La vita profonda, edizioni Nottetempo - Recensione

La vita profonda – Recensione

La vita profonda, è il primo romanzo scritto dalla genovese Martina Faedda che ti trasporterà in una storia logorante, toccante, delicata ma soprattutto liberatoria.
24 Luglio 2024
4 min
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La vita profonda, edita da Nottetempo, è una storia profondamente toccante e logorante, scritta dall’autrice Martina Faedda, che con il suo primo romanzo ci trasporta negli anni più difficili e fragili di una persona.

Martina nasce a Genova, classe ’98 e grazie alla sua esperienza personale di vita riesce a raccontarci, attraverso i suoi occhi e le sue parole, estremamente lucide, frammenti di un dolore vissuto personalmente.

Sin dalle prime pagine lə lettorə sprofonda nella sofferenza che già da bambina la protagonista manifesta con estremo cinismo. 

“Aveva preso il tagliacarte di Gioele, quello con il manico in marmo intarsiato, lo aveva impugnato con entrambe le mani e aveva stretto le dita intorno ai profili in rilievo.

Braccia tese, la punta del tagliacarte rivolta verso il torace, mira al cuore, prendi le misure, prova il movimento un paio di volte, gomiti piegati, poi una terza, il tagliacarte che preme contro il petto, racimolando ogni grammo di forza per placare, finalmente, il male.”

Essere meglio, di più, diversa

Olivia cresce con due papà in una casa divisa a metà, come la sua famiglia. Figlia biologica di Gioele e adottata da Vittorio, la protagonista arriva ai suoi diciott’anni con l’unico obiettivo di essere abbastanza magra per conquistare l’amore di un padre e per salvare l’altro.

Una famiglia divisa in due, unita dal solo amore per una donna che ormai non c’è più, e quello per la figlia che diventa l’unico filo conduttore tra di loro.

Olivia riversa nel suo corpo tutto il suo dolore, la sua rabbia, le sue incertezze, il suo bisogno di essere capita e la necessità di occupare meno spazio possibile su questa terra. Vuole essere una bimba normale, ma sente il costante peso di dover essere meglio, di più, diversa. 

“Lui aspettò qualche secondo. E in quei secondi immaginò la figlia lacerarsi meticolosamente con una lametta l’interno coscia, rintracciare con precisione chirurgica le ferite abbandonate la volta precedente, e rimarcarle. Si sentì sopraffatto, cercò la risposta giusta, quella che l’avrebbe rassicurata. Credette di averla trovata e la recitò con la voce di sempre: “No, tu non sei normale. Sei meglio”.

Martina descrive con freddezza, al limite del cinismo, i pensieri della protagonista verso il senso di nullità che prova; ti trasporta, senza giudizi, ma con assoluto realismo, nel vuoto e nell’angoscia che ogni giorno prova Olivia.

La sensazione è quella di volerla abbracciare, consolare e dirle che andrà tutto bene, ma la verità è che ci mancano gli strumenti, proprio come a Vittorio, di riempire quel vuoto e di curarla. Persino i titoli dei capitoli non sono lasciati al caso; come presagi di quello che succederà, pronti a traghettarti verso una nuova ondata di dolore. 

Capitolo 7. Otto lettere
Leucemia 
“Ti prego non morire”.
“Prendi me perché non posso vivere con questo dolore”.

I personaggi descritti hanno un ruolo sempre preciso, seppur secondario, nella storia. Inizialmente sembrano ricordarci che la giovane protagonista faccia parte di un’altra realtà, come se la sua malattia, il dolore e il disagio fossero qualcosa di intangibile, nessuno sembra darle troppo peso fin quando Olivia non va in frantumi.

Martina, però, è molto brava a non incolpare nessuno dei personaggi, evidenziando invece la solitudine che la giovane si è creata, una fortezza inespugnabile che allontana tuttə senza distinzione. 

“Dentro le crebbe una rabbia nuova, in cui finalmente si riconosceva. Rabbia nei confronti di Vittorio, che se ne sarebbe andato; di Gioele, che non c’era; e del suo corpo, che l’aveva tradita un’altra volta. Tutto le sembrava ingiusto. Che sua madre fosse morta quando ancora lei era piccola. Che avesse consegnato la sua amicizia in mano a degli stronzi.”

Cercare e provare amore

Una delle questioni che emerge chiaramente nel libro è la necessità di Olivia di cercare e provare amore, non si sente degna, ma sa riconoscerlo, lo percepisce. L’autrice lo ha descritto magnificamente con il rapporto tra i gemelli.

Un amore puro, pudico, quasi etereo e inscalfibile. Riesce a farlo molto bene anche con Vittorio, nelle parole e nelle gesta di un padre che in Olivia vede una splendida figlia, con il suo lato oscuro, ma comunque perfetta per lui.

Cerca di crescerla facendola innamorare della vita, delle persone, della montagna, contrastando il buio di Olivia con la crescente e splendente luce del padre.

“Avevano la possibilità di stringere un’altra versione di sé, una a cui riservare maggiore clemenza, un amore incondizionato. Conoscevano l’uno dell’altra le parti più orribili, i pensieri più degradanti, e ai loro occhi niente poteva alterarne l’immagine.”

La salvezza

La vita profonda ti prende a schiaffi dalla prima all’ultima pagina, è un romanzo che ti racconta la vita spezzata di Olivia da un amore genitoriale non sempre puro come quello che ci si aspetta, dalla malattia lenta che logora persino lə lettorə e dalla morte precoce che Olivia è costretta a incontrare più volte nel corso della sua giovane vita.

Infine, l’autrice vuole piantare un piccolo seme di speranza e traghettarci, ancora una volta, verso un punto ben preciso: la salvezza.

Olivia si salverà, nonostante le cicatrici, nonostante il dolore atroce, grazie all’amore eterno di Vittorio, a quello dei suoi amici, persino Gioele contribuirà a salvarla. E se, dopo tutto questo dolore si riesce a vedere di nuovo la luce, allora c’è speranza anche per altrə e l’autrice questo lo evidenzia molto bene. 

Martina è nata a Genova nel 1998 ed è stata adottata da Torino nel 2019. Si è laureata in Contemporary Humanities alla Scuola Holden e ha preso un master allo IAAD. Ha scritto – tra gli altri – per Wall:out, Labiba.org, Rivista Blam, Articoli Liberi, Topsykretts e Lo Spazio Letterario. La vita profonda è il suo primo romanzo. Questo autunno ci saranno diversi appuntamenti con l’autrice per parlare del suo libro, tra questi la potremo incontrare al Book Pride. Dal 12 luglio La vita profonda è in tutti gli scaffali delle librerie genovesi e non. Per ordinarlo online qui il link della casa editrice

Immagine di copertina
Copertina del libro La vita profonda. Fonte Martina Faedda


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Le sue cittadinanze sono quella europea e genovese. Laureata in Comunicazione e laureanda in Human Rights. Attivista h24, ha una passione per gli indiani del nord America, per i diritti dei carcerati e delle donne. Ama viaggiare, il trekking, i tatuaggi e gli Ex-otago. Le piacciono le storie dei dimenticati e scrivere. Scrive ovunque, scontrini della spesa compresi. Estremamente disordinata e maniacalmente organizzata, appassionata di astrologia, lettura fantasy e della marvel.

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