Privacy

Privacy nel mondo del web? La storia della società genovese Apcoa

Proteggersi dal nuovo mondo su internet è una certezza di cui tutti abbiamo bisogno, ostacolata dai colossi che governano il web.
11 Gennaio 2021
4 min
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Così tanto citato, il diritto alla privacy sembra essere il nuovo pane quotidiano di tutti. Basta avere un telefono o un computer e una connessione a internet che già le tue ricerche entrano nel sistema dei dati di salvataggio automatico dei colossi che controllano il web. 

Non allarmiamoci troppo! Bisogna comunque sapere che grazie al Regolamento UE 679/2016, i nostri dati personali e sensibili vengono tutelati dai nuovi diritti riconosciutici, tra i quali il diritto all’oblio e alla riservatezza, che ci accreditano un nuovo potere, ossia quello di essere dimenticati e di non subire delle possibili infamie al nostro nome!

La figura del Garante della Privacy diviene dunque molto lungimirante nel futuro della tutela di tutti noi, in questo ventunesimo secolo sul web. 

Cosa sono però i dati personali? E soprattutto quali sono quelli maggiormente a rischio?

Si tratta di informazioni su di noi, che permettono di identificarci e di rivelare delle particolarità sulle nostre vite o sulle nostre abitudini. 

Particolarmente rilevanti sono i dati che permettono un’identificazione diretta o indiretta della nostra persona, come i dati anagrafici, la targa del nostro veicolo, la nostra origine razziale o la nostra ideologia politica, insieme ad essi sono di particolare rilievo anche i dati “giudiziari” contenuti nell’art. 10 del citato Regolamento, questi sono dati sensibili che permettono di rivelare l’esistenza di determinati provvedimenti giudiziari a nostro carico o la qualità di essere indagati su alcune fattispecie e se trapelati liberamente sul web possono portare a conoscenza di tutti informazioni private e non sempre del tutto coerenti alla realtà.

Come avrete notato, fare una ricerca su Google, comporta sempre che all’inserimento della prima parola o addirittura delle prime sillabe, il cortese motore di ricerca ci suggerisca delle veloci soluzioni di risultato, questo ovviamente accade perché il sistema funziona con un immagazzinamento di dati che genera una sorta di algoritmo misterioso, il quale suggerisce di completare la ricerca della parola scritta con soluzioni a volte del tutto sorprendenti.

Questa funzione viene definita come “autocompletamento” della ricerca, la quale dovrebbe essere semplicemente il risultato ottenuto dalle maggiori visualizzazioni fatte da milioni di utenti.

Non è detto però che questo “aiuto” di ricerca sia favorevole a tutti.

Infatti, può capitare che alcune marche o aziende possano subire dei danni da questa funzione di completamento automatico, per esempio, restando in tema natalizio, se cerchiamo su Google la parola “pandoro”, possiamo vedere come tra i suggerimenti avremo la famosa marca Bauli e questo potrebbe far pensare a un problema di concorrenza sleale.

Ovviamente, il famoso motore di ricerca Google ha affermato in più casi che dietro non vi sono politiche di favoreggiamento, quindi non si tratta di possibili manovre di concorrenza sleale o di strategie pubblicitarie. Inoltre, nella guida per le ricerche di Google è possibile leggere i termini e le condizioni del funzionamento di questo servizio e si può anche personalizzare la funzione di completamento automatico nelle impostazioni.

Il caso Apcoa a Genova

Purtroppo, può capitare, che i nostri dati personali e sensibili vengano associati invece a delle “faccende” che potrebbero risultare alquanto diffamatorie, come è successo nel caso della società Apcoa, l’azienda che a Genova ha in gestione dei siti di parcheggio e che si occupa in particolare dei parcheggi di Piazza della Vittoria.

Tutto iniziò nel 2012, quando l’azienda subì delle indagini a suo carico, archiviate ancora prima di andare a processo, da quel momento la società si è ritrovata comunque diffamata da questa funzione di completamento automatico nelle ricerche su Google. Infatti, cercando il nome della società Apcoa su internet, essa veniva associata a fatti di reato come usura o minacce, citate da alcuni articoli di giornale.

Decisamente una bella batosta per l’immagine della società!

Come se non bastasse, i riferimenti non erano veritieri, come affermato d’altronde dal manager di Apcoa nel caso contro Google e dal fatto che i quotidiani abbiano deciso di ritirare gli articoli diffamatori. Purtroppo, le ricerche degli utenti precedenti avevano già lasciato il segno, compromettendo la fama della società sul web.

L’azienda così fece ricorso al Garante della privacy, che condannò parzialmente il famoso motore di ricerca Google ad eliminare l’auto completamento al nome della società con la parola “minacce” insieme a un esiguo risarcimento. Questa decisione venne presa dal Garante della privacy in quanto tale termine avrebbe comunque generato dei sospetti negli utenti a supporre che la società sia stata coinvolta in passato in attività illecite.

È importante, dunque, che tutti siano a conoscenza che il diritto a essere “dimenticati” e soprattutto che la tutela alla nostra immagine possa essere garantita quando si fa ricorso al Garante della privacy, laddove ci trovassimo in situazioni che potrebbero danneggiare la nostra persona nonché la nostra immagine.

Inserisco qui alcune indicazioni su come si possa procedere per tutelarsi, nel caso vi troviate ad affrontare delle situazioni in cui i vostri dati personali e sensibili siano in “pericolo”.

Privacy
Foto di Glen Carrie

È possibile infatti fare un reclamo al Garante della Privacy, nel quale dichiarare una violazione in materia di protezione dei dati personali e vi informo, per la gioia di tutti noi genovesi amanti dell’arte del risparmio, che la presentazione del reclamo è gratuita e che non c’è bisogno di essere aiutati da un legale.

Dopo la presentazione del reclamo seguirà un’istruttoria preliminare e un eventuale provvedimento amministrativo formale, che porterà all’adozione dei provvedimenti per tutelarvi sanciti dall’art.58 del Regolamento UE, in alternativa potrete effettuare una semplice istanza al titolare che sta trattando i vostri dati personali, tramite anche una lettera raccomandata o una e-mail, evidenziando a seconda delle vostre esigenze i problemi che avete riscontrato sul trattamento dei vostri dati personali.

Il titolare sarà così tenuto a rispondervi e dare un riscontro alle vostre richieste in tempi brevi, inoltre, si può trovare un modulo preimpostato da compilare, che potrete utilizzare per la protezione dei vostri diritti, sul sito nazionale del Garante della Privacy.

Come disse Herbert Spencer:
“Se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri”.

Immagine di copertina:
Foto di Matthew Henry


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Sostenitrice dei diritti umani, appassionata allo studio della legge, prossima alla laurea in Giurisprudenza. Amante di tutti gli animali, in particolare del suo cane, di nome Zik, lo considera come il suo fedele destriero nelle battaglie della vita. Le piace vedere il mondo dall’alto, magari su un tacco 10 cm. Conquista le persone per la sua determinazione e l’eleganza nei modi di essere, ma la puoi facilmente corrompere con una barretta Kinder.

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