Mettiamo caso che una sera sei a casa sul divano, non stai facendo molto, stai scanalando per scegliere cosa guardare per le prossime due ore e ti imbatti in un film già iniziato: non sai di cosa parli, ma ci sono delle persone in aereo. Allora ti viene voglia di viaggiare e pensi che, dopotutto, domani non hai granché da fare e l’idea di partire per un giorno non è male, ma dove andare?
Sai già che non hai voglia di guidare e che prendere l’aereo in giornata non ha senso, spostarsi in treno è decisamente la soluzione.
Non vuoi un posto troppo lontano, proprio perché viaggi in giornata, non hai voglia di spendere la maggior parte del tempo sui mezzi; allora apri Maps e inizi a guardare cosa c’è nelle vicinanze e ti imbatti in una voce sulla cartina: Genova.
In effetti la meta soddisferebbe tutte le richieste del caso, ma vale la pena passarci una giornata?
Mettiamo caso che sì, decidi che ne vale la pena, acquisti il biglietto del treno per la mattina seguente e decidi che arrivare alle nove e mezza a Genova è un buon compromesso tra raggiungere la città abbastanza presto e il dormire a sufficienza per godersi la giornata.
Arrivi a Genova Brignole perché è la stazione che ti sembrava più centrale e quando esci ti volti a guardarla e ti accorgi che non pensavi, ma è un edificio maestoso, niente a che vedere con le stazioni a cui sei abituato.
Non è finita qui!
Proprio davanti alla stazione si apre una zona verde insolita, che dà un respiro alla frenesia dei trasporti ad alta velocità; incuriosito, la attraversi e ti trovi davanti a una piazza al cui centro si staglia un arco: Piazza della Vittoria.
Di impianto decisamente fascista, non sei un esperto ma tutto sommato le lezioni di arte a scuola sono servite a qualcosa, la piazza termina in corrispondenza di una scalinata che avvolge delle aiuole in cui i fiori sono disposti in modo tale da raffigurare le Caravelle: il tutto è di una semplicità disarmante, ma incantevole.
Guardandoti intorno ancora stupito ti rendi conto che è proprio una bella giornata, una di quelle limpide giornate di fine inverno, in cui si inizia ad avvertire l’arrivo della primavera. Riattraversi la piazza e torni verso il verde e, facendoti guidare dal via vai delle persone, imbocchi Via XX Settembre, una strada che non passa sicuramente inosservata.
Scopri che è la classica “via dei negozi” che si trova in ogni città con le stesse insegne; a catturare la tua attenzione però non è quello che vedi ad altezza uomo, ma alzando lo sguardo verso l’alto: una fila di palazzi, tutti decorati e di colori diversi, di stili contrapposti fra di loro, ma che creano un’insolita e delicata armonia.
Stai salendo sul lato destro della via, con il naso all’insù, quando circa a metà noti un cartello che, indicando una scaletta, suggerisce che lì vicino ci sia una chiesa: la Chiesa di Santo Stefano. Incuriosito inizi a salire questa scaletta e, non solo raggiungi questa piccola chiesa romanica in pochi passi, ma noti che è sopraelevata rispetto a Via XX Settembre e ti permette di godere di una vista unica e decisamente più complessiva di quanto visto sinora.
Saresti già soddisfatto della gita con quanto visto fino ad ora e questo ti stimola a perderti ancora tra le arterie di questa città.
Ridiscendi per la scaletta e termini Via XX Settembre per giungere a quella piazza che chiunque abbia visto una foto di Genova conosce: Piazza De Ferrari.
È ancora meglio di quello che avevi immaginato la sera prima guardando la foto su Internet, a partire dall’enorme fontana centrale, ovunque volgi lo sguardo non puoi che restare a bocca aperta. In questo luogo si ritrovano, in senso antiorario a partire da ciò che vedi davanti a te, Palazzo Ducale, delicato e imponente palazzo che ospita la maggior parte delle mostre che raggiungono il capoluogo ligure, il palazzo della Regione, il palazzo della Borsa e, ultimo ma non per importanza, il teatro Carlo Felice, facilmente riconoscibile dalle colonne che ricordano un tempio greco e la statua equestre di Giuseppe Garibaldi, che si erge a sua difesa.
Di fronte a tutto ciò ti chiedi cosa può ancora riservarti questo luogo
A questo punto le alternative che ti vengono proposte dalla città sono due, un bivio: guardando palazzo Ducale puoi percorrere la strada alla sua sinistra e raggiungere la zona del Porto Antico oppure svoltare a destra e costeggiare il teatro Carlo Felice fino a raggiungere la celeberrima Via Garibaldi.
Mettiamo caso che decidi di proseguire verso il porto, inizia a essere tarda mattinata e avverti un leggero languorino, vuoi assolutamente provare il fritto che si trova in Sottoripa, ma prima ancora gustarti un po’ di focaccia; dopotutto Via Garibaldi potrà aspettare ancora qualche ora.
Imbocchi quindi la strada scelta e dopo pochi passi ti accorgi che Palazzo Ducale non ha una sola entrata, quella che dà su Piazza De Ferrari, ma due e la seconda ti si presenta ora, alla tua destra, in cima a una scalinata di marmo bianco. Ti volti e alle tue spalle scorgi la maestosa Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea.
Quanta magnificenza in queste strade!
Non puoi fermarti, devi camminare ancora e scoprire quanto ti è possibile con il tempo che hai a disposizione, per questo motivo continui a scendere lungo via San Lorenzo per inciampare, si fa per dire, dopo pochi passi nella cattedrale, omonima della via che stai percorrendo. Si sviluppa in altezza, la cattedrale di San Lorenzo, e quindi continui il tour della città come l’hai iniziato: con il naso all’insù.
Maestosa, in stile romanico, anche in questo caso fai affidamento alle poche ore di storia dell’arte, ti lascia stupito come una costruzione di questo calibro possa stagliarsi in un luogo in apparenza così stretto.
Noti subito alcuni particolari: l’imponente rosone e i due leoni che riposano alla base della cattedrale. Non sei impreparato, la sera prima hai letto che il santo omonimo della cattedrale, San Lorenzo, è raffigurato sopra il portone centrale con una graticola, oggetto del suo martirio, quindi ti avvicini per cercarlo e dopo pochi istanti eccolo lì!
Ancora entusiasta decidi che è arrivato il momento della focaccia e ti fiondi in un forno che trovi vicino alla cattedrale. Soddisfatto, e più affamato di prima, giungi alla fine della via e svolti a destra passando così dietro a palazzo San Giorgio, inutile dire che fai il giro per vedere anche la facciata e quello che ti si presenta davanti non sai più come descriverlo.
Dopo questa breve inversione di marcia raggiungi finalmente Sottoripa, una via porticata chiamata così perché un tempo il mare la lambiva, indicandola come banchina.
Ti concedi il tanto agognato fritto per assecondare il tuo stomaco e riposare un poco. Mentre gusti il tuo pranzo, ti si presenta davanti un’ulteriore scelta che decreterà il resto della tua giornata: puoi andare a visitare l’Acquario di Genova, famoso in tutta Europa, oppure continuare a perderti per le vie della città.
La scelta non è banale: da una parte le ignote bellezze che pensi questa città possa ancora riservare, dall’altra un unicum nel suo genere, un luogo d’incontro di specie rare e un’esperienza completamente immersiva in un mondo che non conosci.
Mettiamo caso che decidi che la giornata è troppo bella per non stare all’aperto e, malgrado l’accattivante opzione Acquario, posticipi la visita alla prossima volta. Allora raggiungi piazza Banchi, che è a pochi passi da dove ti trovi, e subito capisci che, almeno per quella giornata, hai fatto la scelta giusta.
Davanti a te si staglia la Chiesa di San Pietro in Banchi, rialzata rispetto al livello della piazza; maestosa, sembra quasi incastonata tra le abitazioni limitrofe. Questa visione non fa che confermare l’idea che, passo dopo passo, ti stai facendo di questa città. Temporeggi ancora un poco, perso nei dettagli di quanto stai vedendo, ma poi decidi che è il momento di proseguire lungo via degli Orefici, che percorri in tutta la sua lunghezza.
Lungo questo tragitto respiri un’aria nuova e la città si mostra sotto una prospettiva diversa: una realtà a misura d’uomo, meno maestosa, che però non stride con quanto visto e appreso finora.
Sul limitare della via incontri Piazza di Soziglia, che attraversi fino a raggiungere una delle cremerie più famose di Genova; quale miglior momento per provare la famosa e genovesissima Panera! Dopotutto è solo un semifreddo al caffè, non ti aspetti nulla di sconvolgente, ma appena hai l’occasione di assaggiarla ti smentisci subito, è un’autentica scoperta.
Compiaciuto decidi di procedere per via Luccoli, finalmente è arrivato il momento di raggiungere via Garibaldi. Mentre cammini ti ritrovi in compagnia di alcuni pensieri: hai notato che anche Via Luccoli è una via di negozi, vetrine e luci, ma non ha nulla a che fare con Via XX Settembre e allora non puoi fare a meno di domandarti come sia possibile che una realtà sfuggente, nascosta nell’ombra che gli alti palazzi proiettano su queste viuzze lunghe a non finire e larghe un paio di metri, conviva con gli spazi e l’imponenza di quanto visto in mattinata.
Il tessuto è completamente diverso, lo percepisci e lo comprendi senza bisogno di parole, eppure il contrasto che ne deriva è sublime, nell’accezione più romantica del termine.
Giungendo al termine della via, sulla sinistra noti un’affascinante libreria e, perché no, decidi di interrompere la marcia per entrare; inutile dire che non esci a mani vuote, e ti congratuli con te stesso, quante buone decisioni che stai prendendo oggi!
Con il nuovo bagaglio appresso attraversi Piazza delle Fontane Marose, diretto verso Via Garibaldi, una delle vie che hanno origine, o fine, in questa piazza; però, mentre ti appresti a imboccarla, non puoi fare a meno di notare una coppia di turisti che sta cercando il Belvedere di Castelletto. Incuriosito, decidi di unirti a loro nella ricerca. Mentre state armeggiando con il cellulare, un ragazzo corre in vostro soccorso e, visto che in effetti non siete affatto lontani dall’ascensore che vi porterà lì, decide di accompagnarvi.
L’idea di prendere un ascensore per raggiungere un altro luogo della città ti pare assurda, ma, dopotutto, le sorprese non potevano mica finire. Dulcis in fundo il ragazzo vi informa che il biglietto dell’ascensore è gratuito.
Quando varchi l’ingresso ti trovi in un tunnel paragonabile a quelli delle metro, con i muri piastrellati e un grande corrimano al centro; stordito da tutto ciò, raggiungi questo fantomatico ascensore dagli interni in legno. Nonostante tu sia piuttosto sicuro di non sognare, ti sembra un viaggio decisamente assurdo; mentre l’ascensore sale ti chiedi cosa ti aspetterà una volta uscito, da quanto in alto potrai vedere la città, ma una volta terminata la corsa tutte le domande che avevi in testa semplicemente scompaiono.
Ci sarebbero mille parole da usare per descrivere ciò che vedi, tutte profondamente sbagliate e al contempo tutte perfettamente giuste
Una commistione di tetti, cupole, mare e porto; un insieme di difficile identificazione, ma di irrimediabile bellezza. Come se stessi giocando al gioco dell’oca, raggiunto il Belvedere di Castelletto ti fermi per guardare il panorama.
Estasiato torni al punto di partenza, dove hai incontrato i turisti, e, questa volta per davvero, imbocchi via Garibaldi, non sai più cosa aspettarti, ma questa via si rivela l’ennesima sorpresa. Via Garibaldi o Strada Nuova è una via di palazzi signorili, oggi reimpiegati principalmente come musei, caratteristica per essere stata pensata, progettata e costruita nel suo complesso.
Con difficoltà ti lasci alle spalle tanta finezza ed eleganza per imboccare via Cairoli e, complici l’ora e le gambe che cominciano a essere affaticate, decidi di dirigerti verso la stazione, ma non hai assolutamente intenzione di ripercorrere la strada che hai fatto all’andata, quindi per il ritorno decidi di prendere il treno a Genova Piazza Principe, altro importante snodo del traffico ferroviario genovese, che in questo momento gode di due particolari pregi: non è particolarmente distante e per raggiugerla devi passare per luoghi che ancora non hai varcato.
Come stavamo dicendo, imbocchi via Cairoli e quando termina giri a sinistra. Un altro panorama inaspettato ti si presenta davanti: la Basilica dell’Annunziata che, in un improbabile connubio, si erge nel traffico cittadino. Bello? Non sai dirlo, oggi la definizione di bellezza che negli anni avevi costruito è messa a dura prova, ti limiti a riempirti gli occhi, e anche un po’ il cuore, con quello che ti viene mostrato.
La bianchissima Basilica, con facciata neoclassica e doppio campanile, riserva un’incredibile sorpresa a chi si spinge oltre il suo portone, non puoi di certo lasciarti sfuggire questa vista!
Uscito dalla Basilica svolti a destra e imbocchi via Balbi, anch’essa sede di palazzi signorili, oggi a uso universitario, come puoi immaginare dal gran numero di studenti che popolano i marciapiedi. Arrivato quasi in cima ti imbatti in Palazzo Reale; le gambe faticano e la stanchezza si fa sentire, ma la stazione è lì vicino, ti sembra quasi di poterla scorgere. Questa vicinanza ti rincuora al punto che non fare una visita in questo palazzo ti sembra un vero e proprio delitto.
Caro viaggiatore, ancora una volta hai fatto la scelta giusta.
Palazzo Reale è degno del nome che porta, lo capisci subito dal giardino che si intravede entrando e, una volta sul balcone esterno, rimirando la facciata non puoi che esserne sempre più convinto. Terminata la visita sei stanco, stanchissimo, ma ormai hai la stazione davanti, un treno pronto a partire e una casa che ti aspetta. Seduto e anche un po’ assopito, guardando fuori dal finestrino riesci solo a pensare alla giornata che sta volgendo al termine.
Mettiamo caso che decidi di andare a Genova. Che dici, ne vale la pena?
Immagine di copertina:
Foto di Dexmac
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