EnigMalavita. Storia di un'idea semplice

ENIG-MALAVITA. Storia di un’idea semplice

Il bene confiscato di Vico dell'Umiltà torna alla Città di Genova nella veste di Escape Room. Riuscirete a risolvere l'enigma?
24 Febbraio 2023
2 min
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Chiunque conosca la storia dei movimenti antimafia genovesi lo sa. Per anni li abbiamo studiati, (letteralmente) contati, mappati. Persino pitturati. Ovviamente stiamo parlando dei beni della confisca Canfarotta, la più grande confisca di beni alla criminalità organizzata del Nord Italia. 

Per anni quei beni sono rimasti nulla più che una saracinesca chiusa affacciata su un vicolo del centro storico genovese. E per molti di essi oggi vale ancora lo stesso. 

Genova, San Francesco d’Albaro, primavera/estate 2018 

A pochi chilometri dal centro storico, i ragazzi del gruppo scout Genova 13 vogliono organizzare una route, un viaggio formativo nelle terre di don Diana, vittima innocente di mafia. Per farlo, serve un autofinanziamento.

Stefano propone al gruppo un’idea semplice: un gioco di gruppo in cui bisogna scappare da una stanza risolvendo problemi: una escape room.  

Funziona, l’autofinanziamento è un successo. Il viaggio si farà, in estate. 

Genova, una chat notturna di whatsapp, autunno 2020 

C’è un concetto tipico dello scoutismo che mi ha sempre affascinato: quello di ‘restituzione’.  

Se lo intendo correttamente, è uno stimolo a conservare sempre qualcosa delle esperienze fatte e a trasformarlo in qualcos’altro di nuovo. E infatti, qualche anno dopo il ritorno dalla route, una notte Irene non riesce a dormire.   

Ha avuto un’idea.  

Prende il telefono e scrive a Maddalena: ha appena scoperto del bando per l’acquisizione dei beni confiscati. Le invia il link via messaggio e le propone di partecipare. Forse la route ha iniziato a restituirle qualcosa. 

Genova, Piazza Banchi, 19 Febbraio 2023 

Devo fare in fretta. Mi aspettano al centro Banchi per parlare a un incontro a tema antimafia (articolo di wall:out): i ragazzi di un gruppo scout hanno preso in gestione il bene confiscato di Vico dell’Umiltà e oggi lo inaugurano. 

Attraverso velocemente la piazza, sono un po’ nervoso: un tempo a questi incontri partecipavano Luca e Valentina, ma oggi il referente dell’Osservatorio Boris Giuliano – Mafie in Liguria sono io. 

“Vedrai che andrà tutto bene, non ci sarà tanta gente” mi dico. Mi sbaglio.   

La sala è stracolma, la gente non riesce ad entrare.

Io e gli altri ospiti diciamo qualche parola, poi ci spostiamo in platea. Da qui ascoltiamo la storia della route, del bando, del bene confiscato praticamente inagibile ottenuto in concessione. Ascoltiamo degli sforzi e del risultato ottenuto. 

Perché alla fine, dopo anni di sacrifici, Maddalena, Irene, Luigi e tutti gli altri scout del Genova 13 ce l’hanno fatta: hanno restituito alla collettività ben più di quello che immaginano. Hanno restituito alla collettività un bene confiscato. 

Dentro vi hanno realizzato una stanza da cui si può scappare solo risolvendo enigmi.  

Un’idea semplice. Proprio così: quella stessa idea che a suo tempo aveva avuto Stefano per finanziare la route. Al progetto hanno dato il nome di: EnigmaLavita. Perché, dopotutto, anche la vita è un enigma. 

Oggi Stefano non è qua con i suoi amici a festeggiare questo traguardo, un male incurabile lo ha portato via qualche anno fa. Ma la sua idea è rimasta. “Ha camminato su altre gambe”, direbbe qualcuno, ed è arrivata fino a Vico dell’Umiltà. 

Speriamo un domani la sua idea possa essere d’ispirazione anche per altri. Speriamo che un domani la sua idea possa ‘camminare’ per tutta la città di Genova. 

Cos’è la storia? Le sue radici sono in secoli di lavoro sistematico dedicato alla soluzione dell’enigma della morte, così che la morte stessa possa essere sconfitta. Ecco perché le persone scrivono sinfonie, e perché scoprono l’infinitezza matematica e le onde elettromagnetiche

BORIS PASTERNAK – IL DOTTOR ZIVAGO

Il video dell’evento è consultabile qui sotto o sulla pagina Instagram di EnigMalavita.

Immagine di copertina:
La presentazione del 19 febbraio 2023 al Centro Banchi. Foto di Daniele Bencivenga


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