Teatri

Teatri chiusi e fantasiose alternative

Nonostante la chiusura dei teatri il mondo dello spettacolo non dimentica il suo pubblico. Ecco alcune delle soluzioni ideate dai teatri genovesi.
6 Aprile 2020
2 min
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Per chi è abituato a nutrirsi di spettacoli dal vivo sono tempi duri. Fortunatamente i teatri genovesi non mancano di iniziativa e fantasia e hanno ideato modalità alternative per non lasciare troppo soli gli spettatori più accaniti.

Tra le iniziative spicca quella del Teatro Nazionale di Genova che, analogamente ad altri teatri italiani, ha deciso di rendere disponibili sul suo canale YouTube le registrazioni integrali di alcune sue produzioni. Il regalo più speciale è senza dubbio il video completo dello spettacolo L’angelo di Kobane, allestimento di Simone Toni con una straordinaria Anna Della Rosa che aveva già incantato il pubblico genovese lo scorso dicembre alla Sala Mercato.

Più fantasiosa e articolata la soluzione adottata dal Teatro della Tosse. Ogni giorno gli attori del teatro e delle compagnie che collaborano con la Tosse regalano al pubblico un video in cui leggono una parte del Calendario della Paura di Franco Arminio.

Non mancano i contenuti pensati per i più piccini, il pubblico della domenica pomeriggio, forse il più affezionato. Sulla pagina Facebook del teatro sono disponibili video dei protagonisti della stagione “La Tosse in famiglia” che riprendono vita per salutare i bambini (e regalare qualche minuto di tregua ai genitori). 

Il Teatro della Tosse ha scelto anche di prendere parte all’iniziativa #indifferita ideata dalla Compagnia Frosini/Timpano: ogni sera dalle 20.30 alle 23.30 su YouTube o Vimeo è reso disponibile uno spettacolo di teatro contemporaneo italiano. Alle 23.31 il video torna in modalità ‘privato’. Soltanto la domenica è possibile vedere la playlist di tutti gli spettacoli della settimana. 

Queste sono solo alcune delle numerose iniziative ideate dai teatri, ma sono bastate a suscitare molte polemiche. Attori e autori – tra cui spicca Massimo Popolizio – hanno infatti espresso grande disappunto rispetto a iniziative che non rendono giustizia all’incanto del teatro, arte effimera per eccellenza che per natura non sopravvive a se stessa: «Il teatro è vita, non si può fare in streaming».

Chiunque si sia emozionato anche solo una volta durante uno spettacolo sa che il teatro va vissuto e non semplicemente visto. La ritualità dell’evento dal vivo, la possibilità di errore, l’irripetibilità del momento si perdono con la registrazione video.

Eppure non finisce qui, perché il teatro è anche racconto, comunità ed esperienza. Anche se in maniera forse un po’ innaturale e goffa, il mondo dello spettacolo si confronta con una muova sfida e fa dei tentativi. 

«The only life of performance is in the present» sostiene Peggy Phelan, una delle più celebri studiose di Performance Studies viventi, e non si può che darle ragione. Eppure, proprio perché il teatro vive nel presente non vogliamo privarcene del tutto e poco importa se per un po’ di tempo potremo disporre solo di “spettacoli surrogati”, la voglia di tornare a teatro non ci abbandona, perché sappiamo che quello che ci stiamo perdendo è prezioso. 

Nonostante la situazione di grande incertezza, il mondo del teatro riesce comunque a tenerci compagnia. La promessa naturalmente è quella di rivederci presto per confabulare con l’amico prima che lo spettacolo inizi, maledire il vicino davanti troppo alto e origliare i commenti degli altri spettatori quando si abbassa il sipario. 

Immagine di copertina:
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Accanita spettatrice teatrale, cinefila e amante delle storie ben raccontate, poco importa se sotto forma di romanzo, danza o poesia. Una laurea in lettere e spettacolo le ha permesso di coltivare la sua passione smodata per la performance. Grazie a «Birdmen Magazine», di cui è caporedattrice, le capita raramente di stare a lungo nello stesso posto.

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