Gentrificazione: Genova will never be Venice

Genova will never be Venice

Genova ha puntato sul turismo, ma il turismo è un'industria con esigenze che non coincidono con quelle dei cittadini. Che prospettive ci sono?
24 Marzo 2024
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L’estate 2023 si è chiusa con le solite litanie di record, soddisfazioni e lamentele legate al turismo e le aspettative del settore per il 2024 sono altrettanto alte. 

Genova ha rinunciato al suo ruolo industriale e verrebbe da dire “Per fortuna!”… È un discorso che riguarda molti luoghi in Italia e con implicazioni enormi, riguardanti l’economia nazionale e globale, la delocalizzazione, i consumi, i trasporti, gli equilibri geopolitici.

Sta di fatto che forse l’unico vero rilancio che è stato fatto dal tramonto dell’industria pesante è stato nei confronti della logistica e del turismo e questo è un problema.

Sul fronte del turismo ciò è stato fatto all’inizio cautamente, un lavoro certosino portato avanti dalle varie amministrazioni negli ultimi 30 anni e che risale alle Colombiadi del ’94 e al rinnovamento del Porto Antico (articolo di wall:out Dalle Americhe al Porto Antico. Dalle Caravelle all’Expo di Genova).

Ripulire dallo smog i palazzi rinascimentali (chi ricorda via San Lorenzo carrabile e fuligginosa? E il vecchio altoforno?) e piazzare sulle cartine turistiche italiane la città di ferro e carbone del nord richiedeva attenzione e pazienza. 

Un percorso passato per l’insediamento della facoltà di Architettura in Castello, per Genova Capitale della Cultura nel 2004 e il riconoscimento dei Rolli come patrimonio Unesco nel 2006 (e non il centro storico nella sua interezza, come racconta la vulgata), e che ha preso una velocità impressionante sotto la direzione del sindaco Bucci

Certo, è una visione concentrata sul centro storico e dintorni.

Chi non sta in centro non patisce tutto questo, l’unico altro posto davvero invaso probabilmente è solo Boccadasse, di cui negli ultimi giorni s’è proposta una illuminazione da presepe in nome dell’instagrammabilità.

Molti abitanti dei quartieri più lontani dal centro o se ne infischiano fino a quando certi progetti non stendono metastasi fino alle colline oppure si compiacciono dell’iniziativa del sindaco manager, soprattutto quelli che vivono nei quartieri del ricco Levante, tradizionale bacino elettorale della destra e sempre intoccati da progetti stravolgenti. 

Molti forse credono ancora nella favola della trickle down economy per cui la grande ricchezza di pochi va a beneficiare tutti. Altri pensano semplicemente che queste iniziative, questo riportare Genova nei radar internazionali, questa attività frenetica, siano un segnale di rinascita per una città percepita, non a torto, come morente.

Il sindaco cavalca questa narrazione, seppur con strafalcioni (a partire dal famigerato “più bel sobborgo di Milano” con cui cominciò la sua carriera), e si incaponisce contro i dati che danno la popolazione in calo costante, cercando di dimostrare il contrario con calcoli stiracchiati delle celle telefoniche LINK2.

D’altra parte sembrava una buona idea, era una buona idea?

Una città più internazionale, finalmente apprezzata per le sue bellezze culturali e non solo per le bobine di acciaio, i fuochi dell’altoforno e le riparazioni navali.

Per anni i critici di queste mutazioni, come Cassandre, sono stati inascoltati. E molti di questi critici probabilmente erano i primi a pensarsi esagerati. In molti ci si è detti che il centro storico genovese era costitutivamente resistente ai fenomeni di stravolgimento legati al turismo e al cambiamento del tessuto sociale.

La gentrificazione non può funzionare, il turismo non ci avrà. 

Una scritta su un muro dei vicoli nei pressi di via della Maddalena dice “Genova will never be Venice”, “Genova non sarà mai Venezia”: frase che vuole esprimere un’aggressiva resistenza o un’ingenua speranza? 

Gentrificazione: Genova will never be Venice
Warning Gentrification In Progress. Foto di Federico DS.

La gentrificazione viene definita dalla Treccani:

“Riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane”.

Sembra una cosa innocua se non raccomandabile, un fenomeno quasi naturale. È ovvio che recuperare palazzi più o meno fatiscenti, migliorare le infrastrutture e le condizioni di vita in un quartiere sia una cosa positiva, ma è spesso, troppo spesso, una tecnica calcolata dalle amministrazioni che finisce per beneficiare poche persone già benestanti e penalizzare altre categorie in difficoltà. I grandi proprietari, certo, gongolano, gli speculatori, le banche. Non certo chi vive in affitto, i giovani, gli immigrati. 

Gentrificazione: Genova will never be Venice
No al Turismo da Crociera. Foto di Federico DS.

Sul turismo e la turistificazione invece, basta rilevare un’ovvietà: i turisti non hanno bisogno di quello di cui hanno bisogno gli abitanti della città. Il turismo di massa richiede infrastrutture e servizi inutili per chi turista non è (articolo di wall:out Genova capitale delle crociere.. e del turismo insostenibile!).

Inoltre, come la gentrificazione, fa lievitare i prezzi, fenomeno di cui beneficiano i proprietari e le grandi aziende del settore. Gli armatori, gli immobiliaristi e gli edili premono su palazzo Tursi per aumentare il loro giro d’affari e  i cittadini vengono stritolati dai croceristi.

Genova will never be Venice
Folla in Via San Lorenzo. Foto di Federico DS.

Un’industria estrattiva

Il turismo è un’industria e un’industria estrattiva, come una miniera. Richiede strade, macchinari, infrastrutture apposite, richiede di radere al suolo cose e costruirne altre e se la destinazione turistica perde di rilievo, lascia solo rovine inutili. Sostituisce ai fumi delle acciaierie quelli delle navi.

I lavori più comuni legati alla ristorazione e all’hotellerie in Italia sono tradizionalmente mal pagati, spesso in condizioni ambigue e poco tutelate, e in generale non sono considerati particolarmente soddisfacenti, senza grandi prospettive.  

La combinazione di gentrificazione e turistificazione è evidente per chiunque abbia vissuto il centro storico negli ultimi 20 anni e più, soprattutto dopo la pandemia di Covid.

Emblematica in questo senso è stata la concessione di moltissimi dehors a titolo gratuito per sostenere i locali in difficoltà, misura emergenziale che è diventata normalità. 

Genova will never be Venice
Focaccia e Pesto. Foto di Federico DS.

Strade un tempo effettivamente malfamate e pericolose, per qualche anno sono state piacevolmente vivibili e ora sono trasformate in insopportabili dehors continui, piazzette trascurate ora sono invase dai tavolini e dalle comitive, i prezzi degli affitti sono sempre più alti, stravolti da Airbnb e dagli affitti brevi, resistono sempre meno negozi di quartiere spodestati dalle trappole per turisti con nomi in dialetto che vendono pesto e focaccia in varie declinazioni.

Alcune panetterie non fanno più pane, che è una necessità degli abitanti, ma solo focacce per i turisti. Il vecchio baretto si rinnova e impara a servire calici di spritz annacquato e raddoppia i prezzi, o perisce. Il tessuto sociale che sembrava impedire certe derive semplicemente si esaurisce per cause naturali. 

La “città vecchia” alla De André diventa solo una cartolina turistica da sfoggiare: lo stesso cantautore è stato sfruttato fino alla stucchevolezza.

D’altra parte i vecchi ubriaconi, le prostitute, i matti, i marinai in pensione, convenientemente non vivono troppo a lungo, i figli vendono l’appartamentino o affittano su Airbnb. Gli studenti poco a poco non possono più permettersi le stanze, così come gli immigrati extraeuropei.

Nel dubbio, in nome del decoro, periodicamente partono delle strette su chi vive ancora la città, non seduto ai tavolini dei bar (articolo di wall:out Genova brinda al classismo: la birra in spiaggia come simbolo di resistenza).

Immagine di copertina:
Genova Will Never Be Venice. Foto di Federico DS.


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Ha studiato cose noiose e poi fatto tutt'altro. Non gli piace stare troppo a lungo nei posti. Politica italiana e non, Genova e scienze sociali sono tra le cose che lo fanno arrabbiare e di cui scrive oppure ha scritto qua e là su theZeppelin, Dinamopress, theVision. Se può cammina in montagna, disegna e gioca con i gatti.

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