Il Riccio

CINEMATIC*PILLS | Il Riccio

...fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti...Voto 6.8
6 Aprile 2020
3 min
3K views

Review

Fotografia
6/10
Sceneggiatura (non originale)
7/10
Colonna Sonora
7/10
Regia
7/10
Overall
6.8/10

TUTTI I PODCAST


CINEMATIC*PILLS | Il Riccio (Le Hérisson)

2009, regia di Mona Achache

Trama 

Paloma, una bambina di undici anni appena compiuti, mostra la vita all’interno di una ricca palazzina parigina, dandoci uno spaccato di una società animata dall’apparenza, dalla superficialità e dalla quale sembra non poter fuggire o allontanarsi se non con il suicidio. 

La portinaia Renée non è in realtà la persona che mostra di essere, una vecchia e brutta custode, ma una donna intelligente e fine che si nasconde da chi non potrebbe mai vederla per quello che è realmente. Nessuno si accorgerà della sua vera natura tranne Paloma e il Signor Kakuro Ozu, uomo ricco e di grande cultura. Renée con le sue parole, i suoi gesti e le sue attenzioni mostra inconsciamente a Paloma che la vita può essere vissuta senza doversi per forza plasmare all’immagine degli altri.

Recensione

All’interno di un raffinato palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia parigina, Paloma, una bambina di undici anni appena compiuti, filma, con la vecchia videocamera regalata dal padre, tutto ciò che la circonda mostrandoci l’insofferenza che prova nei confronti di una società superficiale che la costringerebbe a vivere come rinchiusa in una boccia per pesci. Poco sappiamo di Paloma, interpretata da Garance Guillermic, se non che è una ragazzina brillante, arguta, cinica e diversa dall’ambiente che ci mostra, fatto di vacuità, apparenza e capricci.

Il suo interesse sembra quello di voler rimanere estranea a quel mondo e pensa al suicidio come unico gesto possibile da compiere. Prende così, con freddezza e distacco, una decisione ben ponderata e fissa la data della sua morte al giorno del suo dodicesimo compleanno. 

Tutto Sarebbe rimasto invariato se non avesse stretto una più approfondita conoscenza con il Signor Kakuro Ozu interpretato da Togo Igawa il nuovo inquilino dell’appartamento al sesto piano, e con la custode Renée, Josiane Balasko, la donna che incarna in apparenza il perfetto archetipo della portinaia degli stabili: vecchia, brutta, grassa, sgradevole, acida, sempre seduta davanti alla TV e che nessuno riconosce se ben vestita perchè nessuno mai l’ha guardata davvero.

Come Paloma il Signor Ozu è diverso, va oltre l’apparenza e riconosce le persone per quello che sono. Da subito, infatti, si accorge della vera natura di Renée, un‘ intellettuale autodidatta amante dell’arte e della bellezza che si nasconde dietro una porta ben chiusa a chiave, dove nemmeno il suo grosso micione pigro di nome Leon può entrare, da un mondo che intanto non l’avrebbe né accettata né capita, per il quale quindi non sarebbe nemmeno valsa la pena mostrarsi

È grazie a loro che Paloma si accorgerà che non è necessario morire ma che può continuare a vivere senza dover finire nella boccia dei pesci, a girare a vuoto senza un fine. Lei, come Renée, potrà trovarsi un buon nascondiglio, e potrà essere pronta ad amare ed essere amata da qualcuno che, come lei, riuscirà a vedere oltre le apparenze.

Il film inizia parlando di suicidio e, sebbene questo elemento della morte rimanga sempre presente durante tutta la durata del film, già dall’inizio diventa un simbolo che si pone con naturalità all’interno del racconto, si assottiglia la sua drammaticità e permette di concentrarci su un racconto di vita e di amore che, come per chiunque, si conclude naturalmente con la morte.

Pro e Contro 

Tra le critiche negative che sono state mosse al film, la prima fra tutte riguarda l’ispirazione al best seller di Muriel Barbery L’eleganza del riccio del 2006.

La scrittrice stessa si è mostrata distaccata dalla sceneggiatura proposta nel film. Io non sono d’accordo. Sarebbe stato forse impensabile riuscire a dare lo stesso spazio nel film a tutti quei dialoghi, quei silenzi e quei personaggi che abitano lo stabile nello stesso modo in cui vengono letti nel libro. Penso che tutto arrivi nel momento giusto, la gestualità, le scene, sono state registicamente ben snodate e permettono di cogliere tutto quello che si deve. 

Punto a favore va anche alla colonna sonora ideata da Gabriel Yared, si sposa con i movimenti e con le parole, a mio parere azzeccatissima. 

Trailer

Immagine di copertina:
wall:in media agency


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