Domenica 9 luglio 2023 sono partita dall’aeroporto di Genova in direzione Sicilia per un pellegrinaggio laico nei luoghi più iconici della lotta alla mafia nel palermitano; negli stessi luoghi avrei poi ricercato sul territorio dei presidi attivi nell’antimafia sociale per domandare loro quali sono i rapporti attuali con la cittadinanza nei confronti della memoria e dell’impegno contro la criminalità organizzata.
Parto dal presupposto che il mio viaggio ha orbitato per lo più intorno alla figura di Peppino Impastato, il quale mi ha sempre profondamente ispirata nel mio impegno e nella mia militanza all’interno dell’associazione di Libera contro le mafie.
Per chi conosce la figura di Peppino (o per chi ascolta i Modena City Ramblers) sa che Peppino ha vissuto nella sua breve vita a Cinisi, piccolo paesino sulla costa siciliana ora famoso per l’aeroporto Falcone-Borsellino edificato nei pressi di Punta Raisi, frazione di Cinisi. È infatti a Cinisi dove ho alloggiato e da dove parte la nostra prima tappa del tour della memoria.
Prima tappa: Cinisi
Durante gli anni in cui Peppino era in vita, a Cinisi abitava il capomafia del clan mafioso, Gaetano Badalamenti (nonché mandante del suo omicidio), se avete visto il film “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana saprete che la casa di Badalamenti è a pochi passi, appunto cento, da casa di Peppino.
Infatti, arrivando nella via principale di Cinisi e salendo verso la piazza del municipio, potrete notare da entrambe le parti dei marciapiedi delle mattonelle, quaranta per l’esattezza, che stanno a ricordare quei cento passi fra la casa del boss e quella di Peppino, su ognuna di queste ci sono citazioni e frasi di speranza e di lotta alla mafia, come ad esempio:
“L’informazione è Resistere. Resistere è porre le basi al cambiamento.”
Salendo dal lato destro di Corso Umberto I trovate l’ex casa di Badalamenti, oggi bene confiscato alla mafia e biblioteca comunale di Cinisi.
Dal lato destro invece troviamo Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato: questa non è solamente una casa museo che ricorda le lotte e la vita di Peppino ma vuole, grazie all’impegno e la tenacia di Felicia e Giovanni, essere aperta, un presidio appunto, che possa raccontare la lotta di Peppino e di chi come Peppino ha dato l’intera vita per contrastare il fenomeno mafioso.
Casa Memoria è come un giardino, curato da moltissime associazioni diverse che collaborano con essa; fa parte, infatti, di quell’antimafia sociale di cui ero alla ricerca in questo viaggio.
Sempre a Cinisi, davanti a Casa Memoria c’è l’albero dedicato a Peppino, una via a lui intitolata, il casolare dove è stato ucciso (ora in via di manutenzione per continuare a tenerlo in piedi) e il cimitero dove è custodita la sua tomba e quella di mamma Felicia; inoltre a Terrasini è presente la vecchia sede di Radio Aut, un liceo linguistico a lui intitolato e al limite fra i due comuni c’è Casa Felicia, un bene confiscato – sempre alla famiglia Badalamenti – e oggi riassegnato all’associazione di Casa Memoria che se ne occupa.
All’interno di Casa Felicia vi è un giardino della memoria con diciotto alberi da frutto intitolati a vittime di mafia e a persone che nella loro vita si sono opposti a essa (è presente anche un albero intitolato a Don Andrea Gallo).
Quello che molti non sanno è che Peppino Impastato non è l’unica vittima innocente di mafia a Cinisi, ce ne sono altre due: Guerrino Miglioranzi, un carabiniere veneto ucciso nell’aprile del 1945 e Salvatore Zangara, ucciso nell’ottobre 1995; a entrambi sono dedicate targhe commemorative e a Guerrino anche una strada.
Seconda tappa: Capaci
Prendendo l’autostrada in direzione Palermo, a circa un quarto d’ora da Cinisi ci ritroveremo all’uscita autostradale più tristemente famosa d’Italia; infatti, questa uscita ha assistito, il 23 maggio 1992, alla morte dei magistrati e coniugi Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Ora nello stesso luogo sono presenti due alte colonne che ricordano l’accaduto da entrambe le corsie per senso di marcia e sotto al cavalcavia dove è accaduta la strage è presente un giardino della memoria, con alberi intitolati alle vittime di mafia.
Sempre dall’autostrada, alzando il proprio sguardo sulla vallata est, proprio al di sotto delle montagne, potrete vedere una piccola casetta bianca con un grande murales che riporta scritto “NO MAFIA”: da quel casolare è stata innescata la bomba che ha dato vita alla strage.
Terza e ultima tappa: Palermo
Credo che sia difficile vivere Palermo da turista che non sa nulla di mafia e antimafia, contemporaneamente è impossibile viverla se invece stai cercando dei luoghi di memoria.
Palermo è essa stessa memoria delle stragi di mafia: è la memoria del passaggio di Cosa Nostra. Palermo ha visto tutto e ha moltissime ferite che si stanno lentamente rimarginando, ma ancora adesso è palese, guardandola, che la mafia sia ancora una grandissima spina nel fianco per questa città.
Palermo è memoria perché ogni angolo è pieno di epigrafi e vie intitolate alle vittime innocenti di mafia lì uccise, la memoria ti si presenta di fronte in mille modi differenti ma tutti piuttosto silenziosi.
I grandi luoghi di memoria a Palermo sono i due alberi dedicati a Falcone e Borsellino. Quello di Falcone si trova in Via Emanuele Nortarbolo (sindaco di Palermo ucciso dalla mafia), quello di Borsellino invece in Via D’Amelio, dove è esplosa la bomba, sotto casa di sua madre.
Questi due luoghi sono importantissimi non solo per la rilevanza storica delle persone a cui sono essi dedicati ma bensì per il passaggio delle persone che lasciano oggetti e biglietti di ogni tipo con dediche e pensieri alle vittime delle due stragi, facendo di questi luoghi dei santuari laici a cielo aperto.
Inoltre, ho poi visitato dei luoghi a me cari per le vittime di mafia che sono lì state uccise, come davanti al vecchio Bar Lux, dove venne ucciso il poliziotto e capo della squadra mobile Giorgio Boris Giuliano il 21 luglio 1979, a lui attraverso un progetto del Presidio di Libera Genova abbiamo dedicato un osservatorio sulle mafie in Liguria.
Ho visitato anche, in Via dei Cipressi, la targa commemorativa al magistrato Pietro Scaglione e al poliziotto Antonino Lo Russo, uccisi il 5 maggio 1971, per i quali avevo scritto un altro articolo durante Mafi:Out.
Se vai a Palermo in cerca di antimafia sociale devi assolutamente visitare il museo del No Mafia Memorial, dove all’interno potrai trovare mostre temporanee e permanenti che spiegano i fenomeni mafiosi siciliani e il loro andamento nel tempo.
Conclusioni
Le conclusioni dopo questa carrellata di luoghi di memoria sono state difficili da trarre perché avevo molte domande in testa, così prima di tornare a Genova sono tornata da dove ero partita, a Casa Memoria Impastato dove lɜ attivistɜ mi hanno saputo rispondere.
In primo luogo, mi è parso che i presidi impegnati socialmente sul territorio fossero pochi o che comunque di come l’esempio di casa memoria non ce ne fossero molti: a Palermo tutto parla di memoria, ma è difficile trovare qualcuno che davvero ti spieghi come funzioni e sia organizzata adesso sul territorio.
Sono in realtà presenti collettivi e presidi di Libera che lo fanno, però la memoria che ho percepito a Palermo è per lo più silente rispetto a quella risonante di Casa Impastato.
La seconda domanda che mi è sorta osservando Cinisi è quale fosse stata la reazione da parte delle istituzioni comunali, ma anche da parte della cittadinanza:
Così le persone di Casa Memoria mi hanno spiegato che effettivamente i cittadini guardano quasi di buon occhio la casa stessa ma che essi non ne vogliono avere a che fare; la stessa cosa accade per il Comune che guarda con indifferenza le attività di Casa Memoria, che attrae infatti più persone da fuori che dall’interno.
In generale il clima rispetto agli anni scorsi è molto migliorato ma è difficile smuovere le acque stagnanti lì presenti.
Il mio invito personale è di andare a vedere con i propri occhi e a toccare con mano la realtà siciliana, prendere parte alle grandi manifestazioni del 7 dicembre e 9 maggio a Cinisi in memoria di Felicia e Peppino.
Giallo, arancione, rosso,
grigio, nero, marcio,
mare, alghe, sole,
rocce, alte, secche,
frutti, fiori, profumi,
pallottole, sangue, morti,
tradizione e omertà,
bellezza e paura,
Sicilia.
Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine
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