Tirreno Power

Tirreno power, l’Ilva ligure punta ancora sul gas

Tirreno Power, la società controllata da Engie ed Energia Italiana (gruppo Sorgenia) punta ancora sul gas, nonostante il processo in corso. Al via il progetto da 300 milioni di euro.
4 Maggio 2021
3 min
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“La missione di Tirreno Power è generare valore condiviso non solo per gli azionisti ma per tutti gli stakeholder, contribuendo alla costruzione di un sistema energetico più sicuro ed efficiente, in linea con i principi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.” 

La Tirreno Power è considerata da anni una delle Ilva d’Italia. Oggi punta ancora una volta sul gas, nonostante ci sia un processo in corso. Il progetto per il raddoppio della nuova centrale turbogas è inoltre firmato da un tecnico per altro già imputato per disastro ambientale colposo. Tra coloro che hanno firmato lo studio che dovrebbe spianare la strada alla nuova centrale, oltre a una nota società di consulenza, c’è infatti il nome dell’ingegnere Guido Guelfi.

Al processo sono imputate 26 persone, tra vertici e dirigenti dell’azienda, rinviate a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.

La società, controllata da Engie ed Energia Italiana (gruppo Sorgenia), gestisce, tra gli altri asset, la centrale termoelettrica di Vado Ligure-Quiliano e ha depositato al Mise il progetto di ampliamento dell’impianto a ridosso dell’abitato che propone di raddoppiare l’attuale impianto turbogas da 800 megawatt a 1.600. 

Un investimento da 300 milioni di euro che sarà alimentato a metano anziché a carbone, ma che rischia di raddoppiare i fumi tossici a ridosso delle case, in un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto in termini di salute pubblica e qualità dell’aria. 

Le emissioni dell’impianto sono ritenute dai periti della procura savonese responsabili di centinaia di morti e migliaia di ricoveri.

I dati del CNR

Secondo uno studio del CNR infatti, dal 2001 al 2013 si è registrato un aumento della mortalità pari al 49% nell’area della centrale a carbone. Nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne +49%)”, dichiarava Fabrizio Bianchi, del Cnr-Ifc. 

Oltre ai dati generali sull’aumento della mortalità, la ricerca aveva riscontrato eccessi di mortalità “per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%)”. 

Veniva valutata in particolare la relazione tra l’esposizione agli inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale in 144.019 persone, identificate con indirizzo di residenza e analisi dei ricoveri ospedalieri. 

All’epoca della diffusione dello studio, l’Azienda lo contestò etichettandolo come “vecchio” e smentito “dai dati reali pubblicati nel luglio del 2018 nel documento ufficiale dell’Osservatorio salute e ambiente della Regione Liguria”.

«I dati teorici riproposti da Fabrizio Bianchi del Cnr sono vecchi e sono già stati confutati dai dati reali pubblicati nel luglio del 2018 nel documento ufficiale dell’Osservatorio salute e ambiente della Regione Liguria», scriveva in una lunga nota Tirreno Power in relazione ai dati pubblicati. 

Le valutazioni e l’inchiesta

Oggi, nella procedura di valutazione d’impatto ambientale relativa al nuovo progetto di ampliamento presentato da Tirreno Power, non ci sarà un confronto pubblico.

Il Ministero della Transazione Ecologica, con una lettera firmata dal dirigente Giacomo Meschini, ha rigettato la richiesta espressa dal Comune quilianese e altri enti come l’Associazione Uniti per la Salute e Wwf Italia affinché la consultazione sul raddoppio della centrale a gas avvenga in forma di un’inchiesta pubblica, al fine di mantenere informati i cittadini e i soggetti coinvolti.

Dichiara il sindaco Nicola Isetta:

«L’inchiesta pubblica avrebbe consentito di chiarire, attraverso una lettura delle diverse espressioni, la sostanza reale dei contenuti della proposta progettuale in modo partecipato, ricordo che tra le motivazioni portate vi erano questioni rilevanti come le analisi svolte dall’Ispra sul danno ambientale subìto dal territorio, conseguente all’attività della centrale a carbone, i potenziali impatti ambientali del progetto, in relazione al contesto dei contributi emissivi di tutte le realtà produttive, i limiti del Piano Energetico Ambientale Regionale PEAR 2014-2020, non allineato né agli obiettivi delineati dalla prima Strategia Energetica Nazionale (SEN 2017) né al Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2021-2030 (PNIEC)».

Uno dei motivi per cui l’inchiesta pubblica non è stata accettata riguarda anche l’attuale emergenza Covid-19, che consentirebbe lo svolgimento di un confronto pubblico esclusivamente in modalità telematica. Condizione che, secondo il Ministero, non renderebbe l’inchiesta pubblica realmente utile e diversa rispetto alla consultazione già svolta senza la partecipazione degli enti locali coinvolti dal progetto e dai cittadini del territorio.

Intanto, però, il progetto di ampliamento non si ferma.

Immagine di copertina:
Fonte sito Tirreno Power


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Giornalista freelance. Genovese trapiantata a Roma. Inizia la sua carriera a Milano tra le scrivanie di Class Editori. Lavora al desk di The post Internazionale, approda a Radio3 come tirocinante. Dopo un periodo sul campo in Bosnia, ha documentato le drammatiche storie della Rotta Balcanica. Vive a Roma insieme ai suoi due gatti. Attualmente scrive su Domani editoriale.

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