Tutti lo davano per finito, ma Giovanni Toti ha fatto presto a rialzarsi. A sostenerlo è stata una fitta rete di relazioni che, per fedeltà o per interesse, non l’ha abbandonato.
Dopo soli tre mesi dal patteggiamento, l’ex governatore si stava già lanciando nel nuovo sogno imprenditoriale di utilizzare i contatti politici e le sue competenze comunicative per favorire le imprese private, un’attività comunemente definita lobbying.
Così, a marzo del 2025 nacque Philia Associates, un’impresa che – stando al sito aziendale – si occupa di fare attività di advocacy e favorire le relazioni pubbliche e istituzionali dei propri clienti.
Toti ne sarebbe l’ideatore, nonché colui che gode di ottime relazioni politiche in tutta Italia, ma non gli è permesso di trattare direttamente con le pubbliche amministrazioni a causa del patteggiamento.
Per questo altre persone di fiducia si sono rese disponibili a ricoprire i ruoli di rappresentanza: i partner vennero scelti tra persone fidate del suo vecchio entourage e antiche conoscenze della politica e dell’imprenditoria.
In una società di lobbying conta l’influenza politica e Toti ci tenne subito a dimostrare quanto fosse rimasta solida la sua rete di contatti.
Decise di organizzare il primo grande evento di Philia nell’iconico borgo di Portofino per far sfilare a favore di telecamere esponenti prestigiosissimi della politica e dell’imprenditoria italiana a lui vicini: parteciparono il Presidente del Senato, tre ministri della Repubblica, un viceministro, due presidenti di regione e alti rappresentanti di grandi industrie come Ansaldo, Optima e MSC.

La località non fu scelta a caso: il sindaco di Portofino, Matteo Viacava, era stato uno dei totiani più convinti e, infatti, oltre a concedere il patrocinio comunale stanziò un generoso contributo pubblico superiore ai 10mila euro per l’allestimento dell’iniziativa.
Non male per una società come Philia che partiva da 40mila euro di capitale sociale.
Iniziarono ad arrivare anche i primi clienti in cerca di servizi di “brand identity”, tra cui la Medov Group di Giulio Schenone, un influente terminalista portuale.
Toti e Schenone si conoscono da tempo.
Lui era un importante azionista di PSA, il terminal portuale più grande di Genova (e di tutta Italia) e il suo nome comparì diverse volte nell’inchiesta che portò al patteggiamento del governatore, pur non essendo indagato.
Nel 2021, ad esempio, salì anche lui sul famoso yacht del terminalista Aldo Spinelli insieme all’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e ad altri esponenti del PD.
Qualche mese dopo cenò nella sua villa con Toti, Paolo Emilio Signorini (il presidente del porto di Genova che patteggiò una pena di 3 anni e 5 mesi) e il solito Burlando.
Nel 2023 Schenone ospitò Toti presso le strutture di PSA ad Anversa e a Singapore dove gli venne offerto anche un biglietto per il GP di Formula1. Il viaggio inizialmente venne annunciato dalla Regione Liguria come “istituzionale”, salvo poi riqualificarlo come “visita privata”.
Di recente Philia Associates è stata incaricata proprio da Schenone di occuparsi del grande evento inaugurale del gruppo Medov a cui ha partecipato anche la sindaca Silvia Salis.

La presenza della prima cittadina non è stata certo una sorpresa: Schenone, tramite la sua holding I.L. Investments, risulta il principale finanziatore della sua campagna elettorale con una donazione di 20mila euro.
Tra le strategie di marketing scelte da Philia per il gruppo Medov non poteva mancare l’affitto del maxischermo di Primocanale.
Proprio quel maxischermo che finì al centro dell’inchiesta di corruzione che coinvolse Toti, Francesco Moncada (ex consigliere di amministrazione di Esselunga) e il direttore di Primocanale Maurizio Rossi.

All’epoca, grazie alla forte intesa tra Toti e Rossi, pianificarono che Esselunga avrebbe pagato a Primocanale degli spot pubblicitari per il maxischermo e poi l’emittente televisiva avrebbe finto di sbagliarsi proiettando al loro posto degli spot pubblicitari di Toti.
È proprio vero che certi amici non si perdono mai, specialmente se c’è convenienza a tenerseli stretti.
Del resto nella Liguria di Toti, fondata su interessi, relazioni e comunicazione, nulla si crea e nulla si distrugge: tutto si ricicla, persino la reputazione.
Con la giusta dose di “rebranding” anche chi ha patteggiato per corruzione può diventare un rinomato consulente aziendale.
Immagine di copertina:
Foto di fikry anshor
Scrivi all’Autorə
Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.