Ogni mattina, Giulia sa che dovrà alzarsi un’ora prima di tutti quelli che hanno la fortuna di non essere un pendolare o non arriverà a destinazione.
Ogni mattina, Giulia sa che qualsiasi treno sceglierà sarà così pieno che nemmeno la folla di ragazzini prima di entrare a un concerto sgomita allo stesso modo per farsi spazio.
Sorvolando questo periodo di quarantena, le tre ore minime che ognuno di noi passa in viaggio ogni giorno, molte delle quali in piedi per lasciare il posto a chi ha più diritto a sedersi, possono essere considerate un chiaro segno di autolesionismo? No, forse c’è di più…
Essere un pendolare è molto di più: noi possiamo fantasticare delle ore su tutto quello che potremmo fare se abitassimo vicino all’ufficio o all’università, come: dormire, imparare il cinese, dormire, mangiare con calma, riuscire a preparare da mangiare, dormire, fare yoga e bere infusi o quelle cose lì che fanno le persone che hanno tempo alla mattina, andare a fare la spesa non alle ore 20.00, dormire, essere rilassati, stirare, iscriversi a qualsiasi tipo di corso in palestra vicino a casa e infine dormire.
Ora vorrei aggiungere un appunto.
Non so come sia nelle altre città, ma so per certo che il fatto che la Metropolitana di Genova sia confinata solo ad alcune zone del centro non è assolutamente un punto a favore.
Io, ad esempio, non sarei una pendolare se ci fosse una metropolitana che ricopre tutto il territorio. Ma invece no. Ogni mattina sempre la stessa storia: camminata per arrivare in stazione (prima di andare a convivere questo passaggio era da affrontare in autobus), attesa in stazione sperando che non ci siano estenuanti ci scusiamo per il disagio, arrivo ufficiale alla stazione di Genova Brignole per recarsi alla fermata del bus perché…indovinate? Esattamente, non c’è il collegamento metro che mi porti fino a San Martino.
Ma io posso assicurarvi che ci sono anche degli aspetti positivi: la scusa del “devo andare o perdo il treno”, leggere un sacco di libri perchè tanto o fai quello o fai quello, poter osservare strani comportamenti di altri esseri umani, studiarli e condividere occhiate con altri pendolari che comprendono i tuoi pensieri.
Ma se c’è una cosa che non cambierà mai è che alla domanda: non puoi comprarti una casa in centro? Il pendolare Genovese risponderà sempre di no, continuando però a sperare che aumentino i collegamenti della metropolitana!
Immagine di copertina:
Giulia O.
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