Datemi una Bic e vi disegnerò il Mondo. A tu per tu con l’artista Alberto Repetti

ZENARTOWN | Datemi una Bic e vi disegnerò il Mondo. A tu per tu con l’artista Alberto Repetti

Repetti rimescola le carte: insegnante, youtuber e artista conferma che il tutto è più della somma delle parti, con una Bic vi disegnerà il mondo.
20 Giugno 2025
5 min
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Alberto Repetti è una di quelle persone che rimescola le carte. Insegnante, youtuber, disegnatore eccelso conferma la regola per cui il tutto è più della somma delle parti.

Lo incontro in un bar e il sottofondo di tazzine e stoviglie sfuma quando racconta le sue esperienze di vita, di arte, di creatività e passione. 

Schegge di vita personale, ricordi d’infanzia, flash di un mondo che non esiste più e di uno, anzi molti, universi che dotato della sua penna Bic Repetti continua a sognare e creare tratteggiandoli con intimità e delicatezza.

Con la sua mostra personale, presso la Biblioteca Universitaria di Genova fino al 25 settembre 2025, dal titolo “PANORAMI” torna come profeta in patria dopo successi e conferme in terra anglosassone. 

Qual è la domanda che non ti hanno mai fatto?

Non sono abituato a confrontarmi con domande che escano dal cliché. Trovo che una domanda fondamentale che andrebbe sempre fatta riguarda la formazione di un artista.

Tengo molto a questo aspetto anche perché se sono quello che sono ciò dipende dal percorso che ho intrapreso ma soprattutto dalle persone che ho incontrato. 

Tra tutti mi trovo a citare Tranquillo Marangoni quale mio principale mentore non unicamente dal punto di vista artistico ma formativo, nel senso più ampio del termine.

Nelle vesti del mio docente di ornato mi ha trasmesso alcuni degli insegnamenti che ancora oggi trovo estremamente preziosi.

Uno, tra tutti, è quello di attendere una certa maturità personale e artistica prima di esporre il proprio lavoro al pubblico, maturità che Marangoni considerava raggiungibile non prima dei quarant’anni.

Oggi, più che mai, trovo verità in quelle parole in quanto considero la mia arte parte di un percorso preciso mentre prima le direzioni erano molteplici e fumose. A oggi la cura del segno, qualsiasi sia il mezzo usato dall’acquarello alla penna Bic, ha un filo conduttore. 

Datemi una Bic e vi disegnerò il Mondo.
Opere dell’esposizione “PANORAMI” presso la Biblioteca Universitaria di Genova. Foto di Alberto Repetti

Come hai iniziato, quali sono stati i primi segni della tua passione per l’arte figurativa? 

Penso che il vero talento risieda nel dono della passione. Quando provi un grande piacere nel fare una cosa hai maggiore predisposizione nel farla.

Un aneddoto spiega molto bene la nascita della mia passione per il disegno.

A cinque anni divento fratello maggiore e la presenza, ingombrante nella mia visione delle cose del fratellino, mi diede la percezione di essere stato messo in secondo piano.

Non sapendo cosa fare ho copiato la copertina di Topolino e mostrandola a mia madre e notando in lei il grande entusiasmo e stupore per il mio lavoro, ho realizzato che avevo ottenuto la sua attenzione.

Ancora oggi quando qualcuno guarda le mie opere cerco sempre lo stupore che ebbe mia madre nel vedere quel primo, importantissimo per me, disegno di Topolino.

La mia famiglia non mi ha mai posto limiti nell’espressione creativa. Potevo infatti disegnare sui muri di casa come rielaborare qualsiasi materiale ritenessi opportuno; venivo accompagnato alla visita di mostre, esposizioni e realtà artistiche che potessero arricchirmi nel mio immaginario come nella mia formazione.

Ricordo a dieci anni di aver visto Picasso in televisione. 

Nessuno in famiglia era o è artista ma era grande l’attenzione per lo sviluppo delle proprie passioni, non ultimo mio fratello che è un fisico e mi ha aiutato nella mia ricerca sull’ottica e sui pigmenti. 

Considerando i grandi maestri dell’arte di tutti i tempi quali sono i pilastri per te imprescindibili? 

Per me il più grande artista che sia mai esistito è Picasso oltre a Michelangelo e Bacon. Si tratta di tre personaggi che si occupano pochissimo di ciò che per me è invece fonte di grande ispirazione: il paesaggio. 

Sto lavorando studiando e rielaborando le loro opere, per ora in privato, per non incastrarmi in un rapporto difficile da sviluppare e quasi sacro da proporre. 

Considerando il fenomeno Cattelan quale punta dell’Iceberg delle innumerevoli critiche che l’arte contemporanea tout court porta con sé, qual è la tua posizione, come ti poni nell’eterna diatriba tra arte e “inganno”?

La ricerca sull’idea è fondamentale al netto dei molti “figli zoppi” che ha prodotto il padre dell’idea in arte, Duchamp. Io apprezzo coloro che appaiano il gusto estetico all’operazione concettuale. 

Gli artisti contemporanei che amo sono quelli che sono più di altri nel proprio tempo al netto delle polemiche. 

Facendo ricerche in rete relativamente al tuo lavoro moltissime sono le connessioni con il mondo anglosassone. Com’è nato questo sodalizio?

Il mondo anglosassone è maggiormente immediato, nel senso privo di mediazioni, rispetto al mondo dell’arte, della sua esposizione e compravendita.

Sulla base di ciò ho cercato contatti con gallerie, ho avuto riscontro e in modo rocambolesco mi sono ritrovato a esporre grazie a concorsi internazionali molto prestigiosi, che si occupano solo di disegno.

Ho tessuto rapporti con musicisti con i quali sono nate collaborazioni messe in stand by, purtroppo, dalla pandemia Covid.

Anche il mondo statunitense, Cincinnati in particolare, è entrato nel mio raggio di azione ma, ad oggi, non lo vedo un mio orizzonte immediato pur essendoci uno scambio proficuo di opere.

Datemi una Bic e vi disegnerò il Mondo.
Opera dell’esposizione “PANORAMI” presso la Biblioteca Universitaria di Genova. Foto di Alberto Repetti

Quali sono le tecniche che, al netto della tua marca di riconoscibilità della penna Bic, hanno maggiormente influenzato il tuo percorso?

Ho sempre disegnato e dipinto ma il disegno è sempre stato basilare. La penna, usata come mezzo spontaneo del cosiddetto “scarabocchio”, è qualcosa di atavico per me.

Un giorno di dieci anni fa, al mare davanti ad un meraviglioso pattern di nuvole, le ho disegnate con ciò che avevo, appunto una penna Bic e un cartoncino che poi si è distrutto con l’acqua.

Da quel momento ho cominciato a sperimentare sulle possibilità espressive della penna sfidando i limiti della pressione della mano sul foglio, le tipologie di penne fino a trovare nella Bic l’unico mezzo versatile nel suo essere imperfetto.

Ognuna di un set di cinquanta penne ha una variabilità di fluidità dal segno che permette grandissima possibilità di sfumatura. La mano non si stanca anche quando le dimensioni del disegno sono considerevoli.

La penna unisce l’inchiostro e la matita, ti permette di sfumare come una matita.

La carta è importante, deve avere il giusto grado di acidità. 

L’esposizione che possiamo ammirare fino al 25 settembre alla Biblioteca Universitaria di Genova come nasce? 

Questa mia personale di disegno nasce dall’invito di Paolo Giannoni e Mariangela Bruno, curatori dello spazio.

I lavori proposti sono un corpus importante, dispiegati in due saloni di grandi dimensioni coprendo dieci anni di lavoro 2015-2025. Si tratta di una retrospettiva.

La Biblioteca Universitaria si configura quale cornice ideale per spazi e atmosfera, promuovendo l’intimità dell’esperienza. 

I temi non hanno richiesto una scelta in quanto lavoro, in elezione, sulla visione di luoghi reali o irreali che siano. Sono spazi che, anche nella loro genesi fantasiosa, sono potenzialmente frequentabili all’interno delle loro forme anche paradossali con l’obiettivo, implicito di trovare sempre una profondità dell’esperienza che sia una piccola cartolina o un grande formato. 

Il segno è la madre, il soggetto è il pretesto per attirare l’attenzione nella speranza che lo spettatore ravvisi, nelle mie opere, il percorso che le ha generate.

La Grande nuvola porta dentro di sé tutto questo.

Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine su foto di Alberto Repetti


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Storica dell’arte, pittrice e scrittrice vive l’arte per necessità di espansione e comprensione della realtà. Ha frequentato il Liceo artistico e la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Genova oltre che essersi formata nell’ambito delle artiterapie.

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