia sempre stato facile.
La pigrizia
Il primo ostacolo è certamente la pigrizia. Ci sono stati momenti in cui mi sono detta che forse avrei dovuto dire sì solo alle maratone Netflix e alle parole crociate crittografate, ma in fondo so di aver fatto la scelta giusta. Ciò che ho fatto – o tentato di fare – in questo ultimo periodo mi ha fatto scoprire interessi inattesi e lati nuovi di me stessa.
Una soluzione possibile alla tentazione di rimandare indefinitamente è quella di trovare unə compagnə di avventure con cui potersi stimolare a vicenda: l’entusiasmo è contagioso e svolgere attività insieme è un ottimo modo di cementare un’amicizia o di crearne di nuove.
Paura di fallire
Il secondo ostacolo è la paura di fallire: anche se non sempre sono a mio agio – e non sempre ho successo nei miei tentativi (sto ancora cercando una ricetta per gli gnocchi che li renda commestibili) – fare qualcosa di nuovo per me è sempre stato arricchente.
Anche quando qualcosa non mi riesce bene, sono felice di averci provato, perché dimostro a me stessa di sapermi porre degli obiettivi ambiziosi e mi abitua a far fronte a un insuccesso.
Il limite della propria comfort zone può variare da persona a persona: quella che per qualcunə è una corsetta mattutina, per un altrə può rappresentare una vera sfida.
Per questo è fondamentale non fare comparazioni e capire come calibrare ogni attività sulla base delle proprie capacità e inclinazioni e non considerare un esperimento non riuscito come una sconfitta: adesso so che ci sono cose che non fanno per me, ed è meglio che non averle mai provate!
Come dice il proverbio, “sbaglia finn-a o præve in to dî messa” (perfino il prete sbaglia nel dir messa).
Il tempo libero
Il terzo ostacolo normalmente sarebbe il tempo libero, ma, soprattutto adesso che siamo costretti – o caldamente invitati – a stare a casa e a limitare i contatti, questa scusa non regge più: anche chi ha una vita frenetica può trovare qualche ora a settimana per fare qualcosa di nuovo.
Ci sono tantissime attività originali che si possono provare in questo periodo, senza mettere a rischio la nostra salute: tenere un diario, cucinare qualcosa di nuovo (La sbïra: zuppa genovese di sbirri e condannati a morte), fare un lungo bagno caldo, andare alla scoperta di una sessualità più soddisfacente (Le gioie di Trallallero e di Trallallà), guardare uno spettacolo di teatro ripensato per un pubblico virtuale (Il Teatro della Tosse resiste ON LIFE), ascoltare una playlist per tornare con la mente sulla pista da ballo (Dancefloor Nostalgia), iniziare ad andare in bicicletta, oppure unirsi a un Silent Bookclub.
Questo non significa per forza approfondire un ambito completamente sconosciuto, ci si può anche rinnovare approfondendo tematiche che già si trovano molto interessanti: per esempio, un*appassionatə di storia abituatə ad analizzare documenti potrebbe – perché no –inaugurare un podcast con cui condividere le sue scoperte.
L’idea è quella di cercare attività e persone diverse da quelle che normalmente fanno parte della nostra quotidianità, lasciando da parte la paura per ciò che è sconosciuto e abbracciando l’affascinante novità.
Molto spesso il risultato è così sorprendente che fa scattare un circolo virtuoso: la curiosità porta a scoprire possibilità di crescita e arricchimento sempre nuove.
Vi consiglio due cose
Tra le diverse opzioni, mi sento di consigliare soprattutto due cose che ho provato personalmente e che mi hanno dato moltissimo, due esperienze grazie alle quali ho avuto la possibilità di riflettere su me stessa e sul mondo che mi circonda, ma soprattutto su ciò che posso fare per migliorarlo.
Il primo, scontato, consiglio è iniziare a scrivere per una rivista online, possibilmente nuova, giovane e stimolante, come wall:out! Qui puoi trovare il form per candidarti: Wall:out – Scrivi con Noi, siamo sempre alla ricerca di nuovɜ autorɜ e scrittorɜ che vogliono raccontare la città dal loro punto di vista, ma anche di fotografɜ, illustratorɜ, graficɜ e videomaker.
La seconda indicazione riguarda un’attività che difficilmente avrai già fatto, a meno che tu non sia un*appassionatə o unə professionista del settore: partecipare a un progetto fotografico e sociologico, posando per degli scatti e raccontando la propria storia (Promise of happiness: la prossima storia sarà la tua?).
Rinnovarsi costantemente non vuole essere un imperativo categorico: stare nella comfort zone può essere un modo per riprendersi da un momento difficile e ricaricarsi, e la stabilità ha i suoi vantaggi. Tuttavia, restare ancoratɜ a ciò a cui siamo abitutɜ può diventare una trappola, perché solo uscendo da questa fantomatica comfort zone si può imparare e migliorare, e non serve aspettare che da fuori qualcunə ti faccia una proposta, la chiave è suggerirsi da solɜ attività nuove e non darsi il tempo di dubitare delle proprie capacità.
Probabilmente avrai già sentito molte di queste riflessioni, ma spero che vederle nero su bianco ti dia lo stimolo decisivo per fare quella cosa che hai rimandato finora: non ci sono più scuse!
Il prossimo mese trascorrerà, che tu lo voglia o no, cosa stai aspettando a renderlo memorabile?
Immagine di copertina:
Foto di Engin Akyurt
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