Agedo Genova

Agedo Genova, LGBTQ+: le testimonianze di genitori

Agedo Genova, Associazione Genitori di Omosessuali Bisessuali e Trans, fa parte di una rete nazionale radicata in molte città | Dal blog Pieni di Giorni.
16 Aprile 2021
4 min
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Parliamo di Agedo, Associazione Genitori di Omosessuali Bisessuali e Trans, che è associazione nazionale ma da oltre dieci anni ha sede anche a Genova. Li abbiamo incontrati più volte, di solito prima delle diverse occasioni del Pride. Abbiamo simpatizzato, sono persone vere. Un gruppo di auto-aiuto di genitori uniti da obiettivi comuni, da angosce ma anche da pensieri positivi comuni, da amicizia profonda.

Hanno sfilato nei Pride chiamando ad unirsi a loro anche i genitori di ragazzi etero, perché, ci hanno detto, abbiamo bisogno di queste vicinanze. Genitori che si incontrano, si confrontano. 

Cercano anche di fare informazione nelle scuole ma dicono che non tutte sono disponibili ad aprire le porte a certi argomenti. Stando insieme hanno imparato ad abbracciare più stretti i figli, a ridurre le paure e gli stereotipi sulle identità sessuali proprie e degli altri. Là dove vedono discriminazioni si fanno avanti, educano al rispetto.

Ma Agedo si apre e accoglie per ascoltare e consigliare anche ragazzi che non sanno come fare coming out con gli amici e con la famiglia. E sono molto disponibili verso educatori e insegnanti che vogliono lavorare contro il bullismo omofobico, acquisendo informazioni sulle diversità per poi trasmetterle. In questa associazione, genitori e figli che devono affrontare questo cambiamento — che può essere anche molto traumatico — trovano una sponda, dell’amore, delle intelligenze, le braccia aperte di chi ha già vissuto e sa. “Siamo interlocutori per un dialogo che conosciamo” dicono.

Questa è la cronaca di una seduta di auto-aiuto che si svolgeva due volte al mese

Atmosfera di complicità. Una gran voglia di parlare, il che avviene per oltre due ore senza pause. Si tratta di un incontro avvenuto prima della pandemia nei locali di via Albertazzi a Genova, gli incontri riprenderanno, ma loro sono comunque sempre a disposizione di genitori e figli che hanno bisogno di non aver paura.

La pagina facebook di Agedo Genova è viva e vitale in questi giorni in cui si parla della legge Zan, contro le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, arenata in Senato per le destre. Del parroco di Bonassola cui Agedo Genova scrive una lettera aperta per il suo gesto rivoluzionario di non voler benedire le palme se non gli si consente di benedire le unioni civili.  Ma la pagina riporta anche le parole ficcanti, dritte al cuore, di Umberto Galimberti:

“Per crescere i figli in modo felice c’è una sola soluzione: le relazioni d’affetto, sia che si tratti, di una coppia etero sia che si tratti di una coppia omosessuale. Là dove vige l’amore si cresce bene, la dove vige la violenza o il gelo emotivo si cresce male”

Mamma di Jacopo:

Quando sono venuta qua non avevo sentimenti, solo nozioni. Non ero in grado di far crescere sentimenti. Capivo ma non comprendevo. Mio figlio di 17 anni mi aveva detto che era bisessuale. Qualcuno dei genitori di Agedo mi disse: i figli non sono piastrelle, sono figli, hanno un’anima. Ma un conto è dirlo, un conto è sentirlo. Ora lo sento. Quando aspetti un figlio e ce l’hai nella pancia ti chiedi sì se sarà maschio o sarà femmina, ma ti auguri soprattutto che stia bene. Così è per me oggi, con mio figlio di 17 anni. Nato una seconda volta”

Mamma di Francesco:

“Mi ha detto, mamma sono omosessuale. Ero spaventata per lui, che potesse soffrire molto, che facesse cattivi incontri. Noi genitori dobbiamo essere testimoni il più sereni possibile, metterci la faccia, spiegare, raccontare… anche l’Italia più cattolica la strada l’ha imboccata per capire, per accettare. Sono passati dieci anni, ora Francesco fa un dottorato in Scozia e ha un compagno da 4 anni”

Papà di Nicole:

“Quando mi ha annunciato: sono transessuale, io non sapevo nulla di questa condizione, ma neanche mio figlio sapeva qualcosa. Figli che si sentono solo sbagliati, che hanno patito chissà quanto da piccoli, che hanno incontrato compagni di scuola malvagi. E si affacciano su un baratro, su un mondo sconosciuto, insieme a te genitore, dove ti immagini di tutto, devianza, prostituzione. Non è così… la transessualità è uno sbarellamento ma poi assumi un’altra identità! Ora Nicola è Nicole. Con mia figlia va bene così. Ma se non ci fossero stati gli amici di Agedo, non so come avrei affrontato questa strada molto in salita”

Mamma di Sofia:

“Sono andata con lui a Bangkok per farlo operare. Ho avvisato anche gli insegnanti dell’altra figlia che sarei mancata per tre settimane e che avrebbe potuto essere, per questa nostra lunga assenza, più inquieta a scuola. Ho spiegato anche ai miei vicini che mio figlio sarebbe ritornato con il seno. Seguo una pagina facebook che parla di loro. E intervengo spesso, perchè spesso questi ragazzi hanno bisogno della parola forte di un genitore. Qua in Agedo poco tempo fa sono venute due ragazze a raccontarci che aspettavano un figlio, si respirava gioia famigliare… ora mi sento anche un pò zia”

Mamma di Luisa:

“A volte le persone mi chiedono: ma perché racconti i fatti tuoi, perché racconti di tua figlia in transizione? (che significa che sta facendo il percorso della transessualità). In realtà certa gente non vuole sapere niente per non essere a sua volta messa in crisi. Perché rompi l’equilibrio della normalità. Invece bisogna comunicare anche la propria difficoltà, senza l’aggressività che a volte comporta la sofferenza, ma con naturalezza. Io ne parlo in ufficio, in palestra… sono i diritti dei nostri figli”

Papà di Massimo:

“Lo stigma esiste ancora, eccome. Bisognerebbe bruciare le radici del pregiudizio. Le cose sono un po’ cambiate rispetto ad anni fa. In realtà con l’avanzare del riconoscimento, esce allo scoperto anche l’opposizione, duro conflitto con chi rifiuta. Finché i nostri figli sono fantasmi, con orientamenti sessuali non conformi, tutto bene, ma se si dichiarano e chiedono gli stessi diritti allora ecco insorgere lo stigma. Anche per cercare e trovare un lavoro, non è cosi facile. Secondo la mia esperienza. Certo io stesso mi sentivo una persona aperta, se il mio vicino mi avesse detto di essere omosessuale non avrei battuto ciglio. Quando è stato mio figlio a dirmelo, ecco, il mio pregiudizio, sulla pelle di mio figlio, è scattato, eccome. È una reazione emotiva, iniziale, comune a tutti noi genitori. Poi la superiamo chi più, chi meno. L’apertura mentale non è una frattura del cranio…”

Agedo Genova, organizzazione di volontariato nata nel 2009, fa parte di una rete nazionale radicata in molte città.

Il gruppo genovese si tornerà a riunire probabilmente nel Circolo Portuale di via Albertazzi, di questi tempi gli incontri si svolgono due volte al mese utilizzando la piattaforma zoom, chi fosse interessato a parteciparvi può scrivere alla mail agedo.genova@gmail.com.
Sul sito Associazione Agedo Genova tutti i contatti.

Articolo di:
Donata Bonometti, dal blog Pieni di Giorni

Immagine di copertina:
Fotografia Associazione Agedo Genova


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