Multedo: la perduta villa Lomellini-Bixio

Multedo: la perduta villa Lomellini-Bixio

Alla riscoperta del Ponente genovese e delle sue meraviglie quasi perdute.
28 Febbraio 2024
2 min
1.6K views

Procedendo da Pegli verso Multedo per proseguire verso Genova sulla statale, capita di posare lo sguardo sui palazzi che si affacciano sul lato sinistro. 

A interrompere la serie di edifici storici vi è il complesso di moderni palazzi comprendenti la Farmacia Multedo e il distributore dell’IP che terminano con la salita a viale Villa Chiesa e il sito della Superba srl. 

Confrontando alcune fotografie storiche, risalenti dagli anni venti fino alla prima metà del Novecento, con lo stato attuale, ci possiamo sorprendere nel constatare come, al posto della cesura netta e fisica venutasi a creare con la costruzione dell’isolato, la palazzata a mare invece proseguisse in continuità con l’edificio che ospita l’ufficio postale fino a una monumentale villa di probabili origini seicentesche. 

Queste fotografie testimoniano il processo di radicale trasformazione urbanistica e paesaggistica subita da Multedo e dall’intero Ponente genovese a partire dal secondo dopoguerra.

Poco si conosce ed è pervenuto come documentazione storica di questa villa, ma sicuramente era parte del grande patrimonio di immobili che la famiglia Lomellini possedeva in questa parte del Ponente genovese.

La villa, da quanto si può leggere dal “Catalogo delle Ville Genovesi” (AA. VV., 1967) e dal volume sul Ponente genovese dell’opera “Le ville del genovesato” (AA. VV., 1986), confinava con le limitrofe ville Gavotti – Persico (perduta) e Lomellini – Rostan.

Del suo lotto di pertinenza, comprendente il giardino anch’esso scomparso e posto a lato monte verso la chiesa parrocchiale di Santa Maria e Santi Nazario e Celso (conosciuta anche come Santa Maria di Monte Oliveto), non vi è alcuna traccia. Doveva estendersi con buona probabilità fino all’antico tracciato romano, ossia la via Antica Romana di Pegli che dava accesso sul retro del palazzo direttamente agli ambienti di rappresentanza, dato il dislivello tra il fronte e il retro dell’edificio.

A inizio XIX secolo la proprietà risulta delle famiglie Giustiniani e Boasi, successivamente venne ulteriormente frazionata a causa di alienazioni e successioni e nel 1895 venne acquisita interamente dalla famiglia Pignone.

Il palazzo aveva probabili origini seicentesche, riguardo agli interni non ne è rimasta alcuna memoria tranne quella inerente al salone che occupava l’ala di Levante e alla sala di rappresentanza raggiungibile dal retro.

Per quanto riguarda l’esterno della struttura e le facciate, si è potuto evincere dalle foto storiche che subirono ingenti trasformazioni dovute anche all’evoluzione del gusto nel corso dei secoli. Agli inizi dell’Ottocento infatti vennero aggiornate le facciate, in particolar modo quella lato mare, con una decorazione a bugnato.

L’edificio

L’edificio si articolava in un corpo centrale più antico, di quattro piani, con prospetto scandito da cinque assi di finestre, affiancato da due ali ribassate e simmetriche costruite come ampliamento ed uniformate al corpo centrale grazie alla creazione di alti marcapiano. 

Pegli, Multedo Villa Bixio
Fonte Pegli da Scoprire. Foto del Sig. Elvio Perazzo

I piani del palazzo dovevano essere organizzati in questo modo: il piano nobile era caratterizzato da una cubatura più alta, dato il suo scopo di ospitare gli ambienti più prestigiosi e di rappresentanza, ciò si rifletteva anche in facciata dalla caratterizzazione del coronamento delle finestre, differenti rispetto a quelle degli altri piani inferiori.

Il territorio rappresenta la matrice identitaria di un luogo e dei suoi sistemi culturali che sono il frutto di una stratificazione di processi storici.

Spesso le tracce di questa stratificazione sono visibili per un occhio attento e allenato a guardarsi intorno, poiché spesso ciò che consideriamo come banale o dato per scontato può rivelarsi portatore di una o più storie interessanti e di tesori d’arte altrimenti impensabili.

Nota di redazione: Le fonti bibliografiche complete sono disponibili su richiesta.

Immagine di copertina:
Fonte Pegli da Scoprire. Foto del Sig. Elvio Perazzo


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


Poor Things. A che cosa somiglia il mondo
Articolo Precedente

A che cosa somiglia il mondo

LABIBA: Mandati Fuori. 1948 Mandato Britannico israele e palestina
Prossimo Articolo

LABIBA | Mandati Fuori

Ultimi Articoli in Small

TornaSu

Don't Miss