Chissà se esiste qualcuno che ha davvero conosciuto Genova, che è stato capace di rivelare gli aspetti più nascosti e imprevedibili di una città così variegata e contraddittoria. In molti avranno provato a descriverla, inafferrabile com’è, con parole mai davvero complete e immagini dalla visione sempre troppo ristretta per renderle giustizia.
Tra i molti, vari tentativi, c’è lo scrittore, giornalista e fine fotografo Maurizio Maggiani con Mi sono perso a Genova. Una guida edito da La Feltrinelli nel 2007. Un meraviglioso esempio di come non si possa raccontare Genova senza citare i suoi abitanti e le loro storie, le emozioni che si riescono a provare perdendosi tra le sue vie o le atmosfere che i suoi angoli riescono a ricreare.
Maurizio Maggiani nasce a Castelnuovo Magra, nella provincia spezzina, e la prima volta che mette piede a Genova, attraversando il Passo del Bracco, lo fa per andare al Gaslini, l’ospedale dei fanciulli.
Tornerà ancora molte volte, stabilendovi poi la sua dimora, ma da quel primo momento nella sua mente di bambino comincerà a prendere forma una città che, con gli anni della maturità, si arricchirà di immagini e scenari a cavallo tra il reale visto dai suoi occhi e la fantasia stimolata dalla continua scoperta.
Da Levante a Ponente, dalla zona turistica a quella più quotidiana, le parole di Maggiani si muovono tra le strade più conosciute di Genova, come San Lorenzo che
Non è una stupida via monumentale, e non è nemmeno la strada più agghindata della città. Ma è la più vera […] sale da Caricamento a Porta Soprana, tiene il porto alla città, approdo e accesso, e li lega per i secoli. Romanico e Neoclassico, Gotico e Rinascimento, Barocco e Novecento; ogni cosa è rimasta a sostenerne un’altra.
Ma anche tra angoli più nascosti e sconosciuti, come Piazza Sant’Anna:
La più sghemba, verdeggiante, complicata, segreta e dolcemente intima piazza d’Italia. La sua natura è di vastità raccolta, di familiare signorilità. Quella piazza è un ossimoro. Non c’è apparecchio fotografico abbastanza speciale da poterla raffigurare, non c’è sguardo che possa raccoglierla tutta.
O più periferici:
La sterminata amazzonia del leggendario, inesplorato Ponente […] Dalla Certosa a Rivarolo, da Sampeire a Voltri c’è, e vive, un universo che non avrei mai avuto la forza di sognare.
Come le migliori guide, Mi sono perso a Genova accompagna le parole con gli scatti dello stesso autore e si conclude con un indice dei luoghi: un libro perfetto per chi ama far viaggiare la mente e il cuore oltre che le gambe.
Immagine di copertina:
Panorama dal belvedere Castelletto, Genova. Foto di Davide Papalini
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