Ciao ragazzi, quali sono i nomi dietro al progetto OPLA e come vi siete conosciuti?
Ciao Francesco, in OPLA siamo in tre, Matteo Merini, in arte Frank J, è il rapper. Pietro Ottonello, in arte Pierrot, e Matteo Silveri, in arte Darko, i produttori e i DJ.
Frank J:
la mia passione per l’hip-hop nacque probabilmente alle scuole elementari. Fabri Fibra, Black Eyed Peas e 50 Cent erano in rotazione nelle mie cuffiette già all’epoca, anche se non sapevo bene cosa ci fosse dietro a quel genere musicale.
Poi conobbi un amico di mio fratello maggiore che il rap lo faceva e lo prendeva molto sul serio. Mi colpì come quella musica fosse qualcosa di davvero accessibile e personale: lui la stava facendo bene e pure in controtendenza con quelli che erano i suoni in radio e in televisione.
Così dalla terza media iniziai a scrivere le mie prime rime, anche senza musica, e a frequentare quel gruppo di amici. Cercavo qualcuno con cui collaborare, ma nel giro erano tutti più grandi… questo per me era un po’ un ostacolo. Poi un’estate mio cugino mi introdusse a un suo compagno di classe che produceva beat, Pierrot, e lì nacque la nostra amicizia e la nostra collaborazione.
Pierrot:
io prima di conoscere Frank J avevo iniziato producendo musica elettronica. Intorno al 2010 i generi di punta tra i ragazzi della mia generazione erano l’EDM della Spinnin’ Records o la Dubstep della UKF quindi partii da lì, con Ableton e un launchpad. Il mio percorso di ricerca musicale mi portò presto ad esplorare generi meno “commerciali” e così iniziai a produrre anche hard-style, techno e hip-hop. Poi trovai un collaboratore di produzione in Darko, che arrivava anche lui dall’elettronica e che come me stava cercando qualcosa di diverso.
Darko:
anch’io intrapresi un percorso simile a quello di Pierrot. Prima di iniziare a fare musica con lui infatti producevo insieme al mio caro amico 5how_Music, con il quale siamo poi tornati a suonare live dopo quasi dieci anni. Complice la passione di mio padre per il rap e la musica black mi avvicinai poi anch’io al genere.
Com’è nato il vostro progetto insieme e per quale motivo avete scelto questo nome?
Darko:
il progetto era nato sotto il nome di Insane Churma come collettivo hip-hop, ed era composto da più collaboratori. Tra il 2015 e il 2017 abbiamo rilasciato un mixtape, un EP e numerosi singoli/videoclip di un rap un po’ vecchia scuola.
Pierrot:
infatti come Insane Productions io e Darko avevamo già iniziato a pubblicare diversi pezzi e live set strumentali che esploravano la minimal, la techno e la dance, tutti generi che incorporiamo molto di più oggi come OPLA.
Darko:
volevamo proseguire in direzioni diverse e così il gruppo si è sciolto e siamo rimasti noi tre. Il nome OPLA lo avevamo pensato in una sessione di brainstorming fantasioso in quei giorni lì, quasi per gioco, e lo abbiamo adottato per il futuro.
Frank J:
nel bene e nel male quello di cui ci siamo resi conto era che la musica la volevamo fare per noi, per nostra soddisfazione personale. Non volevamo farla per piacere agli altri e nemmeno per professione. Questo secondo me ci ha liberato un po’ del peso di seguire certe dinamiche di comunicazione e relazioni social col pubblico che non ci appartenevano molto. Vogliamo condividere la nostra musica con gli altri ma ai nostri termini.
Ora abbiamo un sacco di materiale ma non ci sentiamo obbligati a pubblicarlo in un certo formato. Abbiamo rilasciato due album, Hubble e Starter Pack, un singolo con videoclip e ci siamo esibiti live su alcuni palchi… vedremo cosa ci riserverà il futuro.
Ripercorrendo il vostro passato invece, quali sono i luoghi di Genova che vi vengono in mente quando ripensate al vostro percorso?
Pierrot:
sicuramente i Giardini Luzzati, prima da ascoltatori alle varie esibizioni in piazzetta e poi come DJ al nuovo spazio archeologico per le serate del Crunch. Poi il Crazy Bull, dove passano e sono passati tanti artisti importanti della scena come Mezzosangue, Nex Cassel, Nitro…
Darko:
ma ti ricordi che ci eravamo intrufolati nel backstage per parlare con Nitro a fine concerto?
Pierrot:
sì, era il Suicidol tour, all’epoca eravamo parecchio presi dal suo disco e alla fine ci aveva pure dato la sua mail per inviargli le nostre produzioni… solo che il beat non glielo abbiamo mai mandato! (Ride)
Darko:
non eravamo pienamente soddisfatti di quello che avremmo voluto mandargli e alla fine abbiamo lasciato perdere (ride). Però in quel periodo ci siamo tolti altre soddisfazioni, prima esibendoci al centro sociale Zapata come collettivo hip-hop e poi al Casamia Club come DJ, dove peraltro siamo tornati poi l’anno scorso per le serate throwback anni 2000 del “SexyBack”.
Frank J:
siamo tanto legati anche ai luoghi in cui abbiamo registrato, prodotto e condiviso tanto tempo insieme. Prima in cantina da Pierrot, poi nelle sale di Principia Records a Sampierdarena; passando dal nostro primo studio autogestito a Sestri Ponente per finire qui a Prà.
Mi avete parlato del dove ma non del come. Avete un metodo preferito con il quale approcciarvi alla creazione della musica?
Pierrot:
è una bella domanda che ci siamo spesso posti noi stessi. Le situazioni di solito sono due: o produciamo una base che proponiamo a Frank J in separata sede, oppure facciamo una jam in studio e finiamo per rifinire quello che nasce come improvvisazione. Siamo sempre disposti ad adattarci alle esigenze di ognuno a seconda di come evolve il pezzo.
Frank J:
per quanto riguarda la scrittura il più delle volte ho qualcosa di pronto che ho elaborato nel tempo libero e che approfondisco una volta che ho la base.
Dò peso alle parole e al significato dei miei testi, ma può capitare, come per il nostro recente singolo PooPooLaLa, che l’ispirazione arrivi da una sfida tecnica: quelle rime girano intorno alle parole “come starci” o “come andarci” che ripeto più o meno all’inizio di ciascuna strofa e che interpreto in maniera diversa in ciascun verso.
Dove possiamo ascoltare la vostra musica?
Darko:
ci esibiamo come DJ per il SexyBack una volta al mese. L’ultima volta eravamo al Mako ma siamo stati anche al Casa Mia Club, al Tao Disco Club e al Mantra Club. Le nostre produzioni invece potete ascoltarle in occasione delle serate del Crunch nell’area archeologica dei Giardini Luzzati. Seguite gli organizzatori sui social per rimanere aggiornati!
Grazie ragazzi e in bocca al lupo!
OPLA è su Instagram e sulle principali piattaforme di musica in streaming.
Immagine di copertina:
Foto di Guido Sanguineti. Fonte Sexybackparty
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