Elezioni regionali

Elezioni regionali 2020: domande, risposte, considerazioni

A tu per tu con i candidati alle imminenti elezioni: cultura, imprenditoria e territorio, il tutto nelle loro parole
19 Settembre 2020
13 min
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Cosa fa una giovane realtà come Wall:Out quando si avvicinano le elezioni regionali? Si chiede cosa può fare per creare un ponte tra la campagna elettorale – ma si potrebbe dire la politica in generale – e il suo pubblico, ovviamente!

Il nostro modo di interrogare ciò che ci circonda ormai lo conoscete: ci guardiamo intorno, ragioniamo su ciò che vediamo, prendiamo una posizione su quello che riteniamo importante, facciamo del nostro meglio per raccontarlo. Questa volta, però, abbiamo pensato che il modo migliore per farvi conoscere meglio i cinque principali candidati alla carica di Presidente di Regione e le liste che li supportano sarebbe stato lasciare la parola a loro. 

Abbiamo così stilato tre domande a proposito di temi che ci sono cari e che riteniamo possano essere di particolare interesse per voi che ci leggete:

prospettive per il settore culturale; sostegno all’imprenditoria e lotta all’emigrazione giovanile; tutela del territorio e incentivi alla mobilità sostenibile.

Queste domande hanno raggiunto le liste: Toti, Sansa, Salvatore, Massardo, Cassimatis. 

Non neghiamo che la ricerca di interlocutori sia stata più ardua del previsto, malgrado la nostra offerta di pubblicare integralmente le risposte così come ci sarebbero state fornite, in un’ottica di imparzialità e trasparenza. In fondo, il nostro obiettivo è promuovere un voto informato, che sia espressione di una scelta cogitata, come ci si aspetta da cittadini consapevoli del ruolo fondamentale cui sono chiamati.

L’entusiasmo dovuto all’ottenuta disponibilità da parte di cinque candidati, però, è presto svanito a fronte di uno scarseggiare di riscontri:

in breve, oggi siamo in grado di pubblicare unicamente le parole della candidata consigliera Elena Putti (PD) e della candidata Presidente Marika Cassimatis (Base Costituzionale).

Per quanto riguarda gli altri, siamo costretti a rimandarvi ai programmi generali, che in ogni caso vi invitiamo caldamente a leggere e scrutinare con attenzione prima di andare a votare il 20 e 21 settembre. Ecco i link:

Candidato: Giovanni Toti
Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Cambiamo con Toti!, UDC
Programma >>

Candidato: Ferruccio Sansa
Movimento 5 Stelle, PD, Europa Verde-DemoS-Centro Democratico, Sansa Presidente, Linea Condivisa
Programma >>

Candidata: Alice Salvatore
Il Buonsenso
Programma >>

Candidato: Aristide Massardo
Italia Viva, +Europa, PSI, PVU
Programma >>

Candidata: Marika Cassimatis
Base Costituzionale
Programma >>

Veniamo ora alle nostre domande.



1° tema

Bandi cultura e fondi europei per associazionismo: dal 2015 ci sono stati solo 5 bandi gestiti dalla Regione in ambito culturale, dei quali un paio per società di mutuo soccorso, per iniziative “di alto profilo culturale” e uno per i festival sul territorio ligure. Nessuno è stato orientato direttamente al supporto di iniziative legate allo spettacolo, mondo in cui molta gente (giovane) lavora in maniera precaria. 

Quali sono le vostre proposte per questo settore? Quale tipo di reale copertura finanziaria può programmare la Regione?

Elena Putti :

La vostra analisi è corretta, i fondi per la cultura sono stati in realtà usati per fare spot sulla Liguria, a fini meramente propagandistici ed elettorali. C’è poi un eccesso come dite voi di stanziamenti per fare festival o anche ad esempio girare produzioni straniere qua in Liguria ma poi non c’è una politica per far nascere e sostenere realtà locali e professionisti che vivono in Liguria e magari ci vogliono parlare di altro rispetto a ridurre tutto sempre a uno spot per il territorio. Riguardo al nostro programma ti riporto quello che abbiamo pubblicato come PD:

Quello che serve:

  • Un pronto cambio di rotta per garantire un futuro ai lavoratori e al comparto dello spettacolo

Alcune delle nostre proposte:

  • Sostegno ai lavoratori dello spettacolo e della cultura [sia immediatamente per affrontare l’emergenza Covid che nel lungo termine per sostenere produzioni e lavoratori locali anche per progetti che non parlino per forza della Liguria]
  • Creazione di una legge regionale sullo spettacolo e sulla promozione culturale
  • Sostegno alle giovani imprese culturali attraverso marketing territoriale e concessioni gratuite di uffici, abitazioni, laboratori
  • Palinsesto di cinema e spettacolo nelle piazze e nei parchi pubblici soprattutto per i giovani artisti esordienti
  • Finanziamenti per agevolare l’apertura di circoli culturali nelle zone più fragili e nelle periferie
  • Implementazione di un dipartimento di tecnologia della cultura e delle arti presso l’IIT e in coordinamento con l’Università e gli altri istituti di ricerca e formazione
  • Investire nella scuola come luogo di programmazione culturale in connessione con i centri di produzione esistenti

Copertura finanziaria:

La copertura finanziaria è molto più alta di quanto si pensa. Basti pensare alle somme che Toti ha dirottato verso le TV locali e i giornali in forma di pubblicità o di curiosi giri per la Liguria. Inoltre, vi saranno come sempre fondi appositi regionali, statali e soprattutto ci saranno quelli del Next Generation EU da cui la regione potrà cercare di attingere anche per questo settore, il problema non sarà tanto quanti soldi ma creare progetti di qualità per convincere l’Europa a darceli.


Marika Cassimatis :

Certamente il lockdown ha messo in crisi soprattutto il settore culturale e dello spettacolo. Un sostegno deve essere certamente disposto dalle Istituzioni anche regionali. Tuttavia, più in generale mancano competenze per la gestione e la promozione della cultura e dello spettacolo, cenerentole di ogni bilancio. Non posso dire ora quale potrebbe essere la disponibilità, tuttavia rilevo che una mirata progettazione di bandi europei potrebbe aiutare molto il settore. Base Costituzionale propone, al punto 10 del suo programma, la costituzione di un ufficio tecnico di alta competenza che faccia progettazione a servizio dei cittadini, dei comitati, dei piccoli comuni, partecipando a dovere tipologie di bandi, non ultimi quelli relativi allo spettacolo e alla cultura. Abbiamo già proposto alle Istituzioni della Liguria un progetto di masterclass di musica e spettacolo diffuse su tutto il territorio e in tutto l’arco dell’anno, creando al contempo reti di competenze tecniche di alto livello.  La competenza progettuale permette di sfruttare al meglio i fondi europei dedicati.


2° tema

Finanziamenti per start-up e giovani imprese: La domanda sorge spontanea dopo aver sentito i numeri astronomici presenti nel Decreto Rilancio.

È possibile pensare a un piano regionale (senza vincolo di settore) per favorire la nascita di nuove realtà radicate sul territorio, riducendo di molto i costi di partenza, possibilmente a zero?

Non tutti i giovani riescono ad avere la forza (soprattutto economica) per fare il primo passo e, spesso, anche averla non basta di fronte ai tanti ostacoli lungo il percorso. Un aiuto diretto nella fase realizzativa, sebbene molto dispendioso, permetterebbe di porre radici solide, aumentare il senso di responsabilità verso le istituzioni e la possibilità di avere società in salute all’interno della Regione anche nei prossimi anni. E crediamo che contribuirebbe ad abbassare il tasso di emigrazione giovanile, al momento molto preoccupante.

Quali sono le vostre intenzioni in questo campo?

Elena Putti :

Anche qui concordo con il vostro assunto di partenza, anche io è da tempo che cerco di portare avanti un progetto legato anche al mio campo di ricerca, l’umanistica digitale, e quando ho visto gli stanziamenti del Decreto Rilancio ho pensato che forse era il momento giusto. Poi mi sono ritrovata in mezzo a questa campagna elettorale e quindi ho dovuto posticipare. Purtroppo però da una prima analisi emergono criticità sia a livello nazionale che locale.

  • A livello nazionale: gli stanziamenti sono enormi, ma c’è una forte incertezza normativa (ad esempio se l’Europa permetterà veramente di recuperare dal fisco il 50% delle somme investite in start-up innovative) e in più mancano molti decreti attuativi (ad esempio, serve il decreto attuativo per il First Playable Fund, il fondo per lo sviluppo di prototipi di videogames, altrimenti non parte). In più la burocrazia per partecipare a questi bandi seppur nettamente minore rispetto al passato e rispetto ad altri tipi di bandi è comunque mostruosa. Viene richiesta una analisi troppo dettagliata di tutti gli aspetti del business, uno sforzo che una start-up non si può permettere in fase embrionale e una volta che un’azienda arriva a quel livello di capacità di elaborazione e analisi probabilmente non è più una start-up; in più questa burocrazia crea l’ennesima necessità di rivolgersi ai professionisti della burocrazia perdendo tempo e soldi.
  • A livello regionale: cominciamo col dire che de facto da qualche anno non sono stati rifinanziati bandi appositi per start-up. Ne è stato fatto uno quest’anno ma con lo scopo di sostenere imprese già costituite ma da meno di 3 anni che sono state colpite dal Covid. Giusto aiutarle ma il concetto di incubazione e accelerazione delle nuove imprese è tutt’altra cosa. In più il limite di un prestito di € 50.000 ad azienda è evidente a chi sta pensando di aprire una nuova attività, sono pochi soldi e neanche a fondo perduto.

Le nostre proposte – Una mia proposta è quella di raddoppiare il First Playable Fund, nel senso che una azienda che dovesse ottenere il finanziamento dallo stato (che arriva fino a € 200.000 a fondo perduto) dovrebbe ottenerne in automatico altrettanti dalla Regione Liguria se decidono di sviluppare il prototipo nella nostra regione.

In generale, credo sia importante creare sinergie tra i fondi regionali e quelli nazionali ed europei per creare un effetto moltiplicatore, meglio sostenere meno progetti ma sostenerli veramente che dare soldi a pioggia che non servono a niente. È importante anche ragionare sull’aiutare chi si trasferisce qua per fare impresa a trovare spazi di ufficio ma anche di abitazione a prezzi agevoli e vicini ai servizi.

Ripeto poi quanto detto sulla cultura, bisogna fare più sinergia tra regione e IIT ed estendere i campi di interesse del polo tecnologico portandoci anche la cultura, il digitale, la sicurezza elettronica e tanto altro. Ci vuole poi ovviamente sinergia con i fondi privati di angel investing e venture capital, ci vuole più capitale privato dinamico in Liguria, qua si investe troppo nel mattone e troppo poco nelle imprese.

Sarebbe infine utile uno starter kit per chi vuole fare nuova impresa, quantomeno un unico documento relativamente breve dove trovare tutte le informazioni necessarie a partire rapidamente e a cercare fondi e poi ci vuole un pool di professionisti che sia a disposizione a prezzi calmierati per un primo supporto.

Concludo con un ultimo punto: si può fare impresa nuova e innovativa anche in forma di cooperativa, dobbiamo incentivare e diffondere maggiormente il lavoro cooperativo perché è una forma di organizzazione che torna ad essere attuale soprattutto in risposta ai giganti digitali che vogliono imporre dei monopoli privati nella fornitura di certi piccoli servizi come la consegna a domicilio; credo che il modello cooperativo su questo possa essere una difesa dei diritti dei territori, vi invito ad esempio a vedere cosa sta cercando di fare CoopCycle al riguardo.


Marika Cassimatis :

Mi riallaccio a quanto esposto sopra, la Regione può e deve mettere a disposizione dei cittadini le sue competenze tecniche e le risorse utili a finanziare le start-up dei giovani. Le risorse che dovrebbero arrivare in Liguria con il Decreto Rilancio devono essere anche destinate ai giovani e alle loro iniziative imprenditoriali. Noi, per esempio, pensiamo a dei progetti per riattivare l’agricoltura di versante, utile anche a contrastare il dissesto idrogeologico, su terreni incolti e frazionati da riunificare a carico dell’Istituzione. Si potrebbero coltivare prodotti come la lavanda, che alimenta in altre esperienze come in Provenza, una filiera produttiva sostenibile e il turismo verde. Certamente lo stesso discorso va per altre possibili coltivazioni. Si rivitalizzano i piccoli borghi storici destinati all’abbandono, valorizzando il paesaggio e l’offerta culturale. Quando parlavo di masterclass diffuse al punto 1, intendevo da svolgersi nei piccoli borghi di entroterra. Siamo aperti a confronti, suggerimenti, idee che possano arricchire la nostra proposta.


3° tema

In ogni viaggio la strada è importante: soprattutto se bisogna arrivare nell’entroterra! Andando di pari passo con i progressi nelle reti di comunicazione annunciati dal Governo nei mesi scorsi

Come pensate di modulare i fondi regionali destinati alla difesa del territorio? Esempi concreti: filobus in Val Bisagno a Genova? Trenino di Casella in Val Brevenna? Via dell’Amore nelle Cinque Terre?

Inoltre, il rapporto tra sostenibilità ambientale e necessità di mobilità pubblica è diventato un tema caldo negli ultimi mesi.

Quali incentivi avete in programma relativamente all’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale?

Non è difficile constatare che l’inserimento di biciclette e monopattini elettrici nel mare magnum del traffico cittadino – come sta accadendo a Genova – rischia di rivelarsi pericoloso per tutti gli utenti della strada.

Laddove non sarà possibile creare percorsi protetti, come far convivere mezzi green e mezzi pesanti? E come favorire sempre più l’adozione dei primi in tutta la regione?

Elena Putti :

Difesa del territorio dal dissesto idrogeologico e dalla eccessiva cementificazione sono ovviamente priorità per il centrosinistra, tanto è vero che fu proprio il governo Renzi a finanziare quelle opere importanti come lo scolmatore che ora sono in via di conclusione. Purtroppo invece abbiamo visto come questa Giunta regionale abbia tentato di ridurre la dimensione dei parchi.

Riguardo i fondi regionali vedo 3 priorità:

1) finanziare lavori di pulitura dei rivi, di cura dei boschi e di rimessa in opera dei vecchi muretti a secco; sono tutte attività che oltre ad abbellire il paesaggio aiutano enormemente a far defluire correttamente le piogge.

2) sostenere l’agricoltura di prodotti locali biologici perché una terra ben coltivata è una terra sana sia per l’uomo che per la natura.

3) finanziare le aree verdi cittadine e i parchi naturali perché diventino ben serviti e attrattivi perché fare visitare ed apprezzare la natura è il modo migliore per convincere i cittadini a rispettarla.

Passando invece sul tema del territorio connesso e degli esempi concreti c’è da fare una premessa, un primo orientamento sulle opere va idealmente deciso a livello alto quindi regionale o anche nazionale od europeo, ma poi i dettagli vanno condivisi e decisi con la cittadinanza, ho fatto un video tematico proprio sulla questione del coinvolgimento e spero che percorsi come quello che si sta tentando di fare per il parco sotto il nuovo ponte autostradale siano adottati più spesso e riescano a portare a scelte condivise, anche perché altrimenti poi le opere nel migliore dei casi ritardano di decenni e spesso poi non vengono compiuti.

Detto questo sulla Val Bisagno vedevo meglio il tram, ma l’importante è fare qualcosa; sulla ferrovia tutto quel che si fa è benvenuto, ma vedo più prioritario il raddoppio del binario nel ponente ligure, perché raggiungere Imperia deve diventare più facile e veloce, io lì tengo delle lezioni in Università proprio sulla valorizzazione del territorio ed è un calvario muoversi in treno. La via dell’Amore è sicuramente una strada che va rimessa a nuovo perché molto attrattiva dal punto turistico, ma, sempre nell’imperiese e anche in altre zone, è altrettanto importante migliorare il collegamento con l’entroterra perché è troppo difficile raggiungerlo. Non solo in termini di strade, ma anche con la banda larga, perché oggi è fondamentale avere internet veloce per portare sviluppo economico. Non dimentichiamoci poi che ci sono anche opere infrastrutturali destinate alla logistica e alle crociere che possono abbattere di molto il consumo di CO2 come l’elettrificazione delle banchine o il rinforzo dei binari nei porti di Genova e La Spezia.

Sugli incentivi ai mezzi a basso impatto: innanzitutto proprio il nostro governo ha appena dato forti incentivi all’acquisto di bici elettriche e similari, la richiesta è stata tale che sembra bisognerà aumentare la dotazione del fondo. Io però credo che, più che ulteriori incentivi, serva rendere comodo e sicuro il trasferimento con questi mezzi. Usare la macchina costa di più dell’autobus, eppure molti di noi preferiscono spendere di più, il motivo principale non è dunque il costo ma il senso di velocità, comodità e sicurezza dell’utilizzo della macchina. Bisogna migliorare dunque il servizio pubblico e rendere più sicuro spostarsi in bici.

Sono consigliera di Municipio nel Medio Levante e ho visto coi miei occhi l’inizio di questo nuovo tentativo di creare percorsi ciclabili. Ho apprezzato il decisionismo, anche se un minimo di confronto col Municipio mi sarebbe sembrato doveroso e invece abbiamo scoperto tutto a cose fatte. Detto ciò, credo che si debba prendere decisioni ancora più nette, il percorso misto mi sembra pericoloso, se vogliamo veramente che ci si sposti in bici non per divertimento ma per lavoro bisogna creare percorsi dedicati, e se servissero troppi soldi finanziare queste nuove opere rendendo oneroso recarsi in auto in centro come avviene a Milano. Ad ogni modo, non può fare tutto la politica da sola, bisogna ascoltare chi di biciclette ne capisce più di noi, per questo proprio nei prossimi giorni andrò a un incontro pubblico ad ascoltare i cittadini che preferiscono questo mezzo per farmi consigliare da loro le migliori soluzioni per questo tipo di mobilità. [NdR l’evento è avvenuto precedentemente alla pubblicazione di questo articolo]


Marika Cassimatis

Esempi concreti: filobus in Val Bisagno a Genova? No, preferiamo pensare ad una rete tramviaria molto più leggera e sostenibile, che porta ad un’ampia riqualificazione dei territori urbani interessati.

Trenino di Casella in Val Brevenna? Certamente sì.

Via dell’Amore nelle Cinque Terre? Ripristino e messa in sicurezza assieme a tutta la rete di sentieri di alta e bassa via dei Monti Liguri.

Inoltre, il rapporto tra sostenibilità ambientale e necessità di mobilità pubblica è diventato un tema caldo negli ultimi mesi. Quali incentivi avete in programma relativamente all’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale? Base Costituzionale promuove il trasporto pubblico via mare, sia per merci che per passeggeri, con traghetti ad energia elettrica sul modello del traghetto Ampère norvegese (di fabbricazione italiana).

Non è difficile constatare che l’inserimento di biciclette e monopattini elettrici nel mare magnum del traffico cittadino – come sta accadendo a Genova – rischia di rivelarsi pericoloso per tutti gli utenti della strada. Laddove non sarà possibile creare percorsi protetti, come far convivere mezzi green e mezzi pesanti? Educazione stradale, limiti di velocità, segnaletica ben visibile.

E come favorire sempre più l’adozione dei primi in tutta la Regione? Gli incentivi fiscali all’acquisto sono importanti, la realizzazione di reti viarie senza rotture di carico, una buona segnaletica. 



Ebbene, questo è il risultato del nostro impegno per portarvi uno spaccato della campagna elettorale appena conclusasi. 

Ci teniamo a sottolineare un dato: anche il silenzio è una risposta. Non potendo immaginare le motivazioni che hanno portato a tirarsi indietro all’ultimo tre candidati che si sono impegnati a dialogare con un pubblico giovane (ci perdoneranno i nostri lettori sopra gli -anta, sappiate che siamo grati anche per ognuno di voi!) – vuoi la mancanza di tempo, gli appuntamenti, la promozione delle liste, il lavoro e chissà quante altre insondabili variabili –, resta il fatto che nella migliore delle ipotesi hanno perso un’occasione per farsi conoscere meglio dagli elettori di oggi e possibilmente quelli di domani.

Per parte nostra, siamo convinti che la politica territoriale sia fatta di dialogo e relazioni, di domande e risposte, di fatti concreti e impegno: ognuno tragga le sue conclusioni. Dopo questa esperienza, la nostra missione di raccontarvi Genova, le sue bellezze e le sue storture, esce più rafforzata di prima.

Arrivederci alle prossime elezioni regionali, quindi, e buon voto!

Immagine di copertina:
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