Con le parole ovunque - intervista a Francesco Terzago e MisterCaos

Con le parole ovunque: l’intervista

Francesco ha intervistato Francesco Terzago e MisterCaos, gli autori della recente pubblicazione “con le parole ovunque”, sul tema della poesia di strada.
15 Settembre 2021
5 min
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Francesco Terzago e MisterCaos sono gli autori della recente pubblicazione “con le parole ovunque”. Il volume, edito da agenziaX, è una raccolta di saggi di Terzago e di testimonianze scritte e fotografiche di MisterCaos sulla poesia di strada in Italia.

Carissimi Francesco e MisterCaos, prima di addentrarci nella discussione sul vostro nuovo libro, presentatevi ai lettori di wall:out.

Francesco: Io ho studiato Linguaggi e tecniche di scrittura a Padova e Storytelling politico alla Scuola Holden di Torino, sono autore di poesie, saggistica e racconti fotografici da una decina di anni. Ho collaborato con riviste e istituzioni accademiche, anche come insegnante di italiano. Mi piace pensare di essere sempre in movimento sul confine tra parole e immagini.

MisterCaos: Io mi occupo a 360 gradi di poesia di strada. Autodidatta, studio e pratico l’inserimento di parole nello spazio urbano da poco meno di un decennio, in forma libera e indipendente. Ho collaborato con diversi festival ed associazioni, e ho avuto l’opportunità di esporre i miei lavori per mostre e gallerie, a cielo aperto e non. In via privata, mi occupo anche di comunicazione digitale.

La poesia di strada, così come la street art, è per natura effimera. Viene consciamente “regalata” alla strada. Quali sono state le vostre riflessioni in merito alla documentazione permanente di un fenomeno fugace?

F: Era nostra intenzione documentare la poesia di strada non come “bene culturale” fatto e finito ma come processo e quindi il fenomeno in divenire, in tutte le sue forme. Il nostro libro non è un ricettario, ma una raccolta di elementi che cercano di descriverne la storia (recente), il ruolo sociale e la contaminazione dello spazio urbano. qui foto 1

M: Abbiamo messo su carta la nostra risposta alla domanda “Che cos’è la poesia di strada?”; non per archiviarne una definizione oggettiva e universale, ma per documentarne l’importanza in quanto fenomeno storico, artistico e sociale.

Con le parole ovunque - intervista a Francesco Terzago e MisterCaos
Francesco Terzago in lettura. Foto di Francesco Terzago

Sul confronto tra street art, graffiti e poesia di strada, mi viene in mente come nell’intervista per wall:out, Rois_One mi avesse comunicato l’intenzione di adottare un linguaggio decodificabile dal pubblico e che non si rivolgesse più, in via quasi del tutto esclusiva, alle comunità di writers, dove buona parte del gesto sta nella firma, e quindi nella dichiarazione di “presenza” dell’artista stesso. In questo senso la poesia di strada nasce già con l’intenzione di rivolgersi a tutti, e talvolta non è nemmeno riconducibile a qualcuno.

Mi chiedo, perciò, quanto sia importante per te, MisterCaos, che le tue poesie siano chiaramente riconducibili alla tua identità artistica.

M: Effettivamente ne vengo anch’io dal mondo dei graffiti, che sono stati fonte di attrazione personale per il ruolo comunicativo che adottano. Il nome MisterCaos è infatti figlio di quell’eredità urbana e della necessità di agire nell’anonimato quando con l’affissione di alcune poesie protestai contro alcune minacce di stampo mafioso nel mio quartiere.

Ho poi capito che quello che mi aveva portato ad adottare il linguaggio della poesia di strada era proprio il rapporto faccia a faccia con il luogo in cui operavo, le persone con cui mi interfacciavo e le dinamiche che ne scaturivano; di conseguenza ho abbandonato l’anonimità e ho mantenuto il nome d’arte perché tutt’ora ci tengo ad instaurare un dialogo chiaramente riconducibile a me. Voglio essere un interlocutore raggiungibile.

Con le parole ovunque - intervista a Francesco Terzago e MisterCaos
MisterCaos al lavoro. Foto di MisterCaos

Sul tema dell’identità artistica ero curioso di sentire un breve resoconto delle osservazioni fatte in merito da Francesco durante il suo periodo di vita e studi sull’arte urbana a Guangzhou, in Cina.

Graffiti a Guangzhou. Foto di Francesco Terzago

F: Io ero partito per la Cina proprio con l’idea che la street art associasse al suo gesto una necessità politica o di urgenza sociale. La mia esperienza invece mi ha fatto capire che in moltissimi casi c’è semplicemente una volontà personale di “brandizzarsi” e di aumentare la propria visibilità in quanto artisti.

All’epoca del mio viaggio (’12 -’14), la Cina aveva una delle legislazioni più permissive nei confronti degli artisti di strada, ovviamente a patto che non ci fossero critiche nei confronti del governo cinese. La Street art in Cina, infatti, fa parte di quel soft power anglo-americano che ha sostituito e cancellato buona parte delle forme di creatività urbana originali dell’Asia, assumendo al tempo stesso un ruolo di “innocuo” muralismo. 

Questo per dire che l’arte urbana in generale assume ruoli e funziona secondo dinamiche diverse a seconda del luogo e del periodo storico in cui si manifesta.

A proposito di analisi su più fronti, il vostro volume mi ha coinvolto proprio perché è una raccolta di elementi diversi fra loro (saggi, foto, racconti etc.) che insieme compongono un mosaico vivo e coerente. Come avete deciso la struttura del libro?

M: Io mi sono rivolto a Francesco perché lo stimo come saggista e linguista, e sapevo che avrebbe potuto aiutarmi nella realizzazione di quest’opera. Alla fine la struttura si è formata in fieri. Siamo partiti con una sua analisi e abbiamo proseguito aggiungendo un tassello alla volta, prima le mappe, poi le schede autore… fino al glossario e alla galleria di foto.

F: Io, pur essendo all’interno del mondo della poesia, ho avuto bisogno di rivolgermi a Caos per attingere dalla sua conoscenza ed esperienza dell’aspetto “urbano”, e ho sempre cercato di trattare il fenomeno da una certa distanza prospettica, onde evitare pregiudizi o protagonismi. Volevamo un libro “agile” e non un manifesto. 

Con le parole ovunque - intervista a Francesco Terzago e MisterCaos
Collage Press Kit con le parole ovunque. Foto di Terzago e Caos

Siete soddisfatti del lavoro svolto? Avete in piano di pubblicarne una versione aggiornata?

M: È stata un’esperienza molto complicata, forse più del previsto. Sicuramente non saremmo riusciti a renderlo un lavoro completo senza l’aiuto di altri poeti di strada come ivan, Er Pinto e Decle che hanno spinto il progetto e hanno ampliato la nostra rete di contatti, alcuni altrimenti irraggiungibili.

Io poi non ho mai smesso di cercare e di annotarmi gli altri attori e le altre realtà legate alla poesia urbana, per cui l’intenzione di proporne una versione aggiornata c’è sicuramente. Il mio sogno poi sarebbe di allargare il focus fuori dall’Italia e quindi di raccontare la scena europea, quella sud-americana o asiatica.

F: Rimanendo in Italia si potrebbe invece approfondire il passato di questa pratica che noi abbiamo analizzato solamente fino ai primi anni 2000. Non c’è limite a quanto indietro ci potremmo spingere… potrebbe venirne fuori un Silmarillion della poesia di strada (ride).

Da buon wall:outer non posso lasciarvi andare senza chiedervi qual è il vostro rapporto con Genova e la Liguria?

M: La mia prima volta con Genova è stata nel 2014 quando fui ospite della seconda edizione del Festival internazionale della poesia di strada, che fu organizzata da Emanuela Caronti, co-fondatrice di Walk the line (articolo di wall:out Walk The Line: l’intervista).

Appena ventenne, fu una delle prime occasioni per me e per i miei amici di “operare” fuori dai confini milanesi e della Lombardia, quindi eravamo davvero entusiasti. Fu sicuramente un dialogo crudo e produttivo con la città, avendo scritto giorno e notte per i muri e le saracinesche di via Pré, tra le chiacchiere con anziani, prostitute e carabinieri.

Quest’estate ho poi avuto modo di partecipare al FestivArt di Lavagna che per il secondo anno ha ospitato tanti artisti ed incontri sul tema dell’arte urbana. Ne approfitto per ringraziare la giunta civica della città che lavora sempre molto duramente per far sì che una manifestazione tale possa avvenire anche in un momento difficile come questo. La Liguria è genuina e ha davvero tanto da dire e da dare, ma si percepiscono la fatica e le difficoltà burocratiche da navigare per far sì che tutto questo accada.

F: Genova ha del fuoco sotto le braci ed è sicuramente una piazza importante per il mondo della comunicazione. Io che vivo a La Spezia parlo per esperienza quando dico che secondo me la Liguria pecca di memoria corta in merito al proprio passato letterario che ha visto il passaggio della Neoavanguardia e di autori di grande rilevanza come Franco Fortini e Giovanni Giudici. 

Anche in ambito accademico non si attinge abbastanza da questo importante retaggio storico-culturale…

Vi auguro di trovare presto ulteriori stimoli per il futuro della vostra collaborazione!

Grazie! A presto

Immagine di copertina:
Foto di Terzago e Caos


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