Il delitto del Secolo XIX. Il giornale che Toti&Co vorrebbero addomesticare

Il delitto del Secolo XIX. Il giornale che Toti&Co vorrebbero addomesticare

Cosa succede se una giornalista libera e indipendente diventa direttrice del Secolo XIX in una Regione dove la narrazione conta più della realtà?
11 Ottobre 2024
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È il 17 ottobre 2023 e Stefania Aloia, la nuova direttrice del Secolo XIX, pubblica il suo primo editoriale per presentarsi al pubblico lettore. Il messaggio è chiaro:

“Non è compito di un giornale stare pregiudizialmente con le maggioranze o le opposizioni in politica, il partito del Secolo XIX è costituito unicamente dai suoi lettori”Editoriale di Stefania Aloia 17 Ottobre 2023

In Comune e in Regione iniziarono subito a storcere il naso: Giovanni Toti, all’epoca Presidente della Regione Liguria ancora in carica, è sempre stato molto attento a come i media locali si schieravano nei suoi confronti.

Questa sua attenzione tendenzialmente si traduceva in finanziamenti cospicui a beneficio degli stessi media locali.

L’ex governatore curava la sua immagine a tal punto da stanziare ben 13 milioni di euro pubblici per il 2024 in comunicazione. Nel 2021 erano ‘solo’ 3 milioni.

Un caso su tutti è quello di Primocanale che durante il primo mandato della giunta Toti tramite la società Liguria Digitale ottenne dalla regione rispettivamente: 4500€ nel 2015, 83000€ nel 2016, 197000€ nel 2017, 393000€ nel 2018 e 475000€ nel 2019. (elisaserafini.com)

L’editore di Primocanale, Maurizio Rossi, è attualmente indagato in uno dei filoni di corruzione e finanziamento illecito contestati a Giovanni Toti.

Il delitto del Secolo XIX. Il giornale che Toti&Co vorrebbero addomesticare
Giovanni Toti. Fonte Wikicommons

Il Secolo XIX e Stefania Aloia

Ma torniamo alle disavventure del Secolo XIX e di Stefania Aloia che a novembre 2023 iniziò a muovere con determinazione i primi passi da direttrice indipendente in una Regione dalle presenze ingombranti.

Non si dovette aspettare molto per i primi attriti: la proverbiale tolleranza di Giovanni Toti per la stampa libera e indipendente durò meno di venti giorni.

Il casus belli fu la prima pagina del Secolo XIX del 7 novembre 2023 esplicitamente critica sul mortaio galleggiante nel Tamigi pagato dalla regione mezzo milione di euro. “Quel pesto che non va giù” è il titolo del giornale che non andò giù al governatore, il quale, non abituato alle critiche, optò per l’attacco diretto sui social.

L’accusa di fondo che il governatore rivolse al giornale fu surreale: “al Secolo XIX evidentemente non piace il pesto”.

Il quotidiano è accusato inoltre di non fare il tifo per la Liguria.

Al che la direttrice, un po’ in imbarazzo, nell’editoriale del giorno seguente trovò utile spiegare a Toti quale dovrebbe essere il ruolo del giornalismo che non consiste nel “fare il tifo”.

“Servirebbe da parte della Regione più aplomb di fronte all’esercizio democratico della critica”

Scrive Aloia a conclusione.

Dopo qualche mese il governatore, ormai esasperato per la perseveranza di un giornale critico e troppo indipendente, decise di passare al vero contrattacco: il 19 marzo 2024 la Regione Liguria deliberò di azzerare da un giorno all’altro i 300mila euro di contributi versati annualmente a Il Secolo XIX. Il Fatto Quotidiano ottenne una spiegazione avvelenata sulla vicenda da parte della Regione:

“Come loro hanno totale indipendenza editoriale, il nostro Ente ha discrezionalità nella programmazione pubblicitaria”.

Ma a Toti forse non bastava azzoppare economicamente la nuova direttrice, si dice che ambisse anche a preparare il terreno per la vendita del Secolo XIX a un nuovo proprietario più in linea con la sua visione.

Potrebbe essere proprio questo il tema del suo incontro in quegli stessi giorni con la dirigenza GEDI (ex-proprietari del Secolo XIX) in cui il governatore avrebbe provato a convincere Aldo Spinelli a comprare il Secolo XIX. Spinelli negò tutto.

Solo pochi mesi dopo Aldo Spinelli e Giovanni Toti saranno indagati insieme per corruzione e finanziamento illecito ed entrambi patteggeranno, ma questa è un’altra storia.

L’affare comunque non si concluse. Nonostante ciò il giornale, ormai compromesso finanziariamente e poco conveniente per il gruppo GEDI in pieno smantellamento, restò in vendita. I giornalisti del Secolo XIX, subodorando la puzza di marcio degli interessi in gioco, dichiararono “no a soluzioni di basso cabotaggio o filtrate da ingerenze economico-politiche” (ilfattoquotidiano.it).

Parole che, purtroppo, risulteranno profetiche: l’11 luglio 2024 il gruppo GEDI si accordò per vendere Il Secolo XIX all’armatore Gianluigi Aponte, patron di MSC con fortissimi interessi nel porto di Genova, nonché finanziatore della campagna di Toti

Il giornale che Toti&Co vorrebbero addomesticare
Gianluigi Aponte. Fonte Wikicommons

Con il passaggio del Secolo XIX ad Aponte (articolo di wall:out Quando le navi comprano i giornali) finisce anche la direzione Aloia durata meno di un anno, la più breve nella storia del giornale.

Toti, Bucci e persino Maurizio Rossi, l’editore indagato di Primocanale, sorrisero al cambiamento. Bucci aveva persino smesso di rilasciare interviste al Secolo XIX durante i mesi della direzione di Stefania Aloia. Quest’ultima l’aveva spesso bacchettato:

“si fa passare per decisionismo l’incapacità di mettersi in relazione con gli altri, l’arroganza del potere diventerà un boomerang (…), il Sindaco aspirante Presidente di Regione prima o poi dovrà comprendere che per saper dare risposte ai cittadini bisogna innanzitutto saper ascoltare le domande, anche quelle dei giornali”Editoriale di Stefania Aloia 11 Settembre 2024

Il Fatto Quotidiano riferisce che Gianluigi Aponte al suo primo giorno di fronte alla redazione senza giri di parole avrebbe esplicitato quale dev’essere la nuova linea editoriale: “più tolleranti nei confronti dei politici e degli imprenditori che favoriscono lo sviluppo”. Nel caso non si fosse capito chi fossero questi politici e imprenditori ci tiene a precisare ulteriormente: “quelli che hanno risollevato la città dopo il crollo del viadotto Morandi” (ilfattoquotidiano.it).

Il delitto è compiuto

Non si sa se questa linea editoriale sarà perseguita dal nuovo direttore Michele Brambilla, il quale ha dichiarato che sul Secolo XIX non ci sarà spazio per il solito disfattismo perché esso porta solo alla paralisi, pur impegnandosi a non schierarsi politicamente, a denunciare ciò che non va nella Regione, ma anche a “dare spazio a ciò che funziona benissimo”Editoriale di Michele Brambilla 30 Settembre 2024

La linea editoriale che Il Secolo XIX e il suo nuovo direttore adotteranno realmente la scopriremo solo vivendo, quel che è certo è che con Aponte proprietario e Aloia non più direttrice si può considerare concluso in maniera chirurgica il delitto compiuto ai danni della libera stampa indipendente ligure.

Non servono ulteriori prove per tirare le fila: abbiamo il movente, svariate armi del delitto e svariati colpevoli a piede libero (ad eccezione di quelli finiti ai lavori socialmente utili per altre vicende). Speriamo solo di avere ancora anche i cronisti che con coraggio resistono e preferiscono raccontare la Liguria per quello che è, invece di fare il tifo per il pesto. Sempre che il nuovo proprietario lo permetta.

Ti consigliamo la lettura del nostro articolo Quando le navi comprano i giornali di Federico DS.

Immagine di copertina:
Copertine del Secolo XIX dei numeri pubblicati Sabato 27 Luglio 2024 e Mercoledì 8 Maggio 2024. Foto di Pietro S.


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