Cari genovesi, sapete come fa il mare a portare i pensieri e le parole lontano? Quanti di voi per una ‘’giornata no’’ vanno a buttare quella nebbia di pensieri che arrovella la mente in mare? In silenzio, urlando, canticchiando, fischiettando poco importa, l’importante è svuotarsi la bòccia (testa/2 (detto in modo scherzoso) = bòccia, sciscîa).
Si fa stando fermi e guardando lontano dalla punta di una massicciata o passeggiando sulla spiaggia, i più coraggiosi ci si tuffano anche in questi mesi freddi. Ci si lava nel mare, si torna poi più leggeri, più puliti. (leggi anche l’articolo di wall:out Un mare di pensieri)
Si lascia che il mare prenda i nostri problemi, le preoccupazioni, che ci spogli delle nostre paure e che se le porti via, non importa dove, ma lontano.
Per il mare esiste una principale fonte di movimento, che corrisponde alle correnti. Le correnti marine sono masse d’acqua che si spostano sia in superficie che in profondità, che somigliano a dei fiumi. Hanno solitamente un’origine e una foce, proprio come i corsi d’acqua terrestri e come questi possono dare origine a delle vere e proprie cascate, sottomarine s’intende.
L’acqua che compone le correnti si differenzia da quella circostante per temperatura, salinità e densità. Le correnti marine si spostano a una velocità compresa tra i 2 e i 10 km/h. Il che vuol dire, per esempio, che l’acqua che proprio stamattina abbiamo visto alla Foce, domani mattina alla stessa ora potrebbe trovarsi a ondeggiare nei pressi di Savona.
Capito dove vanno pensieri, problemi e paure? A Savona.
Ovviamente questo calcolo è stato fatto ipotizzando che la corrente compia una linea retta e non un arco Ligure e che, di conseguenza, non intervengano forzanti ambientali esterne, come il vento o altre correnti marine.
All’interno della loro massa d’acqua le correnti trasportano nutrienti e piccoli organismi (facenti parte del plancton), oltre ai nostri arrovellamenti mentali, costituendo così una sorta di rete alimentare marina. Infatti, a seguito degli spostamenti delle correnti marine e oceaniche, si osservano spostamenti di banchi di pesce e cetacei che traggono nutrimento da queste sostanze.
A livello globale le correnti si muovono con una grande sincronia da migliaia di anni, una sorta di orchestra che suona in armonia, con alcune variazioni stagionali certo, ma mantenendo sempre una cadenza costante.
Le correnti marine sono tra le prime contribuenti del clima terrestre, basti pensare alla grande Corrente del Golfo, la corrente atlantica che si origina nel Golfo del Messico e, percorrendo in direzione ovest-est tutto l’Atlantico, raggiunge le coste dell’Europa settentrionale aiutando la zonazione climatica, ad esempio aiuta a delineare le fasce temperate e tropicali. Nel Mediterraneo, che si presenta come un bacino semichiuso, la corrente oceanica, una volta entrata da Gibilterra, viene deviata verso destra da una forza fisica detta di Coriolis (evito lo spiegone di roba fisica ma credetemi è così), quindi le correnti si muovono con direzione ovest-est in prossimità delle coste Nordafricane ed est-ovest davanti a quelle dell’Europa Meridionale, assumendo un movimento antiorario.
Zoomando un po’, andiamo a vedere i fenomeni che interessano il Mar Ligure.
Tra questi troviamo la circolazione ciclonica, e le correnti.
La prima è un fenomeno attivo tutto l’anno, che influenza tanto gli strati superficiali quanto quelli profondi della colonna d’acqua marina, oltre le previsioni metereologiche che noi genovesi amiamo tanto. La circolazione ciclonica ha maggiore intensità in inverno rispetto all’estate (Astraldi and Gasparini, 1992).
Mentre le correnti che troviamo nel bacino ligure si dividono in due flussi principali che corrono lungo ciascun lato dell’Isola corsa, proprio davanti al nostro naso. La Western Corsica Current (WCC) percorre la parte occidentale dell’isola mentre la calda e salata Tyrrhenian Current (TC), dopo aver sfiorato tutte le coste dell’Italia tirrenica, attraversa il Canale di Corsica (Artale et al., 1994).
Le due masse d’acqua si fondono a nord del ditone corso in quello che viene chiamato il “Santuario dei cetacei” per sfociare davanti le nostre coste (Astraldi et al., 1995, Aliani et al., 2003). Il Santuario dei cetacei è stato così chiamato perché è una zona che richiama la presenza dei grandi mammiferi marini e dei cetacei di tutto il Mediterraneo, grazie all’alta concentrazione di sostanze nutritive portate dalle correnti.
Quindi, riassumendo, i nostri trip mentali se li beccano quelli che stanno a Savona e giù di lì, quelli dei funesti atlantici se li cuccano gli africani, quelli degli africani i popoli del Mediterraneo orientale e a noi spettano tutte le menate degli Italiani di centro, meridione e dei corsi, insomma un potpourri di mugugni.
Immagine di copertina:
Foto di Roberta M.
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