Industria tessile

La sostenibilità nell’industria tessile | I consigli di Zena Verde

Il riciclo è un vero e proprio stile di vita. Zena Verde vi porta alla scoperta del vintage e della sostenibilità nel mondo della moda.
30 Luglio 2021
3 min
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Negli ultimi articoli abbiamo parlato di sostenibilità ed ecologia negli ambiti più semplici in cui intervenire e soprattutto più conosciuti. Non tutti sanno che però, l’industria tessile è uno dei settori maggiormente inquinanti.

Le filiere produttive dell’industria tessile coinvolgono paesi in ogni parte del mondo, dove è ormai diventato difficile esercitare un reale controllo, così come valutarne gli impatti reali. 

L’industria tessile è tutt’oggi una delle industrie più inquinanti al mondo, producendo in un anno più CO2 di tutto il traffico aereo e marittimo messi insieme, guadagnandosi così il quarto posto nella classifica dei settori produttivi più inquinanti del mondo. Inoltre, è bene sottolineare che il settore della moda produce il 20% dello spreco idrico globale.

L’impronta idrica, infatti, è un ottimo indicatore per comprendere il reale impatto dell’industria tessile sull’ambiente: basti pensare che per produrre una maglietta di cotone sono necessari circa 2.700 litri d’acqua, la stessa quantità necessaria al fabbisogno di una persona per due anni e mezzo.

Ma non è tutto. Circa l’85% dei tessuti (21 miliardi di tonnellate ogni anno) vengono gettati direttamente nelle discariche, mentre solo l’1% dei tessuti viene riciclato correttamente.

A causa dei lavaggi dei capi d’abbigliamento nelle lavatrici domestiche, mezzo milione di tonnellate di microplastiche finisce negli oceani. Infine, è stato calcolato che per ogni kilogrammo di tessuto prodotto, si ha una generazione in media di 23 kg di gas serra.

Ormai abbiamo imparato a conoscere il concetto più ampio di sostenibilità, che non deve includere solamente la componente ambientale, ma anche quella sociale ed economica.

La vera sostenibilità nell’industria tessile si attuerà quando il prodotto che verrà creato rispetterà anche la salute dei lavoratori, quella dei consumatori e, soprattutto, i diritti umani.

Le buone notizie, però, arrivano anche nel settore della moda, rendendo possibile nuovi approcci alla sostenibilità nell’industria tessile. 

I trend di innovazione riguardano principalmente le materie prime, i risparmi energetici e idrici, il riciclo nei processi produttivi, il management con il controllo della supply-chain e la gestione delle certificazioni. 

Tra le attività trainanti ci sono quelle legate all’economia circolare per la produzione di materie prime derivate dal riciclo, scarti valorizzati da lavorazioni ad alta tecnologia. È importante infatti valutare il ciclo di vita dei materiali e il grado di sostenibilità in base alle possibilità offerte del prodotto post-consumo.

La nostra penisola possiede già un vantaggio di partenza: il made in Italy è di per sé un eccellente marchio di sostenibilità. Se contrapposto alle realtà delle grosse catene di fast fashion, il made in Italy rappresenta una realtà concreta che garantisce un ridotto impatto ambientale del prodotto.

I consigli di Zena Verde

Ci sono diverse soluzioni per cercare di risolvere i problemi e partecipare alla rivoluzione verde. Una di queste è Guppyfriend, il primo dispositivo progettato e commercializzato specificatamente per prevenire l’inquinamento di microfibre derivanti dai lavaggi domestici dei capi d’abbigliamento.

Questo dispositivo è un sacchetto per lavatrice: si inseriscono i capi nel sacchetto per poi posizionarlo nel cestello della lavatrice e, alla fine del lavaggio, pulirlo dai residui di fibre. La sottile trama di cui è composto il sacchetto sarà infatti in grado di trattenere fibre e microplastiche con un diametro superiore a 15μm. 

Tuttavia, la scelta più sostenibile in assoluto rimane l’acquisto di abbigliamento di seconda mano o abbigliamento vintage.

Sono diversi i punti vendita vintage presenti sul territorio genovese, tra cui ricordiamo: Man And The City Vintage, Papillon, Lipstick Vintage, Retrovita Vintage e Mash Vintage. La maggior parte di questi negozi si trovano nel centro storico della nostra città. (Articolo di wall:out Realtà ecosostenibili a Genova: dal cibo ai capi di abbigliamento, dove acquistare e perchè)

Per farvi conoscere meglio questa realtà e darvi l’occasione di cimentarvi in questo nuovo modo di fare “eco-shopping” vi presentiamo Rechiclo, un progetto di Alessandra Font, nata a Pegli, classe 1993. 

Complice l’inesauribile tempo a disposizione ho cominciato a liberare la casa da vecchi vestiti accumulati da me e da mia madre vendendoli inizialmente su Depop. Mi sono affezionata ai concetti di minimalismo e di sostenibilità, ho cercato e cerco tuttora di rendere più accattivante e divertente il fatto di indossare capi vecchi, presi magari dall’armadio della nonna o in qualche mercatino vintage. 

Industria tessile
Foto di Alessandra Font – Rechiclo

Cerco attraverso i miei contenuti Instagram di far capire alle persone che tutto quello di cui abbiamo bisogno esiste già, basta guardarlo con occhi diversi e saperlo riadattare. Il nome Rechiclo infatti nasce da questo concetto, capi riciclati che diventano nuovamente chic. 

Industria tessile
Foto di Alessandra Font – Rechiclo

Acquistare capi di seconda mano o recuperare quelli che si hanno già nell’armadio è un modo per ridurre gli sprechi e di conseguenza ridurre l’impatto che abbiamo sul pianeta. Mi sto dedicando completamente a questa attività e sto crescendo insieme a lei. Al momento mia nonna mi sta dando una mano nelle riparazioni ma i progetti sono quelli di avere un vero e proprio laboratorio in cui raccogliere i vecchi capi e riportarli alla luce: insomma di Rechiclarli!

Immagine di copertina:
Foto di Jonathan Borba 


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Zena verde nasce dall’idea di due giovani donne genovesi Giulia e Marta. Con due percorsi formativi totalmente differenti, la prima in Comunicazione e Diritti Umani la seconda in Ingegneria Edile-Architettura. Unite dalla passione per il mare, per Genova e contro ogni forma di ingiustizia, decidono di dar vita a Zena Verde, che vuole essere una rubrica promotrice del cambiamento attraverso l’informazione e la scoperta di realtà locali, sostenitrici della nostra rivoluzione eco-sostenibile.

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