Il 17 Novembre, alle ore 15.00, tantissimi cittadini della Maddalena, iconico quartiere del centro storico di Genova, si sono riversati sotto Palazzo Tursi, sede del Comune. Arrabbiati, frustrati, si sentono presi in giro dall’istituzione comunale, che pur trovandosi letteralmente a due passi, negli ultimi anni, a detta loro, ha solo contribuito ad accrescere il degrado nel quartiere.
La Maddalena è da sempre cantata e descritta come l’affresco del Centro Storico per eccellenza, nelle sue strade strette ricche di negozi, brulicanti di residenti e viaggiatori, multiculturale, dove edifici popolari, topi e prostitute si affiancano a sontuosi palazzi nobiliari.
Nel XVI secolo, con la costruzione della vicina e lussuosissima Strada Nuova (oggi via Garibaldi) è diventata il “retro” delle regge, “il vecchio da nascondere e non vedere più”, per i ricchi patrizi genovesi che volevano ritrovare luce ed aria pulita fuori dalla città vecchia.
E da quel momento la Maddalena è rimasta condannata, ancora fino ad oggi, a rimanere il “retro”.
Negli anni sono stati fatti molti tentativi per migliorare la vita nei vicoli della Maddalena, dapprima con la grande spinta (soprattutto economica) data dalle celebrazioni “colombiane” del 1992 e poi, a seguire, nel tempo, diversi interventi puntuali: un asilo, un teatro, le nuove illuminazioni…
Negli ultimi anni questo processo sembra essersi arrestato. I residenti e le associazioni maggiormente rappresentative del quartiere sostengono di non essere più ascoltati. Alcuni affermano, rassegnati, che le uniche opinioni che vengono realmente prese in considerazione sono quelle di chi nutre un rapporto personale con consiglieri comunali ed assessori.
Infine, con il 2020, il colpo peggiore
A sorpresa, la Giunta comunale presenta una riforma del PUC, il Piano Urbanistico Comunale, dove si concede l’abitabilità ai “bassi” del centro storico. I piani terra. Da sempre adibiti a locali commerciali, ora potranno essere utilizzati come abitazioni, per lo più scadenti, in una parte di città che vede sfitti già oltre 11.000 locali. Un’ultima goccia, che ha fatto traboccare i cittadini dai vicoli fin su in via Garibaldi, con cartelli e megafono.
Nel giro di qualche giorno è però arrivata la risposta del Sindaco. Messa da parte l’impresa di ricostruzione del Ponte, ha espressamente dichiarato di avere un “nuovo ponte” da mettere in cantiere: il centro storico.
Nella sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, di fronte ai giornalisti, è stata annunciato in grande stile un grande piano generale di rinnovamento della città vecchia.
Il progetto si chiama “caruggi”
Si articola su moltissimi aspetti, dall’illuminazione alla socialità, passando per turismo, commercio, movida, pulizia, sicurezza e manutenzioni. Da idee molto particolari come la previsione di un “mini-bus elettrico” che giri per i vicoli, a più concrete ed ordinarie manutenzioni di illuminazione, pavimentazione e facciate.
Nessun dettaglio, solo alcune indicazioni di massima e i costi previsti: 137 milioni di euro. Di cui 20 sono già stati messi a disposizione in bilancio. Per tutto il resto ci si affida a progetti europei, ancora da partecipare e vincere però.
Marco Bucci ha lanciato la sfida su cui probabilmente si giocheranno le sorti delle prossime elezioni. Riuscirà a far splendere quel Centro Storico che da oltre mezzo millennio è condannato a essere periferia? Ci sono due anni di tempo e 117 milioni da trovare.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro del Centro Storico? La rivoluzione del Sindaco-capo cantiere o quella dei cittadini esasperati?
Immagine di copertina:
Cittadini della Maddalena in protesta sotto Palazzo Tursi. Foto di Lorenzo R.
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