A Genova conosciamo bene il valore del nostro mare. Fonte di ispirazione, di libertà, aria pulita, posti di lavoro e pescatori che tramandano la tradizione di famiglia in famiglia. Siamo genovesi e siamo gente di mare. Oro Blu
Con questo capitolo Zena Verde vuole concentrarsi principalmente sull’inquinamento di scarico urbano. Non ha l’obiettivo di fare polemica, ma di informare e sensibilizzare, di dare consigli e alternative. (leggi anche l’articolo 505 Kg di rumenta su wall:out)
Quando parliamo di oro blu ci riferiamo proprio alla ricchezza dei nostri mari e al loro mondo sommerso che ospita circa l’80% della vita sulla terra. Purtroppo, è ben noto quali siano gli impatti ed i conseguenti danni causati dall’uomo, dai suoi interessi economici e anche dal disinteresse dei cittadini. Sappiamo anche che sulla terra sono presenti circa un miliardo e mezzo di metri cubi di acqua, il 97% dei quali costituiscono l’acqua salata appartenente agli oceani, e il restante 3% costituito da acqua dolce sotto forma di laghi, fiumi, ghiacciai e acque sotterranee.
Quali sono le fonti di inquinamento delle acque?
Ci sono diversi tipi di inquinamento dell’acqua: civile, cioè derivante dagli scarichi delle città che si riversano senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare; industriale, e infine agricolo, che riguarda quel tipo di inquinamento legato all’uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere.
Gli scarichi industriali contengono una grande quantità di inquinanti e la loro composizione varia a seconda del tipo di processo produttivo.
Alcune delle numerose fonti di inquinamento dipendono da condizioni naturali come l’arsenico e il gas radon: il primo è presente naturalmente nelle rocce, mentre il secondo si infiltra nell’acqua sotterranea, ed entrambi sono nocivi per l’uomo e gli animali.
Tuttavia, la maggior parte dell’inquinamento dell’acqua è dovuto alle attività umane: direttamente o indirettamente.
Acque reflue e di scarico urbano
L’acqua sporca domestica e i rifiuti liquidi finiscono, nei Paesi Sviluppati, negli scarichi fognari e in seguito trattati e puliti prima di essere scaricati nei mari o nei fiumi.
Quando si parla di tali argomenti si fa riferimento ai prodotti utilizzati nella quotidianità: dal banale sapone per le mani, ai detersivi per la casa e prodotti di igiene intima. Senza dimenticare tutto ciò che si scarica nel wc e nei lavandini, come l’olio da cottura.
Nonostante i diversi trattamenti, queste acque non sono chiaramente pure e pulite come quelle che incontrano. L’acqua di scarico, infatti, trasporta batteri nocivi e sostanze chimiche che possono causare non solo danni all’ambiente – gli agenti patogeni sono noti per essere un comune inquinante dell’acqua – ma provocano anche gravi problemi di salute e malattie.
Di fatto, questo tipo di inquinamento ha un effetto determinante sugli ecosistemi.
Tali sostanze, dannose per tutte le specie, vengono assimilate attraverso l’alimentazione causando malattie e malformazioni. Nello specifico, quando parliamo di detersivi tradizionali, ci riferiamo ad agenti non biodegradabili che, una volta raggiunti fiumi e mari, sono responsabili dell’eccessivo accrescimento degli organismi vegetali e del conseguente degrado ambientale.
Come abbiamo già evidenziato precedentemente, anche l’olio esausto rientra tra gli agenti inquinanti più dannosi per l’ambiente. Questo, è un residuo che proviene dalla frittura di oli di semi vegetali e, le alte temperature a cui è sottoposto, causano una modifica della sua struttura polimerica: si ossida e assorbe le sostanze inquinanti derivanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari.
Anche laddove esistono impianti fognari adeguati, lo smaltimento di queste sostanze provoca danni ai sistemi depurativi, compromettendo il loro corretto funzionamento. Pertanto, l’olio vegetale esausto è un rifiuto che costituisce un grave pericolo se disperso nell’ambiente.
I consigli di Zena Verde
Kilo la sfuseria
Kilo è una piccola bottega nel cuore di Genova dove potrete trovare gli alimenti sfusi come pasta, riso, cereali, frutta secca e disidratata, prodotti zero waste e detersivi (ne abbiamo già parlato su wall:out in Realtà ecosostenibili a Genova: dal cibo ai capi di abbigliamento, dove acquistare e perché).
Nella sfuseria di via Ravecca non è prevista una spesa con imballaggi inutili e dannosi per l’ambiente! È possibile portare i propri sacchetti di tessuto, contenitori di vetro o di plastica che avete in casa oppure troverete in negozio dei sacchetti di carta sempre disponibili. Non ci sono dosi minime, potete prendere quanto volete di cosa volete. Due etti di pasta, mezzo vasetto di tisana, due dita di detersivo per la lavatrice. Va tutto a peso!
Kilo è solo una delle diverse realtà – ne verranno raccontate differenti a seconda dell’argomento trattato – presenti nella nostra città. Noi di Zena Verde abbiamo scelto il negozio di Olga proprio perché dà la possibilità di comprare quello che ti serve nelle quantità desiderate, senza sprechi e senza effetti collaterali per l’ambiente.
Il consiglio di oggi per far fronte all’inquinamento dovuto ai prodotti di scarico dalle nostre case, riguarda la sostituzione dei saponi tradizionali di igiene intima e detersivi destinati alle pulizie di casa. Abbiamo chiesto a Olga quali sono i costi e benefici di tale cambiamento e lei ci ha risposto così:
“I detersivi che ho sono ecologici e biodegradabili. Sono iper-concentrati, secondo me è una cosa molto utile perché ne basta pochissimo per fare la lavatrice. Il flacone può essere riutilizzato. Spesso i clienti mi portano i propri flaconi dei detersivi finiti, Alma mi porta anche le bottiglie dell’acqua, quelle di vetro della passata di pomodoro, del latte, barattoli di vari tipi e dimensioni. Questo sicuramente aiuta l’ambiente perché toglie completamente lo spreco degli imballaggi. Non inquina le acque essendo un prodotto ecologico, non irrita la pelle e aiuta anche il portafogli visto che ci vuole poco prodotto per ogni lavaggio. Lo stesso concetto vale per shampoo e sapone doccia liquidi. Insomma, basta davvero poco per fare una grande differenza e i benefici ci sono per tutti!”.
La raccolta dell’olio
Un ultimo step per rendere un po’ più sicuri e puliti i nostri mari è quello di non gettare nei propri lavandini l’olio esausto. È stato calcolato che in Italia si producono ogni anno 160 milioni di chili di olio vegetale esausto proveniente dalle famiglie (fonte Amiu). Si tratta dell’olio della frittura, del tonno in scatola o quello contenuto nei barattoli delle conserve o avanzato dall’insalata.
Spesso l’olio non è separato in modo corretto, ma gettato nel lavandino con un danno considerevole sia dal punto di vista economico che ambientale.
L’Amiu ha stimato che a Genova il depuratore comunale impiega almeno 3 kw/h di energia per trattare 1 kg di olio esausto. Questo, se differenziato correttamente, è riciclabile e risulta essere una risorsa preziosa: da un chilo di olio, infatti, si può ricavare biocarburante a basso impatto ambientale oppure glicerina per l’industria cosmetica.
Dove si butta l’olio esausto a Genova?
L’olio esausto può essere gettato presso tutte le isole ecologiche Amiu, gli Ecovan e le Ecocar che girano sul territorio. Attraverso il progetto Riciclolio, cofinanziato dal Programma Comunitario Life +, sono stati installati anche appositi contenitori distribuiti in alcune scuole, associazioni di quartiere e punti di aggregazione.
Sul sito dell’Amiu potrete trovare senza difficoltà i diversi punti di raccolta che coprono i principali quartieri di Genova. È a disposizione dei cittadini anche il servizio EcoVan+, ovvero un camioncino specifico allestito per la raccolta dei rifiuti ingombranti, pericolosi (tra cui l’olio esausto) e dei piccoli RAEE, che si sposta per tutta la città nei seguenti giorni e orari: Scarica qui il calendario delle 47 piazze.
Immagine di copertina:
Casa sul mare. Foto Zena verde
Scrivi all’Autorə
Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.