Club Godo

Le gioie di Trallallero e di Trallallà

Jüne Plã ci conduce con la sua personale cartografia del piacere dedicata a trallalero e trallallà, più semplicemente noti come pene e vulva.
14 Marzo 2021
5 min
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Club Godo
Silvia Mazzella, A19. 2019, Genova, Courtesy of Silvia Mazzella

Internet è un mondo meraviglioso, specialmente quando ti permette di conoscere un’artista come Jüne Plã e il suo piccolo meraviglioso libro, “Club Godo – una cartografia del piacere” (Ippocampo Edizioni, 2020).

Già, avete capito bene, per citare le parole dell’autrice: “una sintetica ma alquanto appagante guida alla scoperta del proprio sesso.

Prima però parliamo di lei

Jüne nasce artista, o meglio character designer. Proprio così, la protagonista francese è una grande nerd, disegnatrice di personaggi per videogame, si trasforma in scrittrice per parlarci di un’altra sua grande passione, il sesso.

Un giorno, per svago, Jüne Plã inizia a disegnare e a postare su Instagram simpatiche ma dettagliate vignette raffiguranti peni e vulve intentɜ in allegri divertimenti. Nel giro di due anni l’account Instagram, @Jouissance Club, raggiunge 600.000 follower.

Questo fa venire in mente all’autrice che forse lei non era l’unica a sentire la necessità di sperimentare qualcosa di nuovo sotto le lenzuola. Come direbbero lɜ francesi: et voilà!

La pagina di Instagram si trasforma in libro, meraviglioso nella sua autenticità. Il perché io sia finita a sfogliarne le pagine è scontato, semplice curiosità. Sì perché, riprendendo ancora le parole dell’autrice, si parla fin troppo di sesso, veniamo bombardatɜ ogni giorno da immagini prepotenti, seni, fondoschiena, capezzoli, capezzolini di tutti i tipi e di tutte le forme, eppure, allo stesso tempo, si parla fin troppo poco di sessualità. Questo genera una silente ma perenne fortezza di ignoranza che circonda tutto ciò che ruota intorno al piacere.

Quindi, mi sono detta, perché non provare a capirci un po’ di più? E soprattutto ne so abbastanza sull’argomento?

Lasciatemi dire che sono stati i soldi meglio spesi dell’ultimo periodo. Con una naturalezza e spontaneità che la rendono simpatica a prima vista, Jüne ci conduce alla scoperta del nostro corpo, educandoci a un rapporto sano e libero da stereotipi legati a ciò che accade o vorremmo che accadesse quando ci liberiamo dei vestiti. Nelle sue parole:

il sesso è meraviglioso, ma quando è fatto bene

Attraverso un’ironia irriverente, Jüne sdogana una serie di tabù legati alla sessualità, mettendo qualche puntino sulle i.

Eppure questa lettura mi provoca ben più di qualche domanda. Più scorrono le pagine del libro, più mi rendo conto che un ripasso generale sull’argomento è alquanto utile. Forse mi ritengo più esperta di quanto in realtà non sia.

Comincio così a sottoporre quei divertenti disegni a mieɜ coetaneɜ. Persone nate a cavallo negli anni Novanta, quasi adultɜ, cresciutɜ nella stessa città, con un’educazione certo differente, ma per lo più, sotto diversi aspetti, simile.

Porgendo il manuale a ignare cavie umane, le donne appaiono subito incuriosite. Sfogliano, osservano, leggono discretamente quelle pagine. Ciò che maggiormente mi stupisce è che le ragazze non sono tanto incuriosite dai segreti del sesso opposto, ma al contrario, osservano con stupito entusiasmo proprio le immagini riguardanti la vulva. Gli uomini al contrario esibiscono reazioni contrastanti. I più intimoriti osservano il manuale da distante, quasi avessero paura di svelare il proprio timido imbarazzo, che forse è inevitabile, ma allo stesso tempo anche sano mostrare di fronte ai disegni irriverenti. Altri, al contrario trattano il libro con noncuranza, lo denigrano, consigliandomi di guardare qualche video porno se sentissi la necessità di essere istruita sull’argomento. Ma poi, finalmente, trovo anche uomini incuriositi, stupiti e desiderosi di imparare qualcosa di nuovo, un qualcosa che forse un video su YouPorn non è in grado di spiegare.

Ed è stato quello il momento in cui mi sono resa conto, che se noi, quasi trentenni, nutriamo ancora qualche dubbio intorno ai nostri genitali, forse un problema esiste davvero.

Inizio quindi a riflettere sull’educazione sessuale che mi è stata impartita. Nozioni confuse, incentrate  principalmente sulla prevenzione più che sulla conoscenza del mio organo riproduttivo; tutto mi appare circondato da un alone di mistero. Mi rendo conto che quello che ho imparato, per lo più in età adolescenziale, è stato frutto di una serie continua di tentativi. Passi incerti che gravano sull’autostima personale e sulla consapevolezza di sé.

Club Godo
Illustrazione di Martina Spanu

Non posso fare a meno di chiedermi, ma con stessa facilità con cui mi è stato spiegato il funzionamento del cuore, dei reni, del cervello, qualcuno non poteva anche insegnarmi come diavolo è strutturata la mia vagina? E soprattutto cosa potessi realmente farci con quelle parti di me che a volte mi sembrano ancora delle perfette sconosciute?

Perché parliamoci francamente, è già raro avere una buona base di educazione sessuale impartita all’interno di centri formativi, come può essere la scuola, ma anche quando questi spazi le sono effettivamente dedicati, i temi sono per lo più incentrati sulla prevenzione. Questioni fondamentali sia ben chiaro, ma tali argomenti non esauriscono di certo la materia.

È stato proprio questo confronto, con persone della mia età, a rendermi consapevole della totale diseducazione che ruota intorno alla sessualità.

Se è vero che la cultura contemporanea ci ha abituatɜ a un confronto sempre più prepotente con il sesso – fisici nudi, corpi perfetti, linguaggi maliziosi alimentano quotidianamente le nostre fantasie –, ancora si tace, con ignorante imbarazzo, di tutto quello che viene dopo, quando ci si ritrova nudɜ di fronte al corpo di un’altra persona, ma soprattutto di fronte a se stessɜ, a quell’organo che abbiamo in mezzo alla gambe che nessuno ci ha mai realmente spiegato come funziona.

Ed ecco qui che intervengono personaggi irriverenti e sinceri come Jüne.

Il manuale è aperto a tuttɜ, etero, omosessuali, genderfluid, transgender e chi più ne ha più ne metta. L’autrice senza mezzi termini ci invita a esplorarci, senza vergogna. Perché tuttɜ, o almeno quasi tuttɜ eccetto lɜ asessuali – eh sì, carɜ, il libro non tralascia neanche voi – insomma a tuttɜ piace fare sesso. E visto che l’argomento accomuna ogni essere umano, o quasi, perché non svelare qualche arcano mistero.

Cub Godo si concentra specialmente su una serie di differenti stimolazioni sessuali non riguardanti la penetrazione.

Per esempio, lo sapete che il piacere femminile poche volte coincide con la penetrazione? E con poche volte si intende veramente molto raramente? 

Oppure sapete che la vulva possiede ben dodici zone erogene? Sì ho detto bene, dodici, e ora riflettete: avete presente quante cose si possono fare con ben dodici centri del piacere?

O ancora per continuare, se nutrite qualche dubbio intorno ai segreti per una fellatio perfetta, Jüne ci offre una serie di consigli dettagliati, con tanto di disegni particolareggiati, per solleticare il piacere dellə vostrə partner.

Ma specialmente ci insegna la lezione più importante, parlare, chiedere, ascoltarsi, non avere paura, perché non c’è nulla di cui imbarazzarsi.

Con la presentazione di illustrazioni precise e irriverenti, Club Godo esplora le vie del piacere a disposizione di ognunə di noi.

E ricordatevi che c’è solo una regola: non esiste una sessualità giusta né una sbagliata.

Ogni fantasia, che incontri il consenso e il piacere dellə nostrə partner, è lecita, libera e potenzialmente molto divertente. Quindi impariamo a conoscerci, parlarci, vedere il sesso come quello che effettivamente è, un bisogno comune, tremendamente divertente ed eccitante. (Leggi l’articolo di wall:out Sex and Caruggi. L’amore e il sesso al tempo del Covid-19)

Jüne Plã ci insegna che la sessualità è un fatto del tutto personale, intimo, ma questo non giustifica una ignoranza diffusa sull’argomento. Perché dall’ignoranza scaturisce la paura, e quando si nutre la paura le conseguenze possono essere devastanti.

Questa serie di considerazioni non fanno altro che rafforzare in me l’idea che sarebbe necessario confrontarsi di più sulla moltitudine di tematiche che ruotano intorno alla sessualità. Se ci dedicassimo alla costruzione di dialoghi costruttivi, con l’intervento di persone competenti, che sdoganano delle antiche costruzioni mentali, riguardanti i nostri organi riproduttivi, se si riuscisse a fare questo, potremmo superare la parte dell’imbarazzo e riuscire veramente ad accettare lɜ altrɜ, ma soprattutto e specialmente, noi stessɜ.

Immagine di copertina:
wall:in media agency su opera di Silvia Mazzella, A19.


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