“Fin dal primo giorno in canile, mi aveva colpito la cura dei dettagli e l’attenzione alle esigenze di ciascun animale”, dichiara Tiziana Nanni, volontaria dal 2017.
È questo uno dei punti di forza del canile Monte Contessa, situato sulle alture del quartiere di Sestri Ponente e gestito fin dal 2009 dall’associazione U.N.A.
Ma l’impegno che il personale e i volontari riservano ai cani e ai gatti ospiti della struttura non sono paragonabili alla gioia di trovare loro una famiglia definitiva.
Tuttavia, “in questo momento, siamo in una situazione di emergenza – dichiara la dottoressa Michela Tognoni, ex direttrice sanitaria e ora veterinaria del canile municipale Monte Contessa – Abbiamo tantissimi cani e gatti, di tutte le taglie, età, razze possibili e immaginabili. Ma, purtroppo, non ci sono adozioni”.
Per quanto riguarda i felini, la condizione è ancora più critica: in quanto gattile sanitario, al Monte Contessa arrivano tutti i gatti trovati malati e feriti sul territorio dell’Asl 3 Genovese, non solo quelli recuperati all’interno del comune di Genova.
“Il numero è elevatissimo, al momento abbiamo 74 gatti, ma anche tantissimi gattini – racconta ancora Tognoni – Negli scorsi anni, questi ultimi trovavano rapidamente casa, avevamo tantissime richieste e tantissime adozioni effettive”.
Quest’anno, inspiegabilmente, vanno molto a rilento, ancora di più nella stagione estiva. Come afferma la veterinaria, “c’è un po’ di sovraffollamento: chi fa richiesta solitamente sparisce o preferisce adottare il gattino nato nella famiglia della porta accanto, evitando i rifugi”.
Il problema, però, è più ampio e va a toccare delle credenze erroneamente radicate nella società italiana:
“molte persone prediligono adottare dal sud Italia – sostiene la veterinaria – La tendenza che si ha qui è quella di pensare che al nord gli animali stiano bene e non ci sia, quindi, questo tipo di necessità”.
Come conferma Nanni, la situazione meridionale viene solitamente percepita come più disagiata. “Io vorrei invitare a riflettere sul fatto che anche al nord, purtroppo, l’episodio dell’abbandono è frequente”.
La volontaria, infatti, si riferisce a tutti quei casi di gattini abbandonati dentro i bidoni dei rifiuti o di cani lasciati legati ai pali della strada.
“Non è vero, quindi, che non ci sono casi di abbandono brutale qui, anzi purtroppo è una realtà anche genovese – dichiara Nanni – Evidentemente, però, non viene percepito come un fenomeno diffuso e questo porta a pensare superficialmente che la situazione non sia così grave”.


Altre persone ancora, invece, “adottano pensando solo al fattore estetico dell’animale – continua Tognoni – e quando si rendono conto di non essere in grado di gestirlo, lo riportano qui”.
Secondo Tiziana Nanni, questo blocco delle adozioni potrebbe essere causato anche da una consapevolezza delle persone che, “magari, sono più sincere con sé stesse nel riconoscere di non avere tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie per prendersi l’impegno di adottare un animale e quindi, semplicemente, non prendono in considerazione questa possibilità”.
Ma, come ricorda la volontaria, esistono anche formule di adozione a distanza che possono aiutare quelle famiglie che, per vari motivi, non possono prendere un cane o un gatto e portarlo nelle proprie case.
“Ci sono anche tantissimi animali che sono in condizioni terminali e che, anche con le migliori terapie, risultano incurabili – continua Nanni – Le adozioni del cuore permettono a questi animali di finire la propria vita in una casa e circondati da una famiglia”.
Tra informazione e consapevolezza, ecco quali potrebbero essere le soluzioni al sovraffollamento
Attualmente, a luglio 2025, sono circa 151 i cani ospiti nella struttura. Dall’inizio dell’anno, sono 144 i cani entrati in canile mentre sono stati 169 quelli che sono stati dati in adozione nel 2024.
Ma nell’ultimo periodo, il numero degli ingressi in canile è sempre più alto, a differenza delle adozioni, che scarseggiano. Nel mese di giugno, ad esempio, sono stati solo 13 gli animali adottati: numero non abbastanza alto per far fronte a quello degli ingressi.
Secondo Tognoni, la situazione si potrebbe migliorare organizzando campagne di sensibilizzazione:
“sarebbe bello se, oltre a noi, anche altri enti, istituzioni e associazioni animaliste facessero divulgazione sulle adozioni consapevoli, sulle sterilizzazioni, sull’applicazione del microchip e molto altro”.
Questo risolverebbe la maggior parte dei problemi che porta al sovrannumero del canile.
Ad esempio, molti degli animali che arrivano alla struttura, provengono da cucciolate casalinghe: dopo essere stati affidati a terze persone, queste si sono rese conto di non essere in grado di tenerli, finendo per abbandonarli.
Anche il mancato impianto del microchip è un problema da non sottovalutare:
“diversi gatti entrano al canile come gatti randagi, ma si nota palesemente che hanno avuto una vita domestica – spiega Tognoni – Se le persone mettessero il microchip ai propri animali, ce ne sarebbero molti meno smarriti e mai più ritrovati”.
Quando le istituzioni da sole non bastano: il prezioso aiuto dei volontari
Ogni 2-4 anni, il Comune fa una gara d’appalto e chi vince riceve una quota fissa mensile, indipendente dal numero degli animali presenti in canile. Di anno in anno, la quota aumenta, ma si alza anche il numero dei casi disperati:
“con questi soldi, riusciamo a coprire solo le cure di base, ma contando che alcune possono arrivare a costare anche 2-3 mila euro, i fondi risultano spesso insufficienti”.
Come spiega Tognoni, se il canile riesce a “finanziare i costosi interventi chirurgici e le cure specialistiche di elevata qualità che cerchiamo di dare agli animali, è perché ricorriamo al sostegno dei singoli cittadini”.
Per questa realtà, qualsiasi aiuto, che si tratti del 5×1000, di donazioni in cibo o di raccolte fondi, può contribuire a salvare la vita di un gatto o un cane ferito e in difficoltà.
“Noi abbiamo sempre bisogno di persone che possano darci una mano – dichiara Tognoni – Nel weekend, fortunatamente, abbiamo molti volontari. Durante la settimana, soprattutto la mattina, però, questi scarseggiano. Per non parlare del periodo estivo, in cui, ovviamente, le persone sono in ferie”.

Inoltre, la struttura, quattro volte l’anno, organizza un corso per nuovi volontari: il prossimo si terrà a metà luglio.
“Il corso ti fornisce tantissime competenze indispensabili – dichiara Nanni – come l’etologia del cane e del gatto, ma, naturalmente, anche l’esperienza nuda e cruda che serve per fare attivismo sul campo e garantire il meglio per gli animali”.
Ma i volontari non sono solamente persone “che vengono a portare fuori i cani o a dedicare tempo ai gatti facendoli giocare – continua la veterinaria – Abbiamo anche bisogno di persone che magari non hanno spesso la possibilità di venire fisicamente al canile, ma possono aiutare in tanti altri modi”.
Questi aiuti possono andare dal ritirare le coperte o le lenzuola donate da singoli o da alcune attività, all’allestire i banchetti ai vari eventi e mercatini, o anche facendo fotografie e gestendo le pagine social del canile: “insomma, ci sono tanti modi per aiutare a seconda delle possibilità di ognuno e noi abbiamo davvero bisogno di ogni tipo di supporto”, conclude Tognoni a riguardo.
“Le persone che lavorano al canile hanno davvero a cuore i loro ospiti a quattro zampe”.
Ad esempio, oltre ai classici appelli-video pubblicati sui social, hanno anche lanciato una campagna in collaborazione con alcune pizzerie che hanno dedicato lo spazio nei cartoni delle proprie pizze agli annunci di adozione degli animali.
“È una realtà che si adopera su ogni fronte per garantire una casa ai cani e ai gatti e una vita felice”, racconta Nanni.

“Tendenzialmente, più o meno una volta all’anno, organizziamo una sorta di open day, in cui svolgiamo attività come le sfilate dei cani e altri eventi finalizzati a spiegare come funziona il mondo del canile – afferma la responsabile – Il prossimo dovremmo riuscire ad organizzarlo a settembre”.
Oltre a ciò, la struttura organizza incontri, sia in presenza sia online, con comportamentalisti, educatori e istruttori per far comprendere meglio alle persone sia il mondo del gatto che il mondo del cane, con tutti i loro bisogni.
“È un ottimo modo per sensibilizzare le persone all’adozione consapevole – sostiene Tognoni – Anche sui social media, facciamo post informativi e divulgativi sperando di far comprendere questa realtà e l’importanza di fare scelte ponderate e coscienti”.
Trasporto pubblico insufficiente: l’appello al Comune per favorire il raggiungimento del canile e aiutare le adozioni
Gran parte delle problematiche che colpiscono il canile, secondo Nanni, “sono esterne alla struttura”.
La volontaria spiega che il canile si trova in un punto ideale per quello che è il suo obiettivo: è una zona immersa nel verde che contribuisce sicuramente a far star bene gli animali in attesa che si trovi loro una famiglia.
“La criticità è il trasporto pubblico che non riesce ancora ad essere di supporto alla struttura, rivelandosi un problema non da poco conto”, dichiara Nanni.
Tantissimi volontari che non possono muoversi con mezzi propri, infatti, organizzano delle vere e proprie macchinate per poter andare in canile a dare il proprio contributo.
“Inviterei il Comune a fare un investimento e a considerare di rafforzare i trasporti pubblici in tutto il territorio, ma anche con un occhio di riguardo per una realtà come il canile di Monte Contessa – afferma Tiziana Nanni – Per far sì che gli animali trovino una famiglia, c’è bisogno di tantissime energie, e queste sono proprio i volontari e le volontarie che meritano un supporto dalle istituzioni anche da questo punto di vista”.
Grazie al loro contributo, gli ospiti del canile possono piano piano riprendersi da quel triste ricordo legato all’abbandono e vivere al meglio un periodo della loro vita in cui si trovano senza famiglia.
“Vorrei fare un appello: se vedete un cane o un gatto ferito, malato, gravemente sottopeso o debole, chiamate la Croce Gialla”, dichiara Michela Tognoni.
Quest’ultima, infatti, offre un servizio gratuito di recupero dell’animale e lo porta in canile o in clinica, in modo che possa ricevere le cure e gli interventi di cui ha bisogno.
“Se si riesce a intervenire il prima possibile sugli animali, si riesce a salvare loro la vita – conclude la veterinaria – Se, invece, come spesso accade, vengono recuperati solo dalla quarantesima persona che li vede dopo essere stati ignorati da tutte le altre prima, purtroppo non sempre si riesce a soccorrerli. Non voltatevi dall’altra parte, ma aiutate gli animali”.
Immagine di copertina:
Un ospite della struttura. Fonte Canile Monte Contessa
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