Brulica fra i vicoli, viva e chiacchierona, con l’intensità di un fiume in piena sui suoi argini: è la poesia. Ma non solo quella appesa sui lampioni, né tantomeno quella scritta sui libri: quella di cui leggerai oggi è una poesia umana, ruvida, cantata, parlata e stropicciata. Quella di cui leggerai oggi è la poesia di Genova Slam, della performance e della partecipazione.
Se la cosa ti incuriosisce, te lo dico fin da subito: sabato 9 Aprile, sul palco di La Claque, potrai partecipare ad una delle più belle serate della tua vita. Sto esagerando? Vieni a provare e capirai che non è assolutamente così. Nel mentre, però, lasciatelo raccontare da chi questa atmosfera la vive da sempre: Andrea Fabiani e Filippo Balestra.
Sono stati proprio loro, insieme a poeti di tutta Italia, a dare inizio a quella che è la realtà di Genova Slam, nata, come dicono loro, un po’ per caso, come una sorta di “ostello della poesia”.
Nonostante avessero già organizzato vari spettacoli di slam in Liguria, il primo momento in cui il collettivo ha preso questo nome è stato in occasione dei Nazionali della L.I.P.S. – Lega Italiana Poetry Slam- del 2016, svoltisi a Genova assieme al Festival Internazionale della Poesia. Questo avrebbe ripagato il viaggio di tutti i partecipanti, che però sarebbero arrivati a Genova senza un posto per dormire.
Così, Filippo e Andrea, oltre ad essere coinvolti nell’organizzazione dello spettacolo, si sono ritrovati a giocare “adotta un poeta” con i genovesi. Non un’impresa semplice, ma di sicuro addolcita dal fatto che molti di loro abbiano lasciato dei versi in dono a chi li ha ospitati!
E dopo un’esperienza simile, chi volete che li fermi più, questi di Genova Slam?
La rivoluzione poetica di cui parlavamo all’inizio va ormai avanti da tempo e soprattutto, come dice Fabiani, ad una velocità sorprendente.
Ma fermiamoci un secondo, per chi di voi ancora non sapesse cosa è un poetry slam
Si tratta, come avrete immaginato, di una roba dove la poesia è davvero importante, anche se non come ci è stato detto a scuola.
Viene messa al centro, sia dal pubblico che dai poeti, che si sfidano “a colpi di versi” in una serata dove sì, ci sarà un vincitore, ma la cosa importante (e in questo caso per davvero!) è divertirsi, mettersi in gioco e lasciarsi trasportare totalmente dall’esperienza (in caso voleste saperne qualcosa in più, qui su wall:out abbiamo già un articolo che spiega più nel dettaglio che cos’è uno slam. Eccovelo qui)
Ai poetry slam, infatti, potrete incontrare i più disparati tipi di persone: poeti che cantano, ballano, usano la lingua dei segni, urlano, improvvisano o parlano in dialetto, ma non solo!
Lo spettacolo non si limita infatti al solo palco, ma arriva fino a un ricchissimo dietro le quinte, dove si respira aria di amicizia e di famiglia. Gente che va, viene e torna, tutto ciò solamente per poter respirare ancora l’atmosfera magica che si crea non appena inizia lo spettacolo.
Spettacolo che, diciamolo, Filippo e Andrea sanno allestire proprio bene. Perché se è vero che tanto fanno pubblico e poeti, è anche vero che i presentatori e organizzatori hanno un ruolo cruciale per la buona riuscita di una serata. Loro dicono che il segreto è divertirsi, e vedendoli non ci si stupisce affatto.
Fra battute e risate, sono in grado di coinvolgere il pubblico forse addirittura di più dello stesso voto interattivo (perché sì, agli slam anche chi guarda ha un ruolo fondamentale).
Sono proprio loro, tra l’altro, a sottoporsi per primi al giudizio del pubblico, con un’iniziativa davvero particolare. I due hanno infatti trasformato il momento del sacrifice, in cui di norma si recita la poesia di un poeta fuori gara perché la giuria nel pubblico possa sciogliersi un po’ prima del torneo vero e proprio, in un’occasione per giocare e sfidarsi fra loro.
Il premio per chi vince questa piccola gara? Ovviamente, una birra! E per gli slammer? Applausi, magari un po’ di vino e, nel caso degli eventi organizzati qui a Genova, le bellissime locandine di Little Points (su Instagram la trovate come @ipuntisonotre e noi, ovviamente, non possiamo che consigliarvi di seguirla).
Siete curiosi di vederne una? Eccovi qui quella delle finali che si svolgeranno sabato! Se siete curiosi di sapere chi se l’aggiudicherà, non vi resta che venire.
Ma cos’altro c’è da dire, sugli slam? E su quelli che li organizzano?
Finiamo con lo sfatare un po’ di voci, tipo quella di chi dice che per colpa di queste serate “uccideremo la poesia”. Una responsabilità bella grossa per un pugno di persone, ma che comunque se lo sentono dire spesso, a causa della mancanza di quel contesto polveroso e istituzionale a cui spesso la poesia è legata.
Certo, a uno spettacolo di slam non trovereste Leopardi o D’Annunzio, ma quando mai si è vista l’arte rimanere ferma al suo posto?
Quello degli spettacoli slam è un mondo che ha davvero poco da spartire con, ad esempio, quello dei concorsi di poesia. È un’occasione per esercitare il proprio senso del poetico, stupirsi, e chiedersi una volta per tutte cosa vogliano dire per noi tutte queste cose. Per sentirsi accolti da una realtà spesso percepita come troppo distante da noi, e magari iniziare ad apprezzarla (vi basti sapere che, se siete fan della stand-up e del teatro, molto probabilmente vi sentirete a vostro agio pure durante un poetry slam).
Che aspettate, dunque, per venire a provare?
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Immagine di copertina:
Illustrazione di Little Points
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