“Voci”: un’inedita Valeria Bruni Tedeschi a Genova

“Voci”: un’inedita Valeria Bruni Tedeschi a Genova

“Voci” è un’ottima pellicola thriller poco nota con interpretazioni che lasciano il segno in una Genova pre-G8.
27 Settembre 2024
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A Genova abitano nello stesso palazzo Michela Canova, praticante giornalista a ‘Il Secolo XIX’ e Angela Bari, figlia di una famiglia benestante. La prima è introversa, inconsapevole della propria natura volitiva e che convive con un uomo che dice di tenere a lei; la seconda è più giovane, libera, bella quanto spensierata, sempre gentile con la sua vicina.

Una notte tempestosa, dopo una festa, Angela viene brutalmente assassinata nel suo appartamento in circostanze misteriose.

Michela decide quindi di indagare sul delitto di quella “mancata amica”, sfidando i propri complessi e scoprendo un passato inquietante: molte sono le voci che cercheranno di distoglierla dalla ricerca della verità, ma sarà la crescente fiducia che la donna ripone in Momcilo, uno slavo grande amico di Angela, che la porterà sulla strada giusta. 

Questa è la trama di uno degli ultimi film di Franco Giraldi, “Voci”, uscito nel 2002.

“Voci”: un’inedita Valeria Bruni Tedeschi a Genova
Valeria Bruni Tedeschi in un fotogramma del film. Crediti filmitalia.org

A metà strada tra il dramma familiare, il giallo e il thriller

Passato abbastanza sotto silenzio nel panorama cinematografico nazionale, vede protagonista l’attrice Valeria Bruni Tedeschi nei panni della praticante giornalista e dirimpettaia dell’assassinata, che tenta di scoprire la verità sulla sua famiglia e sul suo ipotetico assassino.

Tratto dall’omonimo romanzo di Dacia Maraini (però ambientato a Roma e la protagonista lavora in radio), qui le vicende si spostano in una città poco presente al cinema, Genova, tenebrosa ma luccicante che è lo scenario di un omicidio inspiegabile a metà strada tra il dramma familiare, il giallo e il thriller. 

Per me è un’opera degna di nota poiché, oltre ad avere una buona sceneggiatura, una musica eccezionale (di Maurizio Abeni) e la valida fotografia di Marco Pontecorvo (recentemente assurto a regista), è un film che mostra tantissimo Genova e i suoi dintorni nell’anno 2000: il porto con la sopraelevata che lo costeggia, l’acquario, la questura in via Diaz, il Teatro della Tosse, la stazione Brignole, Piazza San Siro, Piazza delle Erbe, la Salita delle Battistine, il Cimitero di Staglieno, Arenzano, la Villa Ceriana-Mayneri a Pieve Ligure.

Alcuni aspetti lo fanno sembrare, in certi momenti, simile ad una fiction Rai, ma poi prende un buon ritmo incalzante, con interpretazioni che lasciano il segno come quelle della stessa Bruni Tedeschi, insicura ma testarda giornalista, l’inquietante sorella della vittima Sonia Bergamasco ed Erika Blanc, la madre ormai dal cuore di ghiaccio per i lutti della sua vita; il tutto fino alla scoperta del colpevole che lascerà di stucco lo spettatore.

Immagine di copertina:
Salita delle Battistine, uno dei luoghi del film. Foto di Edoardo P.


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