SkyMetro! Filobus! Monorotaie! Ma soprattutto, Funivie! Accorrete, signori e signore, accorrete! A parte gli scherzi, non sembra anche a voi che vengano proposte troppe idee, tirate fuori dal cilindro solo grazie a un momentaneo impeto?
Fa molto discutere il caso della funivia sul Lagaccio che, su proposta del Comune di Genova, dovrebbe collegare la Stazione Marittima a Forte Begato. Di primo acchito, potrebbe sembrare una assoluta novità o la narrazione di Genova capitale del Mediterraneo che si fa realtà… ma niente di tutto questo!
E ora vi spiegherò il perché.
Partiamo da un problema noto a tutti:
I Forti di Genova e il Parco delle Mura, con i mezzi pubblici sono – sic, siamo clementi – difficili da raggiungere.
Il servizio di AMT al momento offre le seguenti possibilità per raggiungere i forti:
– funicolare Largo Zecca – Righi, poi a piedi;
– linea 64 fino a Mura delle Chiappe, cioè fino all’arrivo della funicolare per intenderci, poi a piedi.
A piedi significa “piottare” per la strada che passa sopra al vecchio ponte levatoio, passare dinanzi all’Ostaia Du Richetto e arrivare fino al parcheggio a inizio parco. Ciò significa camminare a bordo di una strada carrabile, stretta in molti punti, con tornanti ciechi per le auto, in salita, per circa un chilometro e mezzo, senza marciapiede rialzato.
Chi non è abituato o non ci si è mai avventurato a piedi, come un turista, sicuramente non avrebbe un feedback positivo. Ah, e chissà se davvero riuscirebbe ad arrivarci se non avesse a portata di mano Google Maps.
Teoricamente esisterebbe un servizio organizzato in convenzione con GenovaRent che permetterebbe di raggiungere i forti con una navetta, dal centro città. Vi sfido, quanti ne hanno sentito parlare?
Ne hanno fatto un articoletto sul giornale locale ed è finita lì. Da notare: la navetta è alla modica cifra di, udite udite, 8 euro a viaggio! Se però voglio fare andata e ritorno c’è lo sconto: solo 14 euro. Solo.
Non sembra abbia avuto molto successo, soprattutto tra i turisti. E noi genovesi tirchi siamo, tirchi rimaniamo.
Altre vie di accesso, tralasciando il farsela con le proprie gambe per sentieri un po’ ripidi, non ce ne sono.
Analizziamo alla luce di questo quadro la miracolosa alternativa del Comune
Tra i vari progetti proposti, la funivia sul Lagaccio dovrebbe partire dalla Stazione Marittima, attuale Piazza del Principe, e arrivare dinanzi al forte Begato, con fermata intermedia a Caserma Gavoglio. È di facile intuizione come risulti fortemente difficile conciliare questa infrastruttura con il tessuto urbano.
Infatti, per passare sopra alla stazione ferroviaria di Principe e ai primi palazzi del basso Lagaccio, la funivia dovrebbe prendere già molta quota a inizio percorso, il che prevederebbe la realizzazione di alti piloni: una soluzione obbligata, ma fortemente impattante per il quartiere e per gli abitanti degli edifici sottostanti.
Immaginatevi di vivere in uno di questi condomini, in un quartiere già fortemente penalizzato da una scarsa considerazione da parte di Tursi, con le cabine che vi passano sopra la testa e dei piloni di cemento armato, grandi come torri, in bella vista davanti al vostro balcone. Il sogno di una vita, insomma.
Questo ha ovviamente fomentato rabbia nel quartiere, costringendo così i cittadini a costituire il comitato “Con i piedi per terra”:
Il costo stimato? 40 milioni circa. Potrebbero diminuire, come salire. Risorse provenienti, ovviamente, dal PNRR.
Siamo proprio sicuri che non ci sia alternativa? Siamo proprio sicuri che non esista un’infrastruttura ben integrata nel tessuto urbano, che non metterebbe in difficoltà un quartiere già penalizzato?
Ebbene sì, e ce l’abbiamo sempre avuta sotto il naso: si tratta della ferrovia a cremagliera Principe-Granarolo!
Da appassionato di ferrovie non mi dilungherò sulla sua storia e sul suo funzionamento, ma se siete curiosi date un’occhiata a questi due link:
La piccola ferrovia a cremagliera in questione fa parte degli impianti verticali di AMT e permette di raggiungere il piccolo quartiere di Granarolo partendo dal Ponte Umberto Pini, il ponte che si eleva di fronte alla stazione Principe e che permette di percorrere via del Lagaccio. Poco più in là c’è la stazione Marittima.
Chiaramente sarebbe una soluzione economica e green, ma con un problema: la nostra piccola ferrovia arriva solo fino a Granarolo. Facciamo due conti:
Quanto mancherebbe per raggiungere Forte Begato?
Circa 1,3 km.
Sapete quanto dovrebbe essere lunga la funivia?
Circa 2,45 km.
Abbiamo anche ulteriori dati che faranno da frecce al nostro arco
L’attuale ferrovia a cremagliera impiega 15 minuti a salire a Granarolo. Un adeguato potenziamento infrastrutturale della linea e l’acquisto di un paio di moderni treni a cremagliera andrebbero a garantire: la diminuzione del tempo di percorrenza a meno di dieci minuti tra gli attuali capolinea (Principe-Granarolo), questo perché la linea sarebbe rifatta a nuovo (binari, segnali, catenaria di alimentazione) e i nuovi treni che la percorrerebbero potrebbero viaggiare a velocità nettamente maggiori a quella impiegata dalla piccola vettura storica (parliamo di 7km/h in confronto a magari 30/40 km/h).
Se la piccola ferrovia fosse allungata fino a Forte Begato, sfrutterebbe la pendenza del versante del monte su cui già si arrampica, immersa nel verde, fino ad arrivare al suo nuovo capolinea dinanzi al Forte.
Consentirebbe di raggiungere rapidamente il parco delle Mura, per trekking, passeggiate nel verde o godere dei futuri spazi che verranno recuperati una volta che i forti verranno restaurati.
Bisogna ammettere però che l’attuale capolinea di Principe è effettivamente assai scomodo, sia per noi genovesi che per i turisti. Esiste però già una precedente proposta di prolungamento fino all’interno della stazione Principe.
Avete presente quel piazzale enorme, vuoto, d’estate caldissimo, dove ci sono le scale mobili che portano al sottopassaggio della metropolitana?
Sì esatto, alcuni anni fa fu proposto da alcuni cittadini di allungare il capolinea di Principe della ferrovia a cremagliera proprio su quel piazzale, con un semplice ponticello che consenta di far scendere il trenino praticamente accanto ai nostri normali treni, in un luogo centrale, facilmente accessibile anche dai turisti.
Comodo, no?
Si potrebbe così godere del panorama cittadino senza impattare con stratosferici impianti sui quartieri limitrofi e dare dignità, e un degno ruolo, a una piccola infrastruttura unica nel suo genere.
Cura del ferro? Nuovi progetti? Parliamone, ma facciamo sempre attenzione a distinguere il pluralismo delle idee dalla propaganda.
Immagine di copertina:
Render del progetto, Studio Blengini Ghirardelli Architects. Fonte sbga.it
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