CINEMATIC*PILLS | Lo Sciacallo – Nightcrawler
2014, regia di Dan Gilroy
Trama
Lou Bloom è un giovane cittadino di Los Angeles in cerca di un lavoro che sembra non riuscire mai ad ottenere. La (s)fortuna gli va incontro una notte, quando assiste ad un brutto incidente e scopre il ruolo di reporter di cronaca nera per le strade della sua città. Il giovane, non avendo un’istruzione accademica inizia a studiare assiduamente da internet come autodidatta per poter arrivare a lavorare come reporter freelance.
L’ambizione che lo spinge lo porterà a vivere questa scalata al successo senza porsi nessuno scrupolo, senza etica e senza umanità.
Recensione
Siamo tra le strade di una Los Angeles costruita su luci notturne, lampioni e fari di auto accese, sirene di ambulanze e polizia.
Lou Bloom, interpretato magnificamente da Jake Gyllenhaal, notte dopo notte diviene un vero proprio sciacallo in attesa di sangue: passa le sue notti dentro un’auto ad ascoltare la radio della polizia aspettando di sentire di una nuova vittima e incidenti da filmare. Lou è un personaggio totalmente privo di umanità, freddo, a tratti viscido e contraddittorio, affamato di potere, ma affascinante. E’ un uomo che utilizza tutto e tutti per ottenere quello che vuole: l’assenza di umanità sembra essere una delle sue caratteristiche principali ed emerge prepotentemente nelle ultime scene.
La storia di Lou, la sua spietatezza per ottenere potere, lascia anche spazio ad un’attenta critica ai media che per ottenere pubblico trasformano la cronaca per renderla solo puro intrattenimento. Tutto questo porta sullo schermo anche la morte del vero giornalismo proprio perché a mancare è la verità: l’importante è vendere qualcosa di accattivante che attiri l’attenzione e se non è reale ma mutato o falso non importa.
Lou si accorge di questo meccanismo, lo studia e lo elabora, arriva così a manipolare le scene, sposta i corpi dei cadaveri morti per tragedie per puro opportunismo, per rendere la notizia più interessante per il pubblico perché Il sangue porta soldi.
Si potrebbe così affermare che è stata la società stessa a provocare il suo comportamento: il protagonista, o meglio il suo essere “sciacallo” lo porta ad essere lodato, richiesto e ben pagato. È come se si ambisse alla sua bravura che però in realtà è dettata dal suo essere mostro, dal suo essere sciacallo. È proprio questo che sembra aprirgli le porte verso una vera e propria scalata al successo che continua a renderlo sempre più bramoso di potere. Il protagonista pensa che questo potere possa essere raggiunto solo attirando l’attenzione e vendendo ciò che affascina e piace più che la verità. Diventa così assetato di notizie, di un’esclusiva e tutto ciò lo porta a manipolare la realtà per renderla più accattivante e sconvolgente.
Lou Bloom è forse quindi un mostro frutto della società stessa?
Trailer
Immagine di copertina:
wall:in media agency
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