Pierka

BEYOND GENOA SCENE | Pierka

Uno sguardo alle figure più rappresentative e agli artisti underground della scena elettronica genovese. Il primo episodio con Pierka (OVERSIZE).
20 Maggio 2020
4 min
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Beyond Genoa Scene (link) è una rubrica che consiste in una serie di interviste in profondità agli artisti elettronici del capoluogo ligure. Dj, produttori e performer ci raccontano del loro rapporto con la città, dei loro progetti, e degli approcci alla creazione e alla performance. Raccoglieremo storie, idee e contenuti dei musicisti e dei dj locali, al fine di promuoverli e fare luce sulle peculiarità della scena cittadina.

Il primo ospite è Pier-luca Puzzanghera, in arte Pierka, selector incallito e dj per vocazione, nonchè la testa del progetto OVERSIZE, una delle serate che ha fatto più parlare di sé negli ultimi anni. 

Pierka
Pier-luca Puzzanghera, in arte Pierka. Foto di OVERSIZE

F: Ciao Pier! Come procede la tua quarantena? Quanto ha impattato sui tuoi progetti e sulla tua musica?

P: Procede bene dai, cerco sempre di guardare il bicchiere pieno, sto approfittando di tutto questo tempo libero portando avanti un po’ di “compiti arretrati”. Per quanto riguarda gli eventi, la realtà attuale ha imposto uno stop parecchio problematico ma comprensibile. Sul fronte musicale ora è uno dei momenti paradossalmente migliori, dal momento che si riesce a trovare il tempo per fare qualsiasi cosa, dal cercare musica all’esercitarsi, sino a imparare cose del tutto nuove.

F: L’isolamento prolungato ha spinto tanti dj e artisti a esibirsi da casa. Ci fai una rassegna dei live stream essenziali per la tua quarantena?

P: Di live stream nati proprio dalla quarantena posso citarne uno: Club de visionaire TV, un’ottima selezione di artisti, tutti accomunati da dei dj set spesso introspettivi e calmi, i quali riflettono i toni rilassati e riflessivi tipici della mia quarantena.

Per il resto come in precedenza ascolto molti podcast, radioshow on demand e playlist. Alcuni esempi? Il radioshow di Burro Studio, creato giusto in questo periodo, è un buonissimo format, o le playlist donate a noi dagli artisti che abbiamo il piacere di pubblicare sul nostro canale Spotify (o su oversizeit.com).

F: Cosa ci dici dei podcast? Credi in questo formato? 

P: Da qualche anno ho intrapreso anche io parte alla crociata per la diffusione di questo mezzo che, pur sembrando innovativo come “il netflix della radio”, in realtà esiste dalla nascita del formato Mp3 ma non è mai stato pronto come oggi per la fruizione. 

Credo in questo formato perché oggi più che mai combacia con le abitudini della nostra società (o per lo meno per come la conoscevamo), puoi ascoltare un set, un reportage o anche solo un programma di intrattenimento in qualsiasi situazione o luogo, senza dover aspettare quel momento o orario preciso per metterti davanti allo schermo, un paio di cuffie e via!

F: OVERSIZE va avanti dal 2014 ed è una delle club night più fortunate e longeve tra quelle attive in città. Quale pensi sia stata la carta vincente per tenere in vita il progetto?

P: Avere fantasia, competenze, ma ancor di più un gruppo di amici e collaboratori che credono in quello che si sta facendo.

F: Molti genovesi chiamano ancora la vostra crew “HiHat”. Come mai quel progetto vi ha caratterizzato così tanto?

P: La “vecchia guardia” sicuramente cade spesso e volentieri in quel “lapsus”. Giusto all’inizio della quarantena riordinavo i files di della cartella “HIHAT”. Ho riscoperto video dove nelle festività di Natale o di Pasqua si creavano vere e proprie adunate (o assembramentiiiii) di amici (oltre allo staff) che rinunciavano ai soliti e interminabili pranzi in famiglia per allestire “l’evento perfetto”. Credo che la passione del vasto gruppo di amici e clienti del tempo nei confronti della festa abbia reso tutto davvero memorabile.

F: Nel corso degli anni avete ospitato decine di artisti internazionali. Il pubblico genovese è ospite-dipendente?

P: L’ospite è solo la ciliegina sulla torta di un discorso ben più complesso, negli anni abbiamo voluto sempre chiamare talenti nazionali e internazionali per dimostrare quanto musicalmente la nostra città sia una piazza meritevole di considerazione e attenzione o per portare alle orecchie della nostra clientela artisti che secondo noi in quel momento meritavano attenzione e supporto.

F: A proposito di ospiti, alcuni sono diventate presenze regolari nelle vostre programmazioni.

P: Essere “regular guest” personalmente da dj o da Promoter penso sia tra le cose più belle nell’offerta di una programmazione, chi ospita (o chi va suonare) si ritrova in un ambiente sempre più familiare, che verrà approfondito di volta in volta, creando una complicità preziosa tra pubblico, artista e promoter. 

Oggi non è così facile dare continuo spazio a una sola figura ma bisogna provarci, uno degli aspetti più invidiabili della “golden age” italiana credo sia proprio questo: in passato gli ospiti avevano un rapporto radicato con i locali e il pubblico dove andavano a suonare.

F: Spesso portate a Genova dj resident di altre realtà cittadine.

P: Certo, è una buona pratica perché hai modo innanzitutto di confrontarti col “collega” dell’altro fronte condividendo impressioni, perplessità, legando un rapporto che spesso e volentieri si tramuta in vera amicizia. Ospitandolo poi hai modo di ascoltare e vedere con i tuoi occhi la sua reinterpretazione musicale di quello che spesso fai tu, nelle mura di “casa tua” con il tuo pubblico =)

Pierka
Pier-luca Puzzanghera, in arte Pierka.
Foto di OVERSIZE

F: Cosa pensi della situazione in cui versano i locali genovesi e le strutture dedicate al clubbing? Manca ancora una “terra promessa”?

P: Genova ha sempre avuto un deficit nell’offrire location al passo con i tempi, tuttavia le circoscritte realtà che assieme alla mia portano avanti il proprio credo hanno saputo realizzare scenari che di certo non sono meno rispetto alle principali piazze. La terra promessa spesso l’abbiamo sentita mancare sotto ai nostri piedi, ma le cause sono da ricondurre prevalentemente alle condizioni socio-economiche della città. 

F: Ritieni che ci possano essere strade alternative nella scelta delle location per un progetto continuativo come il vostro?

P: Bella domanda, la scelta della location è esattamente come scegliersi la propria casa, deve coincidere con le tue abitudini, con il tuo pubblico senza poi tralasciare dimensioni, dotazioni tecniche e arredamento che spesso e volentieri fanno la differenza nel successo o meno di un progetto. 

Detto questo location alternative a Genova è dura trovarle, prima di tutto poiché gestire un locale in Italia oggi è molto problematico, aprirne uno ex-novo è quasi impossibile, quindi dato che troverai poche “alternative”, noterai che ogni contesto vive già con ecosistema pregresso che talvolta è difficile o addirittura pericoloso cambiare.

F: Grazie per la chiacchierata. Ci lasciamo con il tuo ultimo podcast per Bonfim Club. Quando le cose finalmente cambieranno avrai la grande responsabilità di tornare a far ballare la città!

P: Senz’altro, speriamo presto!

Immagine di copertina:
wall:in media agency


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Classe 1996, genovese di nascita, studia Comunicazione e Società presso l’Università Statale di Milano. Fondatore e direttore artistico del progetto CODE WAR, nonché dj e produttore, vive a Genova per dedicarsi radicalmente a coltivare la scena locale e a costruirsi un futuro come operatore culturale. È il presidente dell’Associazione Culturale CDWR.

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